DA TUTTOBICI. CARO AMICO TI SCRIVO

| 29/11/2012 | 08:54
Amico del ciclismo, mettiti seduto e respira profondamente. Certo hai grande fisico, spalle larghe e stomaco po­tente, ma il momento è terribile: ti vedo provato, hai bisogno di una pau­sa. Da anni incassi e sopporti le prove più feroci, tutti i nuovi miti e le loro relative imprese immancabilmente fatti a brandelli dall’antidoping. Ultimo caso il più mito di tut­ti, con quei sette Tour vinti consecutivamente: una ventina di colleghi di lavoro mettono nero su bianco che il fenomeno era solo un gio­co di prestigio, con il trucco sin trop­po noto. Niente, annullato an­che il superman americano. Non è una cosa seria.

E bastasse la sterminata se­quela di campioni sterminati. Invece non basta, caro ami­co del ciclismo. Sul tuo povero morale, sulle tue illusioni di appassionato, fiocca anche la botta peggiore: la gelida sensazione che i controllori, i garanti delle regole, ab­biano per anni gestito la giustizia a giorni alterni, con due pesi e due mi­sure, dividendo tra figli e figliastri. Il mito americano troppo po­tente, troppo danaroso, troppo, per meritare punizioni e squalifiche. Più conveniente - in tutti i sensi -tu­telarlo fino alla fine. E poco im­porta se a scandalo completato ven­ga improvvisamente riscoperto il rigore: non conta, se arriva dopo la banda.

Anch’io sono un amico del ciclismo e se mi guardo in giro trovo tutti gli elementi per tirare la più grave delle conclusioni: dei periodi critici che ci han­no inflitto negli ultimi quindici anni, questo mi appare il più critico. Perché arriva dopo troppi periodi critici e il nostro fisico è ormai allo stremo. Perché ogni volta che ci il­lu­diamo sia finita si ricomincia in­vece da capo. Perché - prima di tut­to - chi dovrebbe traghettarci fuori dalla palude si è rivelato alla prova dei fatti completamente inadeguato. Non tanto per incapacità: peggio, per malafede. Il che rende tutto ma­ledettamente più nero, perché taglia le gambe sul nascere alla speranza. E senza speranza, lo sappiamo, nel­la vita non si va da nessuna parte.

Sono parole e riflessioni mol­to amare, e in fondo averci ridotti così è certamente la colpa più imperdonabile da addebitare al governo mondiale del ciclismo. Un conto è sapere che i corridori sono sporchi e cattivi, ma che nel gioco di guardie e ladri le guardie sono implacabili. Tutto un altro conto è sapere che le guardie fanno la guardia a modo loro, se­condo lune, convenienze, simpatie. In questo caso, la rabbia è centuplicata. Visto come s’è mossa l’Uci nei primi dieci anni di questo secolo con Armstrong - come minimo, con atteggiamento molto materno e com­prensivo, per non dire altro -, visto come tutte le grida di un certo personale scientifico serio e attendibile siano immancabilmente finite nel nulla, se non soffocate sul na­sce­re, ecco, visto e scoperchiato questo mondo nebbioso e melmoso, chi ci dice che la lotta contro i dopati non si sia svolta tutta e sempre così, cioè su doppio binario, a due velocità, feroci e spietati contro gli inermi, o i qualunque, ma molto delicati e collaborativi con gli amici e gli amici degli amici?

In tutti questi anni, anche sforzandomi di studiare e di capire, io non ho mai ben capito un sacco di cose. Ad esempio perché tanto furore antidoping in Italia e in Germania, mentre in Spagna e in Kazakistan, per non fare nomi, lot­ta e pene come acqua fresca. Perché al­cuni corridori fermati preventivamente e altri neppure sotto tortura. Per anni mi hanno raccontato che l’Uci ha le mani legate, che non può invadere competenze altrui, che tuttavia sta alla finestra come un cecchino, pronto a colpire alla prima occasione utile. Li teniamo monitorati, stiamo loro sul collo, conosciamo i nostri clienti peggiori: così as­si­curavano dalla Svizzera i massimi controllori del ciclismo. Io ho sempre avuto il sospetto che ciurlassero un po’ nel manico, stabilendo di volta in volta, caso per caso, chi af­fossare e chi salvare, magari anche soltanto mettendolo sul chi va là. Ma dopo il caso Armstrong, con il dossier dell’inchiesta americana e con le dichiarazioni di ex funzionari Uci usciti dal sistema, ormai ho una certezza: la lotta antidoping di questi anni fetenti non è una cosa seria. Meglio: lo è solo per alcuni. Per cer­ti altri, è solo una messinscena vergognosa.

La conclusione sarebbe mol­to logica: un grande cambiamento, di facce e di regole. Se così fosse, non sarebbe neppure scandalosa l’idea di una mega-amnistia sul passato, con la contropartita di un regime spietato sul pre­sente e sul futuro. Un modo per dire va bene, quel che è stato è sta­to, passiamoci un colpo di spugna e morta lì, però sappiate che chi ci pro­va da adesso in poi sa già cosa l’attende, la fine senza possibilità di sconti, attenuanti, perdoni. Pur­trop­po, è pura teoria: qui le facce e le regole non cambiano mai. E allora perché dovrebbe cambiare qualcosa nel ciclismo?

Amico del ciclismo, è per questo che ti consiglio di metterti seduto e respirare profondamente. Ho l’impressione che siamo arrivati al capolinea. Fa molto male dentro, ma dobbiamo rispondere a questa domanda: con certa bella gente a comandare, ha ancora senso essere amici del ciclismo, di questo ciclismo?

di Cristiano Gatti
da tuttoBICI di novembre

Copyright © TBW
COMMENTI
Esatto
29 novembre 2012 10:50 venetacyclismo
Questo è tutto quello che noi amanti del ciclismo sentiamo, il ciclismo business non ci piace, che ci sia qualcuno che regga i fili del teatrino noooo, basta, incredibile che siano tutti sottomessi e omertosi ? Ma noi guardiamoci al nostro orticello, avevamo un ciclismo primo al mondo, 10/12 team ottimi , certo non multinazionali, ma in Italia non ci saranno mai,un calendario gare strepitoso, categorie minori super, ora tutto è finito, finitooooooo.
E stiamo ancora precipitando , ma così tutta l'Europa, direi basta, ma purtroppo nessuno parla nessuno si rivolta, tutti hanno paura del Mostro UCI.

bravo Gatti
29 novembre 2012 16:04 Monti1970
IL ciclismo è morto il 22/10/2012 alle ore 12.55...

complimenti
30 novembre 2012 12:35 terry
Grazie,signor Gatti:condivido in pieno quanto da lei esposto così bene.
Personalmente,fin quando ai pochi veri Campioni che ci sono ancora sarà permesso di correre,seguiterò a seguire il ciclismo;ma,dal momento che temo sia vicino il momento in cui verrà loro definitivamente impedito,quando dovesse arrivare vorrà dire che abbandonerò come ho fatto a suo tempo con il calcio.
E' sempre un piacere leggerla anche quando i contenuti sono amari.

Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
La prestigiosa Pedalata di Natale Alè-Dmt del 2025 ha fatto registrare l’ennesimo successo. L’appuntamento, programmato in provincia di Verona, nei giorni scorsi ha fatto registrare la partecipazione di ben 350 ciclisti e tra loro la presenza dei mitici Alessandro Petacchi,...


Forte del successo dell'iniziativa Shine for Safety, il nuovo kit del team Soudal Quick Step introduce un'audace evoluzione della iconica livrea blu, progettata per massimizzare la visibilità, aumentare la sicurezza dei ciclisti e garantire prestazioni ottimali in tutte le condizioni....


«Sportful ha fatto parte di alcuni dei momenti più significativi della mia carriera», ricorda Fabian Cancellara e sono ricordi bellissimi quelli che vengono a galla, come quelli inerenti alla stagione del 2010 che ha visto assoluto protagonista il campione svizzero. Tudor Pro...


In occasione del campo di allenamento che la UAE Emirates XRG sta affrontando a Benidorm,  la Colnago ha consegnato due bici gravel speciali ad altrettanti campioni speciali. per proseguire nella lettura vai su tuttobicitech.it


Mercoledì 17 dicembre a Monaco verrà svelato il percorso de La Vuelta Espana 2026. L’importante evento richiamerà nel Principato atleti, addetti ai lavori e appassionati e tra questi anche alcuni rappresentanti del Team Chiodini di Magenta...  Per leggere l'articolo completo...


Il calcio e il ciclismo sono due costanti nella vita di Remco Evenepoel, due strade parallele che non si incontrano mai ma che attraversano di continuo la mente e il cuore del campione belga. Sono proprio questi due sport ad...


Si sono svolte al Teatro del Centro Civico “Aldo Rossi” a Borgoricco, in provincia di Padova, le premiazioni dei talenti del Veneto che sono stati i grandi protagonisti del 2025. La Festa, che da sempre rappresenta un appuntamento centrale nel...


Nelle date del 6 e 7 giugno delle agende di molti amatori c’è un pallino rosso a indicare La Stelvio Santini che, nella edizione del 2026, avrà una novità: l’evento gravel del sabato,  che si affianca alla tradizionale prova su strada della domenica. Immancabile,...


Tradizione natalizia rispettata a Orino con la Pedalata di Babbo Ntaale che ha tagliato il traguardo della tredicesima edizione. L’evento promosso dalla Società Ciclistica Orinese, in collaborazione con Ciclovarese, ha avuto come sempre uno scopo benefico e ha radunato nel...


Vittoria di tappa e nella classifica generale finale del circuito. Questi gli ottimi risconti per l’Ale Colnago Team impegnato a Borgo Barattin di Faé di Oderzo nel 23° Ciclocross Internazionale del Ponte, quarta ed ultima prova del Master Cross Selle Smp. La vittoria...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024