GIORNO DELLA SCORTA. Sicurezza, un dibattito "da leggere"

| 24/11/2012 | 09:16
Alla presenza di un folto pubblico di 250 persone, composto di autorità, forze di polizia, dirigenti sportivi, direttori di corsa, giudici di gara e volontari addetti ai servizi di scorta, il 18 novembre 2012, all’Hotel Holiday Inn di Ravenna è andata in scena la 21ª edizione de “Il Giorno della Scorta”, appuntamento nazionale dedicato ai temi della sicurezza nelle gare ciclistiche.
Si è trattato di un dibattito interessante e significativo, per cui abbiamo deciso di proporvi i temi trattati e le proposta avanzate nei singoli interventi.
 
ELIA VIVIANI – Corridore professionista del G.S. Liquigas - Cannodale
«L’indagine promossa dall’ACCPI è stata molto utile per individuare quello che può essere migliorato e non quello che a noi non va, visto anche il buon livello organizzativo delle nostre gare professionistiche.
E’ stato fatto un buon lavoro al quale noi corridori abbiamo partecipato compilando specifici questionari al termine di ogni gara.
I motociclisti e gli autisti bravi non sono quelli soltanto capaci nella guida, ma soprattutto quelli che sanno individuare il momento giusto per superare il gruppo o gli atleti in fuga. Cosa che potrebbe migliorare se fra le parti potessero esserci momenti di formazione comune.
I tanti che si muovono con auto  e moto attorno ai corridori, pur gestendo servizi importanti, dovrebbero conservare maggiore calma e magari attendere qualche minuto piuttosto che tentare il sorpasso di un gruppo completamente “appallato”.
Mi sono sentito in dovere di venire al Giorno della Scorta perché qui si discute di come prevenire gli incidenti. Mentre altre volte, purtroppo, siamo chiamati ad iniziative importanti come quella a cui dovrò partecipare tra poco a Faenza, promossa da Marina Romoli, una ragazza  rimasta in carrozzina dopo un incidente occorsole in allenamento».

FABRIZIO MATTEUCCI – Sindaco di Ravenna
«Un luogo comune dice che gli italiani sono incapaci di rispettare le regole. Ma questo è vero solo in parte. Qui infatti siamo di fronte ad un esempio corretto di collaborazione tra organizzatori, volontari,  forze di polizia e pubblica amministrazione, così come il Comune di Ravenna fa in molti altri campi. E nel caso delle gare ciclistiche è evidente come ci sia qualcuno che s’impegna perché le regole siano rispettate, con tutti i limiti dovuti ad una classe politica che non è stata sufficientemente autorevole perché ciò avvenisse in modo diffuso e in tutti campi.
Questi organizzatori di gare invece, insieme ai volontari come quelli del G.S. Progetti Scorta, sono un esempio di come la società dovrebbe autodeterminarsi nel rispetto, appunto, delle regole.
Un grazie di cuore quindi a tutti questi volontari che aiutano il ciclismo e a questa “macchina da guerra” che ha organizzato l’evento di oggi: Silvano Antonelli».

PAOLO VALENTI – Assessore allo Sport della Provincia di Ravenna
«E’ una occasione per ringraziare i volontari della sicurezza.
C’è bisogno che le regole siano rispettate, ma servirebbe anche un modo meno complicato di scriverle, per renderle più facili da applicare.
Si va verso il superamento delle Province. Questo creerà diversi scompensi, ma si dovrà operare perché lo stato delle strade venga assunto come una priorità per garantire la dovuta sicurezza sia agli atleti che ai diversi utenti della strada».

DAVIDE BALBONI – Presidente del Comitato Regionale F.C.I. dell’Emilia-Romagna
«Questo modo di fare sicurezza garantisce alle società di poter organizzare in tranquillità le proprie gare.
Il G.S. Progetti Scorta ed il suo presidente Antonelli, hanno portato a livello di eccellenza questa attività di scorta, di esempio per tutto il territorio nazionale, dove è bene ricordare che questi volontari oltre al loro tempo, mettono a disposizione anche il  proprio mezzo.
Un grazie inoltre alle forze di polizia ed ai direttori di corsa, questi ultimi chiamati ad un ruolo molto delicato, dove serve professionalità e tanta voglia di prendersi delle responsabilità.
Le società ciclistiche, per effetto della crisi, vivono un momento difficile, per affrontare i quali occorrerà una attenta riflessione anche sul tipo di sicurezza che vogliamo. Non quella dei grandi progetti, che solo alcuni possono permettersi, ma la sicurezza della semplicità e della concretezza».

SILVANO ANTONELLI – Presidente del G.S. Progetti Scorta
«A questo appuntamento abbiamo invitato tutti i 62 gruppi di moto staffette che noi conosciamo, di cui 14 presenti. Se anche gli altri faranno altrettanto, più forte sarà la sicurezza.
Scorte tecniche ed ASA in alcune regioni non esistono nemmeno e questa situazione va denunciata come una inadempienza non soltanto sportiva ma anche istituzionale.
Il nuovo disciplinare tecnico propone l’equazione: miglior formazione uguale miglior sicurezza. Affidando alla FCI la garanzia della qualità. E’ però sorprendente che il Ministero dell’Interno abbia riconosciuto alla FCI il ruolo di referente unico senza che questa abbia predisposto la dovuta  normativa applicativa, che a tutt’oggi ancora non esiste.
Per la formazione serve: non perdere il contributo degli Enti di promozione sportiva; introdurre mini corsi-di sicurezza per Esordienti ed Allievi; riconoscere validi, purché fatti di concerto con le strutture della FCI, anche gli aggiornamenti e i momenti di formazione prodotti dai singoli gruppi o società regolarmente affiliati.
La mobilità ordinaria ha bisogno di un largo uso della bicicletta, che però non registra diminuzione della sua sinistrosità. Occorre copiare dalle competizioni ed assegnare (modificando l’art. 12 del C.d.S.) compiti ausiliari di viabilità a tutti i volontari potenzialmente disponibili per le aree urbane e per qualsiasi genere di manifestazione su strada.
Art. 12 del C.d.S. che andrebbe modificato per introdurre anche forme di protezione per gli atleti in allenamento.
Occorre stimolare la produzione di indumenti in grado di offrire una parziale attenuazione degli infortuni più ricorrenti tra i corridori, avviando la sperimentazione nelle categorie giovanili.
Brava l’ACCPI a svolgere  una indagine sulle gare professionistiche in modo che le risultanze siano di orientamento per tutti gli addetti ai lavori.
Servirebbe anche che le compagnie assicurative pubblicassero i dati dei propri sinistri registrati nelle gare ciclistiche, in modo da poter capire quali interventi compiere e se davvero ci stiamo migliorando.
In tempi di crisi, la sicurezza non può essere ridimensionata e le risorse vanno recuperate spendendo meno per i premi e per l’immagine, oppure, cosa ormai obbligata, riflettendo sulla produttività ed efficacia dei motociclisti di scorta, che per essere preservata senza aumento dei costi, avrebbe bisogno di alcune norme come l’obbligo del doppio apparato radio, il superamento delle rotatorie solo sul lato destro, e che il “fine gara” sia tenuto a non più di 500 m dal gruppo.
Va rivitalizzata la collaborazione con la Polizia Stradale, elaborando insieme nuovi percorsi formativi e nuove regole che tutelino in gara non solo i corridori, ma anche i motociclisti addetti ai servizi di scorta.
Infine, un appello accorato alla FCI: si tolga il limite massimo dei 55 anni per potersi abilitare come motostaffetta e dei 67 anni come anzianità massima per potere esercitare la funzione nelle sue corse.
Limiti che “rottamano” ingiustamente il 4% della categoria e riduce del 35% la possibilità di fare nuovi proseliti. E tutto questo mentre il Ministero dell’Interno continua a rilasciare abilitazioni senza limiti di età».

LUCA MARTELLI – Presidente della Ciclistica Santerno Fabbi Imola
«I presidenti di società sono dei volontari in mezzo ad altri volontari.
Vivono il ciclismo come valore educativo, ed in tale logica non possono che avere un forte senso della responsabilità.
In gara ci sentiamo abbastanza sicuri, ma negli allenamenti ci sentiamo assolutamente soli.
Il codice della strada non prevede nulla per la protezione degli atleti in allenamento, e la società deve inventarsi come fare per proteggerli comunque.
Cerchiamo di renderci visibili, con una ammiraglia che segue i ragazzi. Ma oggi è sempre più difficile trovare collaboratori che durante la settimana abbiano tempo per accompagnare i corridori in allenamento. E su questo aspetto, sono troppi i ritardi accumulati dal ciclismo e dal codice della strada.
Come Ciclistica Santerno, sono alcuni anni che abbiamo messo a budget la sicurezza, nel senso che insieme al direttore di corsa si decide come frazionare le risorse economiche disponibili, dando priorità a tutto ciò che serve per una buona sicurezza.
Concordo con Antonelli che i ragazzi andrebbero educati alla sicurezza, organizzando riunioni di corridori di più società.
E’ tempo infine di pensare alla sperimentazione di un abbigliamento innovativo che possa proteggere i corridori dagli infortuni più ricorrenti, come la frattura della clavicola, incominciando dalle categorie giovanili, probabilmente più facili da convincere, vuoi anche per le premure che i genitori hanno per i figli in tenera età».

SEMPRINI MATTEO – Responsabile marketing Lifecode
«Il braccialetto Lifecode contiene una memoria che può essere collegata ad un computer come una normale chiavetta USB e che contiene tutti i dati medici della persona che lo porta. E’ un prodotto impermeabile all’acqua e le informazioni contenute (patologie, allergie, analisi, dati anagrafici, numeri da chiamare, ecc.) sono tradotti in cinque lingue, e quindi utilizzabile anche all’estero.
Ha un costo modesto ed è uno strumento davvero utile per la sicurezza, che può favorire una corretta assistenza sanitaria ed, in alcuni casi, salvare addirittura la vita. Di grande conforto anche per i genitori quando i loro figli si allontanano da soli per allenarsi.».

STEFANO ALLOCCHIO – Direttore di corsa Giro d’Italia
«E’ difficile trovare volontari così qualificati come quelli che ho trovato qui al Giorno della Scorta.
Dopo il doping, la sicurezza è il problema più grande che ha il ciclismo. Per i grandi Giri è relativamente facile realizzare un adeguato livello di sicurezza, ma so bene quanto le piccole società devono penare sotto questo profilo.
Per questo, al Giro d’Italia, insieme alla Polizia Stradale e con l’ausilio del Pullman Azzurro, cerchiamo di diffondere al massimo tra i giovani la conoscenza del codice della strada e dei comportamenti più prudenti.
Quando facevo il corridore pensavo che tutto fosse facile ad organizzare una gara, ma quando ho appeso la bici al chiodo e mi sono messo a collaborare con la RCS, mi sono accorto di un mondo tanto complesso quanto sconosciuto. E questo mi fa dire che tra organizzatori e corridori, dovrebbe esserci maggiore intreccio di conoscenze e di esperienze.
Sugli allenamenti, in particolare per i ragazzini, sono d’accordo con la proposta di introdurre nel codice della strada una norma specifica che possa consentire visibilità e protezione».

TONINO BUDA – Presidente della Polisportiva Fiumicinese
«Abbiamo scelto di portare al Giorno della Scorta tutti i nostri Esordienti come una occasione per comprendere i temi della sicurezza e quindi utile per la loro formazione di atleti e di ragazzi consapevoli».
 
GIOVANNI MOSCONI – Direttore dell’U.O. di Nefrologia del’Ausl di Forlì
«I trapiantati sono costretti a prendere molte medicine e questo li espone a maggiori rischi cardiovascolari, per evitare o contenere i quali, abbiamo deciso di puntare sull’ attività sportiva. Di qui la collaborazione tra il Centro trapianti e la Nove Colli di Cesenatico. I dati che stiamo ricavando dai trapiantati che partecipano a questa manifestazione sono molto incoraggianti e siamo interessati ad estendere anche con altri organizzatori  questa forma di collaborazione».

DANIELE DE CORTE – Presidente della Motostaffetta Friulana
«Non potevamo mancare di essere presenti, perché il Giorno della Scorta è testimonianza di  un modo di fare che noi condividiamo e che vorremmo appartenesse a tutti i gruppi di motostaffette, ossia, fare iniziative aperte a tutti, senza gelosie, ma per il solo gusto di contribuire alla sicurezza con la collaborazione e la partecipazione di chiunque sia coinvolto su questi temi.
Negli ultimi anni abbiamo sviluppato una ricerca tutta nostra sui caschi e sugli air-bag, che noi qui vi proponiamo, astenendoci dal dare garanzie di efficacia, che lasciamo invece agli esperti o ai singoli motociclisti».

ANGELO TANCREDI – Comandante Sezione Polizia Stradale di Ravenna
«Farò una relazione di ciò che ho ascoltato oggi, proposte e suggerimenti, che trasmetterò al Ministero dell’Interno perché molto interessanti, anche per noi come polizia stradale.
Il confronto tra Ministero dell’Interno e FCI ha prodotto delle novità legislative per la sicurezza stradale che potremmo definire rivoluzionarie.
La nostra futura ricerca dovrà riguardare le gare cosiddette minori, perché quelle professionistiche godono di condizioni del tutto straordinarie. Ed è per le gare minori che la Stradale deve provare a trasmettere tutto il suo bagaglio di cultura e di esperienza al settore privato e al volontariato.
E’ tempo di rivedere i criteri della formazione, accettando l’invito di Antonelli di percorsi formativi che coinvolgano contemporaneamente sia la Stradale che il volontariato. Anzi, io aggiungo che sarebbe bene che Stradale e la FCI si mettessero attorno ad un tavolo per definire criteri abilitavi per tutto il personale che conduce automezzi all’interno di una gara. Assistiamo infatti a comportamenti da parte delle ammiraglie e da altri ancora, che fanno rabbrividire e che sembrano ignorare la fragilità e i rischi dei tanti motociclisti della Stradale e delle scorte private.
E’ stato denunciato che il C.d.S. non viene applicato con eguale rigore in tutte le regioni. E’ vero, siamo in presenza di una geografia del diritto che nessuno può negare. Se in E/R c’è una alta sensibilità ai temi della sicurezza, in altre regioni questa può essere addirittura inesistente.
Questa condizione impone di fare nuove scelte, e se da un lato non possiamo abbassare l’impegno  per una diffusa e uniforme applicazione del diritto e della legge, dall’altro dobbiamo  incominciare a prendere in considerazione interventi regionali, che capitalizzino la maturità, la qualità e le professionalità che in determinati territori esistono, che sono un dato di stimolo anche per noi della Stradale,  e che sarebbe limitativo tentare di governare con filosofie unicamente nazionali».

GIORDANO BISERNI – Presidente dell’Associazione Amici della Polizia Stradale
«I dati del 2011 non sono molto incoraggianti. Diminuisce la sinistrosità stradale, ma non quella che riguarda i ciclisti.
Non c’è una adeguata attenzione al fenomeno, se non quella di reagire emotivamente quando vengono uccisi i ciclisti, specie se giovani o corridori in allenamento.
Il casco per i ciclisti? La questione è controversa, ma il dibattito è interessante. Noi, come ASAPS siamo per il casco obbligatorio per i minori, ma l’obbligatorietà per gli adulti temiamo possa allontanare l’uso della bici, che per le aree urbane è fondamentale.
Forse è il caso di analizzare specificatamente l’uso della bicicletta tra gli anziani, che per loro è più che uno mezzo di trasporto, se non l’unico modo per sentirsi ancora autosufficienti».

PIER AUGUSTO STAGI – Direttore di TuttoBici e Tuttobiciweb.it
«Giorno della Scorta, quasi una sorta di “stati generali” della sicurezza, che sembra non avere paragoni nel panorama nazionale.
Condivido l’idea del Comandante Tancredi della Stradale, di istituire una abilitazione per tutti i conducenti di veicoli che stanno in corsa».

ALESSANDRO BERTOLINI – Corridore professionista del G.S. Androni Giocattoli
«Per la sicurezza non basta avere scrupolo. Occorre avere professionalità, ovvero quel valore aggiunto che ti aiuta a coglie i particolari: un tabellone mal posizionato, una curva non segnalata, transenne non adeguate, che spesso sono la causa di incidenti, solo apparentemente occasionali.
In 21 anni di professionismo ho fatto molta esperienza e sono disposto a trasmetterla a chiunque me lo chieda, così come ora sto facendo con una società che fa Giovanissimi dalle mie parti».

SIMONE BUDA – Esordiente 1° anno del G.C. Fausto Coppi
«Si, certo, quando sono passato a correre su strada dopo tanti anni fatti tra i Giovanissimi, mi sono accorto che la sicurezza è davvero un problema. Ho la fortuna di avere militato prima nella Pol. Fiumicinese ed ora nel G.C. Fausto Coppi, società che in fatto di attenzione al tema non scherzano, però l’idea che qui ho sentito, di introdurre mini-corsi di sicurezza obbligatori almeno per le categorie Esordienti ed Allievi, credo sia una proposta da condividere».

GIANNI SOMMARIVA – Vice Presidente della F.C.I.
«Insieme a quello mio, vi porto il saluto del presidente federale Renato Di Rocco.
E’ sempre più difficile organizzare gare. Adesso dobbiamo studiare anche le fasce orarie per sfuggire al traffico più intenso.
Giusta l’idea di accorciare lo spazio tra il gruppo e il “fine gara”, tenendo quest’ultimo solo alla distanza necessaria per consentire il rientro degli attardati per caduta o  incidente meccanico.
Da praticare la scelta dei corsi di sicurezza per i giovani corridori, così come quest’inverno sarà fatto nella mia provincia di Bergamo.
Dobbiamo essere grati ad Antonelli e al suo Gruppo, augurandogli di continuare nel suo impegno e di avere successo nel suo tentativo di unire o, quantomeno avvicinare, un po’ tutti i gruppi che si dedicano alla sicurezza delle gare ciclistiche».

VITTORIO ADORNI – Presidente UCI World Tour, ex Campione del Mondo.
«Nel 2001 quando arrivai all’UCI incominciammo subito a riconsiderare la questione della sicurezza. La prima grande innovazione fu l’introduzione dell’obbligo del casco, da prima escluse le salite, e poi esteso all’intera corsa.
Come commissione sicurezza dell’UCI verifichiamo sistematicamente le segnalazioni e i rendiconti che ci pervengono dalle varie gare, per apportare i progressivi miglioramenti.
In tempi più recenti ci siamo battuti per l’uso di transenne che non provocassero cadute a causa di piedini troppo sporgenti.
Adesso però, che le volate dovrebbero essere più sicure, è nato un nuovo problema: le volate le vogliono fare tutti, anche i non velocisti, e questi, privi della dovuta sensibilità e destrezza, sono spesso causa di capitomboli generali.
All’interno del panorama internazionale, gli organizzatori italiani si distinguono per la loro qualità.
La novità del 2013 è che l’UCI ha stabilito l’obbligo di uno speciale  patentino per tutti i conducenti dei veicoli che saranno accreditati al Giro d’Italia e al Tour. E questo per evitare incidenti poco edificanti come quelli verificatesi recentemente in alcuni grandi giri».

LUIGI ROSSI – Presidente della Polisposrtiva Camignone – PREMIO SICUREZZA 2012
«Vi ringrazio per la decisione di assegnare alla mia società “Polisportiva Camignone” il Premio Sicurezza. Un riconoscimento che voglio estendere a tutto il ciclismo della provincia di Brescia.
Devo sottolineare che già nel passato gli organizzatori del Giorno della Scorta avevano insignito il Premio a Luigi Bussacchini della” Aspiratori Otelli”, un direttore sportivo che ha sacrificato la vita per salvare dei giovani ciclisti in allenamento. Il riconoscimento di oggi lo considero esteso a quanti si assumano delle responsabilità. Mi riferisco ai presidenti di società, ai direttori di corsa, alle scorte tecniche, alle forze dell’ordine e molti altri addetti volontari, che si sentono ancora di spendersi per gli altri. Nel nostro caso per la sicurezza dei ciclisti.
La vostra presenza mi fa dire che non siamo soli e questo ci incoraggia di andare avanti. La giornata di oggi mi fa anche dire che attraverso queste iniziative è possibile costruire rapporti di stima tra società e soprattutto tra noi dirigenti e appassionati di ciclismo. Di nuovo grazie».
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