OSCAR TB. La ragazza più forte è Anna Zita Maria Stricker
| 08/11/2012 | 09:50 Pochi dubbi sulla Donna Junior italiana più forte della stagione da poco conclusa, è Anna Zita Maria Stricker della SC Vecchia Fontana. La diciottenne bolzanina che quest'anno ha conquistato il titolo tricolore a Pergine Valsugana, ha sfiorato il successo al campionato europeo di Goes ed è salita sul podio iridato di Valkenburg, chiude la sua brillante stagione con la ciliegina sulla torta dell'Oscar tuttoBICI Gran Premio Giordana. Appena tornata da una settimana di vacanza a Sharm El Sheik, ha fatto con noi il punto sul suo 2012 e sul suo futuro a breve e lungo termine.
Oltre ad andar forte in bici, cosa fa nella vita Anna Stricker? «Abito a Lasa in Val Venosta, proprio sul confine con l'Austria, con mamma Michela, che è assistente dentista e papà Markus, che possiede una piccola ditta. Sono una studentessa del Liceo sportivo di Silandro, in Alto Adige, e oltre al ciclismo coltivo gli interessi che tanto appassionano le ragazze della mia età. Mi piace fare shopping, telefonare, chiacchierare e far festa con gli amici andando in discoteca a ballare. Il tutto chiaramente compatibilmente con la vita da ciclista. Vado in bici da otto anni, non ho altri sport in particolare che mi fanno impazzire, ma non mi dispiace assolutamente la montagna». Il 2012 per te è stato un anno quasi perfetto. «Proprio così. É stata una stagione fenomenale, che probabilmente nessuno si aspettava. Io all'inizio ero consapevole di andar forte e volevo dimostrare di poter far bene anche al di fuori dell'Italia ma non mi aspettavo di ottenere così tanti risultati importanti. Ci tengo a ringraziare la mia squadra, dal presidente alle compagne, ma anche lo staff e tutte le persone che hanno reso quest'annata indimenticabile. Sul podio ci sono finita più volte io, ma è merito di tutte le mie compagne e dell'intero gruppo. Dopo la vittoria del titolo italiano ho acquistato più fiducia in me stessa e ho conquistato anche il CT Dino Salvoldi che ha creduto molto in me. Grazie al lavoro con la Vecchia Fontana e con la nazionale ho centrato la convocazione agli Europei, al Giro d'Olanda, durante il quale ho avuto modo di correre al fianco di Giorgia Bronzini e di imparare dalle migliori cicliste della massima categoria a livello internazionale, infine ho partecipato e portato a casa una medaglia ai mondiali. Insomma, il massimo che potessi desiderare». Parlando del futuro cosa puoi svelarci? «Nel 2013 passerò tra le Donne Elite e correrò per la Mcipollini Giambenini. Essendo il mio primo anno tra le big l'obiettivo principale per me sarà accumulare esperienza e adattarmi a un mondo, che sono sicura sarà molto diverso da quello a cui sono abituata. Non so ancora quale sarà il mio programma, ma Luisiana Pegoraro ha intenzione di schierarmi già al Tour de Qatar, la prima gara dell'anno e io non vedo l'ora. Di certo non sarà una stagione semplice, anzi mi aspetta anche l'ultimo anno di scuola quindi sarò molto impegnata ma darò il massimo per farmi trovare pronta. Il motto più che vincere, sarà farsi vedere». Se avessimo una palla di cristallo, come vedremmo Anna tra qualche anno? «Spero ciclista a tempo pieno. Sono già un po' stufa della scuola, quindi non penso di iscrivermi subito all'università ma di dedicarmi almeno per un po' alla bici. Mi piacerebbe riuscire ad entrare in un corpo statale, il che rende a una ragazza più facile vivere di ciclismo. Se dobbiamo proprio sognare, lo so la sto sparando grossa, mi piacerebbe diventare una campionessa come Marianne Vos. Quello che è riuscita a realizzare lei è fenomenale, ha vinto di tutto e in ogni specialità, forse anche troppo. Imitarla, per quanto possibile, non sarebbe male».
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