| 29/08/2012 | 08:32 Ce n’è voluta, ma finalmente abbiamo la scoperta del secolo: hanno inventato il ciclismo. L’attesa è durata più di cent’anni, da quando i primi goffi tentativi partorirono aggeggi ridicoli come il biciclo e il triciclo. Sono servite tante sperimentazioni, una montagna di errori e di correzioni, ma ne è davvero valsa la pena: grazie alla Sky, nasce finalmente l’affascinante sport della bicicletta.
Prima? Prima non c’era niente. Lo sappiamo tutti. L’abbiamo visto tutti. Squadre scalcinate, approssimazione, disorganizzazione, sciatteria, miopia e stupidità. Un movimento allo stato brado. La Banesto? La Mapei? La Motorola? E prima ancora, ai tempi loro, la Salvarani e la Molteni? E la Carrera e la Chateau d’Ax? Non scherziamo. Compagnie amatoriali, circoli parrocchiali. Adesso che è arrivata la Sky, finalmente tutti possono fare i confronti e tirare le debite conclusioni. Non fossero arrivati gli inglesi, chi mai avrebbe potuto immaginare qualcosa di simile?
Troppa ironia stufa. Meglio appoggiarla un attimo sul tavolo e andare dritti sul bersaglio. Con una premessa doverosa: questa storica vittoria di Wiggins al Tour (che per me resta la vittoria scippata a Froome) va davvero raccontata come un evento particolare e carico di significati. Più che altro, non insisterei troppo sulla suggestione della prima volta: ormai, a forza di mondializzare, è sempre la prima volta di qualcuno (all’ultimo Giro, del Canada). Non è questo il punto. Il bi-trionfo inglese merita tanti applausi e un sincero inchino, magari abbinato ad un sentito vaffangiro per i creativi francesi dei cento chilometri a cronometro e dei due soli tapponi di montagna. Detto tutto questo, però, dobbiamo fermarci. Dovremmo. Punto e a capo. Invece, stranamente, hanno aggiunto tutti quanti un carico di spiegazioni e di conclusioni che fa diventare indigesto e sgradevole il meritato trionfo. Mi riferisco proprio alla sinfonia di violini sul metodo Sky, sull’innovazione Sky, sull’organizzazione Sky, sulla filosofia Sky: tutto così rivoluzionario, tutto così moderno. Tutto così.
Vorrei evitarmi il fastidio di sentirmi accusare d’invidia italiota o di grettezza provinciale. Rispedisco cordialmente al mittente, in modo preventivo, queste idiozie. Sono strafelice che il ciclismo possa ancora vantare, anche in questa congiuntura mondiale da lamette ai polsi, grossi sponsor e grossi investimenti. Anche se sono sempre meno italiani, anche se sono sempre più lontani. Non è questo il problema, non è la Sky in quanto squadra a rendersi sgradevole. È tutto il contorno di superlativi e di lecchini a creare disgusto. Wiggins e Froome, assieme ai lazzari resuscitati come Rogers (ma come l’hanno tirato fuori dal sarcofago?), assieme alla grandezza riconosciuta di Cavendish, costituiscono la grossa egemonia di quest’epoca. Nessuno può negarlo. Ma riconoscere tutto questo non significa dover attribuire alla Sky anche i crismi di una magica primogenitura, come se davvero fino all’avvento della Sky niente fosse mai esistito. Ne sono sicuro: non avremmo la Sky se non avessimo contato prima tante esperienze gloriose, del tutto meritevoli di uguale ammirazione e analoga stima. Ho provato a guardare e a riguardare in controluce il fenomeno di questo squadrone, ma sinceramente non sono mai riuscito a trovare un solo elemento di sconvolgente novità. Soltanto una massiccia dose di “Caressismo” può spacciarlo per rivoluzione copernicana. In questo alla Sky sono maestri. Ma non è che noi dobbiamo essere asini per forza.
Ricordo che un giorno, agli albori, invitarono i giornalisti a contemplare il loro pullman, presentato come fosse una fantascientifica astronave, o giù di lì. Ma per quanto i padroni di casa lo decantassero, con le sue comodità e le sue tecnologie, nessuno degli astanti riuscì a vedere qualcosa di veramente diverso da qualcosa di già noto, un bel pullman.
Certo non si può dire che alla Sky manchi la potenza mediatica per promuoversi. Certo non si può dire che in casa non sappiano fare bene il loro mestiere. Ma non sta scritto da nessuna parte che tutti noi, fuori dal cerchio magico, si debba prendere per fenomeno paranormale un normale team di altissimo livello. Stiamo calmi. La Sky ha vinto bene un Tour disegnato su misura da organizzatori in odore di servilismo. Questo è tutto, non c’è altro da aggiungere. Benvenuto dunque al Regno Unito tra i grandi miti del ciclismo. Facendo il loro ingresso nella prestigiosa galleria, gli inglesi - e il seguito di lacchè internazionali - dovranno però sforzarsi di accettare una dolorosa verità: il ciclismo l’hanno inventato prima, molto prima.
Finalmente un bell'articolo......questa volta da condividere parola per parola, comprese le virgole
D'accordo ma .............
29 agosto 2012 10:32passion
D'accordo sull' "esibizionismo pubblicitario" della SKY ma io avrei speso due parole sul perchè gli inglesi oggi sembrerebbero i più forti al mondo.
Strada, pista, velocità, endurance, niente sembra loro precluso.
Qual'è il motivo di questa rivoluzione sportivo-geografica?
Credo sia più utile chiedersi questo, piuttosto che andare a giudicare il comportamento di un colosso che fa i suoi non piccoli interessi, sfruttando gli “investimenti” che sicuramente avrà fatto per il raggiungimento di certi risultati.
Vera innovazione, nuove metodologie o cos’altro ha favorito questo exploit ai massimi livelli?
Chiediamoci questo e lasciamo alla SKY fare il gioco che, purtroppo, oggi tutti sono autorizzati a fare dopo aver “tanto investito”.
solito articolo inutile
29 agosto 2012 10:57maicol
A cosa severa questo articolo..invece di apprezzare un lavoro fatto da un vero manager a costruire in pochi anni la squadra poi forte del mondo senza far scappare gli sponsor come in Italia possiamo solo criticare ed essere invidiosi cosa che a noi viene facile....va be il bus Nn avra nulla ma dopo la Sky tutte le altre squadre che hanno potuto i anni sostituito con uno di dimensioni simili quindi vuol dire che innovazione la portano e Nn solo su i bus...
Imparare italiani imparare
la storia del sarcofago di Rogers ....
29 agosto 2012 11:23mrfc
Gatti qui, poco informato, esagera!!!!
29 agosto 2012 12:07frect
Non e' che fra 10 anni si scoprira' che erano innovatori anche nel doping?
29 agosto 2012 12:59azalai
ma! che dire...l'articolo di gatti è condivisibile del tutto,ma è anche vero, come qualcuno ha commentato, che la sky insieme alla federazione inglese ha seminato prima e poi raccolto molto.
la cosa che mi fa paura è che questo/i squadroni snaturino e rovinino il ciclismo, che non dimentichiamoci è uno sport individuale; seguo il ciclismo da 25 anni ed un tour cosi brutto non lo ricordo. troppa squadra snatura questo sport.
Gatti
29 agosto 2012 17:16extremo1
Concordo pienamente con il Dott.Gatti, non me ne vogliono gli altri commentatori.Sembra che la Ski abbia fatto la scoperta dell'acqua calda.Che sia una grande squadra nessuno lo mette in dubbio,quanto ci sono i soldi è facile accaparrarsi atleti, questo non significa che fossi invincibile.Forse altre squadre hanno peccato di ingenuità,non standoci tra di loro una vera intesa e coalizione,l'ha fatta da padrona.Vedremo quanto resisterà e se sarà in grado di mantenere in un prossimo futuro i contratti.Basta la fuga di qualche sponsor e addio risultati e quant'altro, manager,atleti ecc.
Per poter commentare i post devi esser registrato.
Se sei giá nostro utente esegui il login altrimenti registrati.
Benjamin THOMAS. 10 e lode. Fa lo scatto del fagiano per portare via la fuga subito dopo il passo del Bracco. Fa il ghepardo nel finale in casa di Re Leone. Una zampata da autentico felino, capace di leggere le...
Finalmente un attacco serio, deciso, feroce a Pogacar. Lo sloveno che vince facile ha finito di fare la bella vita. Per un lungo tratto, un interminabile incubo, ha perso virtualmente la sua maglia rosa. E pure il calzoncino. Troppo forte...
Ha animato la tappa con gli altri tre compagni di fuga e a pochi metri dalla linea d'arrivo di Lucca Benjamin Thomas ha lanciato lo sprint che gli è valso la decima vittoria in carriera, la prima stagionale per la...
Lucca festeggia il ritorno del Giro d'Italia in città dopo 39 anni regalando una grande sorpresa alla corsa rosa: i velocisti attesi sono stati beffati dagli attaccantio di giornata e a festeggiare il successo è Benjamin Thomas, stella francese della...
Spiegato il motivo delle difficoltà del seguito ufficiale nel raggiungere le partenze e gli arrivi di tappa: quest’anno la segnaletica è stata affidata a esperti di caccia al tesoro. Dopo aver vinto la sua seconda tappa al Giro ancora il...
Con la Karcag-Hajdúszoboszló di 170 km oggi è scattato il Giro di Ungheria. Al termine di una volata a ranghi compatti si è imposto l'australiano Sam Welsford, della Bora Hansgrohe, che batte il giovane under 23 Samuel Quaranta (MBH Bank...
La scorsa settimana abbiamo telefonato al decano dei team manager Bruno Reverberi, in quest'apertura di Giro d'Italia Pier Augusto Stagi ha parlato personalmente con il decano dei direttori sportivi: Beppe Martinelli parla sia della "corsa rosa" di Pogacar che della...
È nella grande scenografia di Genova, non distante dall’iconica Lanterna che si raduna il Giro d’Italia per affrontare la quinta tappa. Sono 178 i chilometri da percorrere per raggiungere il traguardo di Lucca, in Toscana. Tracciato che propone dapprima la...
Lo scrigno della memoria è sempre carico di emozioni che si intersecano una con l'altra, quasi in un disegno soprannaturale fatto di piccoli momenti, di strade al bivio, di coincidenze. Lo scrigno della memoria si è aperto per riportarci sul...
Carlo Oriani era un bersagliere ciclista. E da bersagliere ciclista (nella foto) partecipò alla Prima guerra mondiale. Si racconta che, durante la ritirata di Caporetto, per tentare di salvare un commilitone, “el Pucia” (questo il soprannome regalatogli per la cura...