CASO POZZATO. La frequentazione sarebbe continuata fino al 2010
| 29/06/2012 | 10:02 La Procura antidoping del Coni ha chiesto un anno di squalifica per
Filippo Pozzato «per essersi avvalso della consulenza e prestazione di
soggetto inibito durante il periodo 2005-2010 e quindi in modo continuo
e reiterato, violando le disposizioni normative succedutesi durante
l'anzidetto periodo». E dal comunicato emerge un'altra novità: Pozzato
è andato dal dottor Michele Ferrari anche dopo il 2009. E quindi nel
2010, l'anno del 4° posto al Mondiale di Geelong. Insomma, la
collaborazione che sembrava aver dato in un primo tempo il corridore
non è servita a contenergli la squalifica. In realtà la Procura ha
ritenuto che Pozzato non abbia detto la verità. Intanto, sin dal 2008
Ettore Torri aveva personalmente informato tutti i medici sportivi del
ciclismo e i dirigenti delle principali società di quali fossero i
medici inibiti. E aveva avvertito che, frequentandoli, i loro atleti
sarebbero incorsi in squalifica. Inoltre nel 2008 proprio la Liquigas,
squadra per cui correva Pozzato e che a fine anno non aveva rinnovato
il contratto al veneto, aveva annunciato ai suoi tesserati pesanti
ammende se avessero frequentato medici esterni al team.
Un lunga telefonata Probabilmente
sul deferimento di Pozzato ha influito anche una lunga telefonata che
il procuratore antidoping del Coni, Ettore Torri, ha avuto in questi
giorni con il pm della Procura di Padova Benedetto Roberti. I due hanno
parlato soprattutto dei tempi di chiusura dell'inchiesta veneta, ma
probabilmente i due magistrati si saranno anche scambiati informazioni
sull'audizione di Pozzato il 19 giugno alla Procura antidoping. Proprio
da questo sarebbero emerse le contraddizioni se, a verbale, Pozzato
aveva fatto scrivere di aver frequentato Ferrari («solo per le tabelle
di allenamento») dal 2005 al 2009 mentre ora nel deferimento si parla
di 2010.
Tempi di giudizio Chiaramente fino alla decisione del
Tribunale nazionale antidoping (Tna) Pozzato può continuare a correre,
nei suoi confronti non c'è nessuna richiesta di sospensione salvo le
norme che gli impediscono di indossare la maglia azzurra. Lunedì il Tna
dovrebbe riunirsi per decidere il giorno dell'udienza.
Addio
Olimpiadi Ma il deferimento impedisce di fatto la convocazione di
Pozzato nella squadra azzurra che parteciperà all'Olimpiade, di cui
Pippo avrebbe dovuto essere la punta. A chiarirlo, in una nota
ufficiale, lo stesso presidente della Federciclismo, Renato Di Rocco.
«I regolamenti del Cio non consentono agli atleti che abbiano
deferimenti in corso di partecipare ai Giochi — ha detto —. D'altronde,
il fatto che questa federazione stia privilegiando i contenuti etici
rispetto a quelli sportivi è ormai acclarato». E il corridore, che non
è stato possibile raggiungere al telefono, su twitter si è limitato a
un messaggio: «Grazie a tutti i tifosi vicini... per me siete
importantissimi!! Oggi meglio non commentare... Magari ci penso un
attimo a mente fredda».
L'inchiesta penale Intanto l'inchiesta della
Procura di Padova dovrebbe essere arrivata alle battute finali. Il pm
Roberti dovrebbe aver ricevuto in questi giorni anche del materiale
della Procura di Torino. Si tratta di una vecchia inchiesta del 24
settembre 2001 che aveva portato a 12 arresti e 102 indagati. Oltre a
cicloamatori c'erano bodybuilder, calciatori e nuotatori, dietro tutto
questo ci sarebbe stato anche un personaggio già noto alle Procure di
diverse città italiane, coinvolto in inchieste da Brescia a Trento,
visto anche all'ultimo Giro d'Italia. Roberti, con gli uomini dei
carabinieri del Nas di Firenze e Brescia e la Gdf di Padova, starebbe
approfondendo i contatti di questa persona con molti ciclisti di alto
livello di cui sarebbe «molto amico».
da «La Gazzetta dello Sport» del 29 giugno 2010 a firma Maurizio Galdi
...è vero che c'è la giustizia sportiva e quella penale per queste vicende...ma non comprendo, a livello di comunicazione, perchè il Sig. POZZATO nel suo profilo facebook, oppure in quello di twitter o nel suo sito personale..non ESTERNI una qualche sua dichiarazione che chiarisca i contenuti di tale vicenda, senza, per carità, sostituirsi ai vari tribunali o procure...ma visto che su twitter ogni giorno commentava le sue quotidianità...boh...ripeto...a livello di comunicazione mi pare una scelta, la Sua, più che discutibile...
Francesco Conti.
29 giugno 2012 10:31frect
Il problema non e' la frequentazione, il problema e' che questo qui con il miglior medico a disposizione, con le migliori armi....... a disposizione non ha mai vinto niente, e i giornalai continuano ad osannarlo.
MA CHE UOMO E'?
29 giugno 2012 12:48ewiwa
Da atleta si commenta con i modesti risultati....ma da uomo che figuraccia ad ogni caso di doping si ergeva a tribuno ( specialmente contro quello sciagurato di Riccò) ma da quale pulpito .....che pena!!!!! e non cito l'episodio del Tour con l'Americano contro Simeoni.
ha ragione EWIWA
29 giugno 2012 15:42ale63
a Napoli direbbero che e' un 71..!
a tutti i fenomeni
29 giugno 2012 17:48marcuzgirardi
ma vi risulta che sia mai stato trovato positivo ad una qualunque sostanza vietata?? Continuate a guardare gli europei di calcio fenomeni... e magari difendete Pellizzotti
29 giugno 2012 18:08Melampo
Conosco sportivamente Filippo Pozzato da quando era juniores. Non è mai stato un campione di simpatia, ma questo è un altro discorso. Io non credo che sia giusto infliggere questo tipo di squalifiche, non essendo mai stati trovati una volta positivi all'antidoping. In ogni caso, reputo che comunque il corridore sia molto sopravvalutato, inaccostabile agli ultimi due campioni da gare in linea che abbiamo avuto, Michele Bartoli e Paolo Bettini, senza scomodare Gianni Bugno, Moreno Argentin & C., ed anche l'ultimo che abbiamo in attività, Damiano Cunego (Un Giro d'Italia, 3 Lomdardia, un Amstel). Spero per lui che sia una situazione che si possa risolvere positivamente, perchè ritornare a correre a 32 anni suonati, per lui potrebbe voler anche dire fine della carriera. Mi auguro di no.
COMPLICAZIONI
29 giugno 2012 20:38stargate
Le cose paiono complicarsi per Pozzato: è questo il significato dell'estensione dell'accusa di aver frequentato Ferrari sino al 2010. In questo modo, se la notizia fosse confermata, perde molto del suo valore quello che è stato definito "comportamento collaborativo", perché tale sarebbe solo parzialmente. Altra complicazione è rappresentata, a mio giudizio, dal fatto che il procuratore Torri abbia a suo tempo informato i dirigenti delle società sui nominativi dei medici inibiti, tra i quali, c'è da supporre, anche Ferrari. A questo punto, dal 2008 in poi, cadrebbe anche la giustificazione riguardante le carenze del casellario di federciclismo (leggi intervista dell'ineffabile Di Rocco, secondo cui "il sistema scricchiola"), nel quale non compare il nome di Ferrari. Non mi accodo a chi parla apertamente di doping, ritenendo che la dietrologia (che, ammettiamolo, in più di un caso si dimostra fondata, ma che non ha dignità giuridica) non porti da alcuna parte, ma credo, da sportivo, di poter censurare il comportamento del corridore. (Alberto Pionca - Cagliari)
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