| 06/12/2005 | 00:00 E' morto Charly Gaul. L'ex ciclista lussemburghese, celebre campione degli anni '50, autore di imprese memorabili al Giro d'Italia e al Tour de France, è deceduto questa mattina dopo essere stato colpito da un'embolia polmonare. Tra due giorni avrebbe compiuto 73 anni. Gaul, premiato alcuni anni fa come sportivo lussemburghese del secolo, era ricoverato in ospedale dopo un malore nella sua casa di Itzig, località a dieci chilometri da Lussemburgo.
Addio all'Angelo della Montagna, quel piccolo e fragile lussemburghese di nome Charlie Gaul che sul Bondone stupi' compagni di strada e sportivi di tutto il mondo. Entro' nella leggenda dello sport, lui che era nato l'8 dicembre 1932 a Pfaffhenthal, per aver dominato in una giornata epica la salita alle porte di Trento: era l' 8 giugno 1956, tappa Merano-Bondone, 242 km con alcuni passi durissimi come il Rolle e il Broccon sterrato. Charlie fu piu' forte persino di una tempesta di neve che costrinse al ritiro gran parte dei corridori. Lo aiuto' l'astuzia di Learco Guerra che fece preparare due mastelli di acqua calda in cui immergerlo, per evitare che il freddo intenso lo paralizzasse in salita. In cima al Bondone Gaul arrivo' solo, con diversi minuti sugli avversari, tra i quali uno stoico Fiorenzo Magni, spalla fratturata e manubrio tenuto con i denti, attraverso un laccio particolare. Gaul a sorpresa fece suo quel Giro con Magni al secondo posto. Gaul era uno scricciolo di scalatore, dal carattere chiuso, con pochi amici in gruppo: amava il freddo e le condizioni climatiche proibitive. Per questo riusci' a vincere anche il Tour del 1958: in una giornata di pioggia terribile sulle Alpi riusci' a sfilare la maglia gialla a Favero, e l'anno dopo sempre in montagna batte' niente meno che Anquetil al Giro d'Italia. Ha vinto corse importanti anche se non tantissimo, e ha vissuto il resto della sua vita da mito e da eroe del ciclismo: un ricco e facoltoso appassionato tedesco gli ha persino dedicato un museo a Kaiserlautern tutto per celebrare le sue imprese. Tra lui e Pantani l'amicizia sincera scoppio' quasi inevitabile, e sincero fu il dolore di Charlie alla sua scomparsa tanto da essere presente al funerale del Pirata anche se in non buone condizioni di salute. ''Era il mio erede'', ha detto tante volte Gaul riferendosi a Pantani, lui che aveva un carattere cosi' diverso dal Pirata: lui cosi' chiuso di carattere tanto da essere considerato quasi un eremita, tanto estroverso il romagnolo. Ma tutti e due vere aquile, o angeli, delle montagne.
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