FIGURE E FIGURINE. Easy Ryder

| 25/05/2012 | 19:58
di Angelo Costa

Destino di un nome: Hesjedal, primo canadese a due piazze vista l’altezza che porta in Giro, si chiama Ryder, che al netto della grafia significa corridore. Poteva andargli decisamente peggio: se il suo sportivissimo papà si fosse svegliato male e avesse deciso di chiamarlo Catcher, magari si sarebbe dato al baseball. Se si fosse limitato a un generico Player oggi avremmo un normale giocatore di pallone o di football americano. Nel caso di Driver, il lungagnone canadese sarebbe stato costretto ad infilarsi dentro l’abitacolo di una monoposto. Ma il vero guaio sarebbe stato se si fosse chiamato Jockey: di avere un fantino così si sarebbe rifiutato anche il cavallo.
Di Hesjedal in questo Giro si sono scoperte molte cose. Ad esempio, che è uno e trino. In corsa: va a cronometro, va in discesa e va pure sulle grandi salite. Ma anche nella vita: è nato in Canada, tiene casa in Spagna e si concede lunghe vacanze alle Hawaii. Dove lo raccontano come un accanito praticante di surf. Gli è servito anche sulle nostre strade: ha visto passare l’onda anomala di un Giro con molta crono all’inizio e due tappe vere in coda e l’ha cavalcata. Se gli riuscirà l’impresa di conquistare una grande corsa a tappe, come sta per fare, ha già pronto il prossimo obiettivo: vincere i Mondiali. Di surf.
Di poter fare un figurone dalle nostre parti si è convinto fin dalla Danimarca: quando gli hanno detto che in Italia è grande la passione per la tavola, voleva sbarcare qui con la sua. Gli hanno spiegato che non parlavano di oceano. Così l’hanno obbligato a stare in bici sempre: in corsa e anche dopo. Non a caso, le sue interviste le ha concesse tutte mentre pedalava sui rulli, pratica che la tv ha puntualmente descritto come defatigante (anche se significa esattamente il contrario: affatica). Gli è servita per tonificarsi e, soprattutto, per evitare l’unica salita di questo Giro da cui è davvero difficile riprendersi: quella sul palco del Processo. Anche grazie a questi accorgimenti, sta avvicinandosi al trionfo: per prepararsi degnamente, a Pampeago ha già detto  che ‘diciassette secondi da Rodriguez sono meglio di trenta’. Già pronta la dichiarazione per il palco di Milano: ‘Ride bene chi Ryder primo’.

La frase del giorno. «Si può attaccare Hesjedal? Chi non gioca alla lotteria non vince». (Joaquin Rodriguez conferma che azzeccare il vincitore di questo Giro era un terno al lotto).

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