FIGURE E FIGURINE. Giù il basco

| 19/05/2012 | 16:49
di Angelo Costa

Tutta la nostra solidarietà a Ivan Velasco Murillo, basco della baschissima
Euskaltel: da giorni pedala bendato dal collo ai piedi. Non lo fa per lanciare una nuova moda: si è grattugiato come una buccia di limone in un’assurda caduta nella tappa di Assisi. Spaventato da una moto del seguito che all’improvviso è sfilata velocissima alla sua destra, ha scartato verso il centro della strada: ironia della sorte, è finito sotto l’ammiraglia della sua squadra. In tv è passata la versione light, quella che evita di provocare grane: il povero basco è stato investito da una macchina del suo team. E come no: adesso l’ottimo Cavallo, che non è una delle tante bestie in Giro ma il tecnico italiano della squadra, stimola i suoi corridori facendo sentir loro il paraurti. E magari in albergo, se sono andati piano, li frusta mentre il suo vice gli spara addosso il getto dell’acqua gelata.
Facile dare la colpa all’ammiraglia. Oltretutto, nelle prime due settimane di Giro, in assenza di salite i rischi per i corridori si sono ridotti a due: le curve assassine e le moto pirata. Specialmente se targate Rai: quella del telecronista ha fatto cadere un corridore, quella dei tecnici si è fatta tamponare dallo svizzero Hollenstein, che nell’incidente si è spezzato una clavicola. E’ una vera e propria giungla, e non manca nemmeno Tarzan: anche quello arriva su una moto della Rai e si infila in mezzo ai corridori dando del ‘voi’ a tutti e urlando tutto ciò che in tv non si vede, come ‘il tale si sta mettendo la mantellina’ oppure ‘la strada è bagnata’. A volte sale di livello gridando ‘il corridore in fuga sta andando a tutta’.
Vittima di questo putiferio, il povero Velasco Murillo meriterebbe un monumento: al caduto. Conciato da buttare, ad Assisi è arrivato al traguardo in lacrime: non per il dolore, ma per non esser riuscito a prendere la targa di quel pirla che ha provocato il suo ruzzolone. Immediata la solidarietà dei compagni, che alla sera gli hanno noleggiato un film per aiutarlo a dimenticare i guai: chissà perché, la scelta è caduta su ‘La mummia’. Ma il basco è tipo tosto e non si arrende facilmente: la
sua corsa adesso è contro il bruciore delle ferite che la notte gli impedisce di dormire. A volte, nel silenzio degli alberghi, riecheggia un urlo, con parole tipo ‘aialaaa’: in squadra pensano che Velasco invochi il compagno Ayala Minguez. Ma non è così.

La frase del giorno. «Eravamo il Chievo della serie A, adesso siamo l’Udinese».  (Gianni Savio, manager dell’Androni, dà un calcio ai luoghi comuni).



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