ATTACCHI & CONTRATTACCHI. Convitati di pietra preziosa
| 17/05/2012 | 19:10 di Cristiano Gatti
A due settimane dal via, non sappiamo ancora a chi dire bravo, ma sicuramente sappiamo a chi dire grazie: alle squadre italiane invitate, magari con concessione dall’alto, dopo averle tenute sulla corda per mesi, insonni e angosciate per il loro destino, inevitabilmente legato a doppio filo con il Giro. Altro che invito: dovrebbero avere dal Giro una medaglia. Il Giro dovrebbe pregarle in ginocchio perché continuino a iscriversi. Riguardando il film rosa, i momenti più divertenti sono tutti legati ai convitati di pietra (preziosa). Ogni giorno questi team sacrificano qualche ragazzo valoroso, spremendolo nelle lunghe fughe impossibili. Quanto meno, tengono in piedi la diretta. E sarebbe già abbastanza, con l’aria che tira. Invece sono pure capaci d’essere concreti, aggressivi, feroci. Sono capaci di vincere. La Farnese di Scinto ancora no – e ti credo: gli hanno pure macellato Pozzato con una curva truculenta a Frosinone -, ma l’Androni di Gianni Savio e la Colnago dello Zio Reverberi invece sì. Tre centri. E che centri. Pozzovivo firma l’assolo obiettivamente più bello a Lago Laceno, Chavez vince a Porto Sant’Elpidio, Ferrari – dopo il delirante contromano di Horsens – si toglie il gusto esclusivo, riservato a pochissimi, di umiliare Cavendish in uno sprint. Lo dico apertamente: per quello che già hanno fatto, le tre squadre italiane invitate potrebbero pure aprire le sdraio e mettersi comode sotto gli ombrelloni, da qui alla fine. Ma sono sicuro che non lo faranno. Tutti i giorni faticheranno per dimostrare che quell’invito non è una concessione pietistica, ma un merito sacrosanto. Nel Paese che ogni tre per due sostiene di sognare un sano ritorno alla meritocrazia, queste squadre si stanno già portando avanti. Al Giro non si viene e non si vince per raccomandazione: si lotta e si suda per guadagnarsi un posto al sole. Spero vivamente che adesso anche certe squadre iscritte per motivi di casta, leggi World Tour, si rendano conto della situazione, restituendo un senso alla loro presenza. Di alcune mi sono accorto soltanto alla partenza, incrociando pullman e ammiraglie. Certi corridori li ho visti soltanto negli alberghi, la sera. Davvero sono questi prestigiosi marchi a dare lustro? Oppure la loro presenza obbligata, di malavoglia, con le riserve delle riserve, non è forse un’intollerabile offesa al Giro d’Italia? Nell’attesa che questo problema serissimo venga un giorno affrontato, mi auguro che almeno i gestori del Giro abbiano la memoria lunga. Così che nella prossima primavera, quando si tratterà di distribuire le famose wild-card, i valorosi invitati di oggi non tornino ad essere trattati come i pezzenti di sempre
Tiriamo fuori dalla gara chi non ha interesse a correrla!!!
17 maggio 2012 19:43valentissimo
Forse è il caso che la RCS ridiscuta la politica degli inviti e si prenda il diritto di portare almeno a 5 le squadre da poter invitare liberamente. Ci sono troppe squadre che vengono al giro di malavoglia e mandano alcuni atleti a fare i turisti, questo non è corretto ne verso gli organizzatori, ne perso i tifosi che meritano un altro impegno.
Almeno per due team del circuito World - Tour, ci deve essere la possibilità di rifiutare l'iscrizione per manifesta inferiorità dell'organico rispetto alle aspettative dell'organizzazione ed al prestigio della gara.
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