GIRO 2013. Napoli, il Sud, il Gavia, il Galibier. E Contador

| 10/05/2012 | 09:03
VERONA. Tre giorni di corsa e subito il primo riposo, necessario per lasciare la Danimarca e raggiungere la città di Romeo e Giulietta, legata al ciclismo per i due Mondiali organizzati qui nel 1999 e 2004 (entrambe le volte vinse Freire) e ancora prima per l’entusiasmante recupero a crono sul compianto Laurent Fignon di Francesco Moser, che proprio nell’Arena vinse nel 1984 il suo primo e unico Giro all¹età di 33 anni. Si ricomincia con una cronosquadre di 33,2 chilometri: in attesa di nuovi verdetti, nei giorni scorsi abbiamo raccolto indiscrezioni sul Giro 2013. Il tracciato è in fase di allestimento, visto che la presentazione
ufficiale avverrà nel mese di ottobre. A distanza di 50 anni dall¹ultima volta, come abbiamo già scritto, la partenza sarà da Napoli: nel 1963, l’edizione del bis rosa di Franco Balmamion, si esordì con la tappa Napoli-Potenza, vinta da Vittorio Adorni. Stavolta si sta studiando una doppia possibilità: crono a Ischia e poi seconda tappa nel capoluogo campano, oppure cronosquadre in città e poi subito verso il Sud. La scelta dipende dalle difficoltà organizzative, che ovviamente aumentano in caso di esordio sull¹isola. Di certo si sa che la discesa verso il Meridione avverrà sul versante tirrenico.

CALABRIA Dalla Campania si scenderà sino alla Calabria, ma senza poi traghettare in Sicilia. In questa prima parte verrà sistemata una salita, che però non dovrà spezzare troppo presto la classifica: arrivi per velocisti e per finisseur, insomma. Nel ritorno verso Nord si andrà in Puglia, per poi toccare la sponda adriatica e risalire sino al Nord-Est, che dovrebbe anticipare il nord-ovest nella scorpacciata finale di salite. Sarà un Giro duro e compatto, senza lunghi trasferimenti. Si toccheranno sicuramente Vicenza (a 30 anni dalla morte di Tullio Campagnolo, genio della bici) e Longarone, dove verrà ricordata la tragedia del Vajont dopo 50 anni esatti; probabilmente tappe anche a Firenze, percorrendo in anteprima le strade dei Mondiali su strada, e a Busseto, che vuole festeggiare il bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi.

GAVIA Stavolta niente Zoncolan, né Stelvio, perché le grandi salite non devono essere inflazionate. Rimandato anche il Crostis, dopo lo sgarbo del 2011, ma l’inedita ascesa friulana sarà sicuramente riproposta magari come cronoscalata in una delle prossime edizioni, per evitare i pericoli della tremenda discesa. Potrebbero esserci invece la Tre Cime di Lavaredo, di sicuro l’organizzazione ripasserà sul Gavia, presumibilmente scalandolo dal versante di Santa Caterina Valfurva e concludendo la tappa in Trentino dopo la lunga discesa che porta a Pontedilegno. Quella del Gavia sarà una delle tappe fondamentali del prossimo Giro.

GALIBIER Ma la chicca è come sempre riservata per il gran finale, che dovrebbe comprendere uno sconfinamento in Francia con la scalata del mitico Galibier, la montagna del volo di Pantani nel Tour ’98, e conclusione della frazione in vetta! È una scelta forte, quella della Rcs, visto che la stessa Grande Boucle è riuscita a sistemare il traguardo di  una sua frazione su una delle “sue” salite simbolo del ciclismo soltanto l’anno scorso, a cento anni esatti dalla sscoperta della montagna alpina. Gli stessi transalpini avrebbero voluto il Giro sull’Alpe d’Huez, ma la salita violata per la prima volta da Fausto Coppi nel’52 è un po’ troppo lontana dai patrii confini. Meglio appunto il Galibier.

INEDITE Ci saranno sicuramente salite inedite e mai comprese nella Corsa Rosa. Sicuramente un muro paragonabile allo Zoncolan (forse la spettrale Stentaria, sempre in Friuli), ma non Punta Veleno sul Garda (sperimentata al recente Giro del Trentino), perché la sede stradale è troppo stretta. Difficile che si salga anche sul Colle Nivolet (in Piemonte, sopra Ceresole Reale), perché la discesa verso il Gran Paradiso è ancora una scommessa ardita.

MATADOR Oltre al percorso, ci si occupa dei protagonisti. Attenzione, perché nel 2013 potrebbe ritornare Alberto Contador! L’iberico è in quotidiano contatto con i responsabili del Giro e che ama la Corsa Rosa. Se El Matador resterà con Riis nella Saxo Bank, il suo approdo in Italia sarebbe meno difficile, perchè il manager danese deve molto al Giro, che recentemente ha fatto conoscere al mondo Herning, la sua città natia.

da Tuttosport a firma di Paolo Viberti

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