LETTERA SUL CASO CUCINOTTA. Cara Corte Federale: dimettetevi
| 05/05/2012 | 13:48 Parto nell’affermare che ritenevo e ritengo assurda la delibera del Consiglio Federale della Federazione Italiana di vietare agli atleti squalificati per doping di vestire la maglia azzurra, una volta scontata la loro squalifica. Personalmente sono del parere che se un atleta fa uso di doping, contravvenga ai principi fondamentali dello sport, e quindi debba essere radiato: ma la regola oggi NON è questa.
Ma leggo con stupore i commenti – alla notizia da voi pubblicata - che sono la dimostrazione dell’assoluta impreparazione di molti lettori ad affrontare nella loro complessità problemi cosi delicati. Ritengo però non si abbia il diritto di esprimere soddisfazione per una decisione che sul piano puramente normativo costituisce un’assoluta nefandezza.
La Corte Federale aveva il diritto di esprimere UNA sola interpretazione sulla regolarità della norma”giustamente” contestata dalla Cucinotta. Tale unico diritto, la Corte, lo aveva però già usato con la pronuncia della decisione nr. 5 il 22/06/2011 sullo stesso argomento: allora affermando la regolarità della norma in questione. Cara Corte o le Vostre decisioni sono inappellabili e non riformabili per tutti come sovente avete ribadito, e come stabilito dallo Statuto, oppure le stesse sono la dimostrazione che siete assolutamente inattendibili e soggetti al volere di altri poteri.
La Vostra prima decisione esclude per Voi la possibilità di emetterne una seconda: ma oggi lo avete fatto! In tale vostra decisione inoltre vi è un riferimento che non corrisponde al vero: la decisione del Consiglio Federale è antecedente alla norma emanata dalla WADA e non seguente come da Voi scritto. Ma la decisione odierna è assurda per altri semplicissimi motivi che avrebbero dovuto scandalizzare il Presidente Di Rocco e l’intero Consiglio Federale e provocare una loro ferma presa di posizione: non esiste alcun Organo, in ambito federale, che abbia il potere di annullare una delibera Presidenziale o una delibera del Consiglio federale, che ricordiamo nello svolgimento delle sue funzioni è un Consiglio di Amministrazione.
La competenza della Corte è limitata all’emissione (ove fosse statutariamente consentita una revisione di una precedente decisione?) di una decisione interpretativa che obbliga il Consiglio federale ad emettere una nuova delibera di modifica e rettifica della precedente.
La decisione emessa dal Consiglio Federale, per l’intrinseca sua natura pubblicistica (derivante dal fatto che la maglia azzurra specialmente per le Olimpiadi è legata al CONI) non può essere da Voi annullata: ripeto PUO’ ESSERE MODIFICATA solo da una successiva delibera dello stesso Consiglio. Con tale atto la Corte ha fatto un ABUSO DI POTERE in quanto si è assunta un potere che non gli è riconosciuto da alcuna norma o legge: ma questo per voi è normale (basta leggersi le Vostre decisioni dal luglio 2011 in poi).
Tale decisione provoca, inoltre, un gravissimo precedente nell’ordinamento sportivo federale e, in generale, nazionale: poniamo che un Consiglio Federale deliberi di fissare lo stipendio di un qualsiasi tecnico o collaboratore federale, oppure deliberi una qualsiasi spesa. La Corte, sulla base dello stesso principio della decisione di oggi, può intervenire per annullare la delibera ritenendola immotivata? Solo pensarlo è comico: ma la Vostra decisione di oggi implica tale possibilità.
Ed allora cari Signori della Corte federale vi resta da fare quello che già vi ho consigliato in altra occasione: DIMETTEVI. Al Presidente Di Rocco, però questo dovrebbe ricordare molte cose, come ebbi a dire in un’assemblea nazionale a Bologna (1992?) a Omini, quando egli era Segretario Generale: “chi semina vento, raccoglie tempesta”.
Caro Presidente ha fatto uso in modo sconsiderato della Giustizia sportiva ed oggi si ritrova ripagato con la stessa moneta: la Federazione non é una sua azienda, come la Romeo Cicli, la Federazione è di tutti noi ed a noi – inteso come Assemblea nazionale - prima o poi (comunque entro il 31 marzo 2013) dovrà rendere conto e dare valide spiegazioni, come lo stesso dovrà fare la Corte federale.
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