GIOVANISSIMI. Gianni Bona: «Baby campioni? C'è troppa fretta»

| 20/03/2012 | 10:24
Scrive su «La Stampa» il prof. Gianni Bona, presidente della Società Italiana Pediatria: «Baby campioni sul podio? C’è troppa fretta, oggi, per l’avvio dell’attività agonistica nei ragazzi, complice anche una maturazione fisica anticipata delle nuove generazioni. E c’è il rischio di ridurre lo spazio dell’infanzia, non rispettare i necessari tempi di maturazione psicologica e sottoporre i piccoli sportivi a stress difficili da gestire».
L’esperto sottolinea una tendenza generale, anche da parte delle famiglie, a bruciare i tempi per avviare i piccoli ad uno sport impegnativo. Ma l’invito ai genitori è di «lasciare a casa cronometro e centimetro e a sostenere di più l’attività fisica dei più piccoli in forma di gioco (magari organizzato) e di aiuto per la socializzazione… È anche comprensibile la voglia della famiglia di mettere in mostra le qualità fisiche dei propri figli, ma questo non ha alcun senso per la crescita futura dei bambini… «Si rischia, inoltre, di alimentare aspettative esagerate che possono pesare sullo sviluppo psicologico dei bimbi». «Per ogni ragazzo che ottiene risultati cominciando presto a impegnarsi nello sport ce ne sono centinaia, se non migliaia, che non otterranno nulla, ma rischiano di rovinare la loro vita e quella dei genitori»,  conclude il pediatra. La discussione, estremamente delicata e complessa, è più che aperta

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COMMENTI
20 marzo 2012 11:06 geo
Ma il problema riguarda solo il ciclismo? Come la mettiamo con il nuoto, la ginnastica artistica, la danza? Vogliamo parlare poi dei "vivai" e delle aspettative dei bimbi delle squadre di calcio?..... DOBBIAMO SEMPRE DENIGRARE SOLO IL CICLISMO?

Senza polemica,ma...
20 marzo 2012 11:37 Fra74
..a me pare che il Prof. Bona non parli nè denigri il ciclismo...il suo è un discorso relativo allo sport praticato dai bambini...
Francesco Conti.

sono
20 marzo 2012 12:00 fedaia66
istruttore di atletica leggera.alleno un gruppo di bambini che va dai 6 anni fino agli 11.mi ritrovo molto in queste parole del professore.
purtroppo viviamo in una societa' in cui la competitivita' e' una parola che ricorre spesso nei discorsi in tv,a scuola e nello sport.
ecco che mi ritrovo bambine,specie le bambine,che piangono prima di ogni gara perche' hanno paura di non esser all'altezza,genitori che si lamentano se gli allenamenti sono troppo soft,che vorrebbero che corressero gia' 10 km.ecc.ecc.
noi istruttori,di qualsiasi sport,dovremmo accompagnare la crescita psico fisica del bimbo,cercando,per quanto possibile di non accelerarla,rallentarla,snaturarla.
facile a dirsi..io sto cercando di farlo,ma vi sono degli ostacoli determinati dalla mentalita' comune alla stragrande maggioranza di noi..

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