TIRRENO. Sagan: «Nibali? Dovevamo provarci tutti e due...»
| 10/03/2012 | 18:38 La 4° tappa della Tirreno – Adriatico oggi, da Amelia a Chieti (250 km) ha visto i corridori affrontare un nemico in più, il vento fortissimo che è soffiato incessantemente per tutta la tappa e che quindi ha costretto i corridori ad un ulteriore fatica. La carovana poi, a metà percorso ha salutato l’Aquila ed i suoi paesi ancora visivamente martoriati dal terremoto, città che anche oggi, riversate sulle strade, stanno cercando poco a poco di tornare alla normalità. Il plotone colorato è passato, ha sfiorato le macerie, ha accarezzato le strutture ancora in piedi grazie a ferri e legni a puntellarle e chissà a quanti corridori oggi si è stretto il cuore vedendo il disastro del terremoto ma sentendo il cuore caldo e grande della gente che li applaudiva. Il ciclismo è anche questo, racconta e da forza. Poi via verso Chieti dove nel finale ha incalzato il duello tra Nibali, il suo compagno Sagan ed il corridore di casa Di Luca. Alla fine a spuntarla è stato Peter Sagan, slovacco nativo di Zlina, classe 1990, professionista dal 2009 e con già 1 vittoria stagionale conquistata al Giro dell’Oman. Hai vinto su Nibali, è stato un “errore” o era la tattica prefissata? «Non è stato un errore perché era stabilito che oggi ci provassimo noi due nel finale. Era importante per la squadra vincere oggi. Quando Nibali ha attaccato io ho aspettato, ma quando ho visto Danilo rimontare, a quel punto dovevo fare qualcosa io. Sono scattato e ho vinto. Mi dispiace per Vincenzo, anche per noi era meglio se vinceva lui ma la sorte ha voluto me. Oggi è stata una tappa lunga e dura ma nella prima parte non si andava tanto forte e togliendo la salita dura di Passo Lanciano per me è stata una fortuna. Sono contento delle mie prestazioni perché questa di certo è una buona prova in vista della Sanremo». La Sanremo è uno dei tuoi sogni? «Adesso mi sento bene, sono arrivato in buona condizione e spero che questo stato mi duri anche per le classiche delle quali la Sanremo è la mia prima. Voglio fare bene ma per riuscirci, in una corsa come quella, serve anche fortuna. Non so dire se sono in grado di vincerla ma di certo voglio esserci». Guardiamo a domani, per l’arrivo a Prati di Tivo, cosa avete in programma? «Corriamo in forza a Vincenzo e vediamo come andrà. Mi ci metterò anche io a sua disposizione. L’avversario più pericoloso? Kreuziger, Horner, Evans o Scarponi ma oggi non l’ho visto». Vi siete parlati tu e Nibali dopo l’arrivo? «Non ancora, ma penso sia tutto ok». Ti piacerebbe fare classifica in un grande giro e magari gareggiare alle Olimpiadi di Londra nella tua specialità mtb? «No, perché essendo certamente molto duro, non credo di avere le caratteristiche per curare la classifica in un grande giro. Vediamo come andrò i prossimi anni. Per ciò che riguarda la mtb non credo sia possibile per me partecipare ai giochi olimpici perché non sono riuscito ad avere i punti necessari e necessiterei di una wild card che non credo mi daranno». Oggi hai potuto contare su un treno che sembrava quello della Sky… «E’ stato molto bello poter avere un treno così, per me e Nibali. Sì, era come quello della Sky con un arrivo differente, perché invece che lanciarci in volata, alla fine siamo rimasti là noi due a giocarci la vittoria». Qualcuno di loro ci sarà anche alla Sanremo? «Oss sicuramente e credo anche Bodnar, Canuit, Agnoli ma ci stiamo ancora lavorando… è ancora presto».
Il ragazzo è molto ma molto forte. Se però avesse fatto una cosa del genere a, che ne so, un Gimondi, credo che il medesimo la sera in albergo avrebbe fatto un polverone... Evidentissimo l'errore tattico dello slovacco che è andato a riprendere un Nibali che probabilmente non avrebbe vinto ugualmente, ma che aveva avuto una bella accelerazione. Il compito di chiudere andava lasciato a Kreuziger e gli altri. In ogni caso bella prova di forza. Complimenti.
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