| 20/12/2011 | 17:45 L’Alpe di Pampeago nel 2010, Madonna di Campiglio nel 2011, il Passo Pordoi l’anno prossimo. Per l’arrivo della tappa conclusiva, il Giro del Trentino sceglie sempre montagne che trasudano storia del ciclismo, e l’edizione numero 36, curata dal GS Alto Garda e in programma dal 17 al 20 aprile 2012, non fa eccezione.
L’ultima delle quattro tappe previste, infatti, si concluderà sul Passo Pordoi, che i corridori affronteranno dal versante di Canazei: 13 km di ascesa partendo da 1456m fino a quota 2242m, per un dislivello di 786m e una pendenza media del 6%.
Una montagna indissolubilmente legata a Fausto Coppi (cui è dedicato un monumento posto proprio in cima al passo) ma anche la montagna di Gilberto Simoni, il campione di Palù di Giovo che sul Pordoi conquistò la sua prima maglia rosa al Giro d’Italia, in uno dei giorni che egli stesso definisce tra i più belli della sua carriera: “Certo, il ricordo di quel giorno mi trasmette ancora tanta emozione, un’emozione che ho provato ogni qual volta ho affrontato quella salita. Il Pordoi vuol dire tanto per me, è la montagna dove è iniziata la mia carriera e, in qualche modo, anche dove è finita, perché la mia ultima bicicletta rimarrà sempre lì, incastrata nella roccia in cima al passo”.
Simoni non manca di sottolineare l'aspetto paesaggistico di questa tappa: “Una montagna così – conclude - dà lustro al Giro del Trentino. Una bella salita in mezzo ad un paesaggio fantastico, come solo il Trentino sa offrire”.
L’ultima delle quattro tappe del Giro del Trentino ne sarà un ulteriore riprova, fin dalla partenza a Castelletto di Brenzone, con il lago di Garda sullo sfondo: una tappa che abbina dunque il lago alla montagna, i due punti forti della proposta turistica trentina. Senza dimenticare gli altrettanto suggestivi scenari delle altra tappe: la Valle dei Mocheni, nota come la “Valle incantata”, che si attraverserà nel corso della seconda tappa, con arrivo a Sant’Orsola; o, infine, “Punta Veleno”, clou di una terza tappa che promette spettacolo. Quello che il Giro del Trentino ha sempre saputo garantire nella sua più che trentennale storia.
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