Martinelli: Cunego è stanco, qualcosa abbiamo sbagliato

| 07/10/2005 | 00:00
Affiorava un leggero filo di delusione nel team Lampre-Caffita, alla termine della Coppa Sabatini. Damiano Cunego era molto atteso sulle strade della Valdera, ma forse già domenica a Zurigo, sia il campioncino veronese che Giuseppe Martinelli, suo tecnico e mentore, si erano accorti che la condizione non era più quella del Trofeo Melinda, all’inizio di settembre. «Damiano ieri non era in giornata - confessa Martinelli -. Sono stato io ad insistere a non mollare, volevo che facesse la corsa, anche per rispetto nei confronti dei ragazzi che si erano impegnati già dalle prime battute della Coppa Sabatini. Alla fine però, Damiano non aveva la gamba e non è riuscito ad entrare nel gruppo dei 21 uomini che si è in pratica, giocato la corsa». Il tecnico bresciano è realista a questo punto, nel porsi gli obiettivi per questi ultimi giorni di fine di stagione. «A Zurigo domenica ho visto corridori pedalare davvero molto forte, Bettini in primis. Saranno questi che si giocheranno queste ultime gare. Per quanto riguarda Damiano, devo dire che lo vedo in calando. Molto probabilmente incomincia a pensare all’anno prossimo, considerando che quest‚anno ormai è andato. Penso che a settembre, si sia corso troppo poco e che si sia perso un po’ di mordente. Quattro corse sono davvero poca cosa. Ci siamo intestarditi negli allenamenti, perchè sapevamo che tutti gli altri corridori erano a correre. Alla fine però, penso che sarebbe stato meglio correre di più ed allenarsi un po' meno». Un’analisi lucida e serena, nella quale Martinelli cerca di definire quella che avrebbe dovuto essere la migliore strategia di corsa e di allenamento per Damiano. «Forse sarebbe stato meglio se a settembre Damiano avesse corso una corsa a tappe, quale ad esempio il Giro di Polonia. La logica induce a pensare anche che ad agosto è stato raggiunto il punto ottimale che poi però, è stato difficile da mantenere. La mononucleosi lo aveva sensibilmente debilitato. Si era dovuto lavorare molto, forse troppo, per arrivare a quei livelli. Quando fai fatica a trovare la condizione, è comunque difficile riuscire a mantenerla per periodi piuttosto lunghi». Il programma di questo finale di stagione, non dovrebbe comunque subire delle variazioni. «La cosa più sicura sarà che faremo la trasferta in Giappone, un impegno che abbiamo assunto già da tempo con gli sponsor. Probabilmente comunque, faremo tutte le corse che avevamo in programma. Penseremo un po’ meno in grande. Tutto qui». Roberto Sardelli
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