MERCATO. Di Luca vuole tornare a divertire con l'Acqua & Sapone

| 07/12/2011 | 10:16
La febbre Zeman non ha colpito solo gli ultrà che si radunano al bar Mydas o i titolari dell'Osteria Numero 1000, tappezzata di foto e frasi celebri dell'allenatore boemo. A Pescara il credo zemaniano e la passione per il calcio champagne sono diventati fenomeni di costume cittadino a cui non ha saputo resistere neppure Danilo Di Luca, il vincitore del Giro d'Italia 2007, che assieme al pilota Jarno Trulli è lo sportivo più famoso dell'Abruzzo.

Allo stadio Così succede di vederlo allo stadio, quando gli allenamenti per la nuova stagione e gli impegni legati alla sua attività di costruttore di bici lo permettono. «E questa Inter? — chiede a un certo punto Di Luca, rispolverando il primo amore —. Che succede all'Inter? Continua ad andare male, e mi dispiace. Ma mi consolo con il Pescara, che è tornato a far parlare anche a livello nazionale. Le squadre di Zeman sanno sempre divertire. Non lo conosco, però ci sarà l'occasione. Per ora gli ho fatto avere in regalo una mia mountain bike». Tempo per le distrazioni da qui in avanti il «Killer» ne avrà poco. Ha già pedalato con Stefano Garzelli e i futuri compagni dell'Acqua&Sapone nel ritiro di Francavilla al Mare, ma sul contratto per il 2012 manca ancora la firma. Proprio oggi è previsto l'incontro decisivo, in cui dovranno essere definiti i dettagli, compreso il possibile ingresso di un nuovo sponsor. «Mi sto allenando già da tre settimane — continua Di Luca —. È importante partire forte e centrare subito un risultato. Non mi spingono né la rabbia né il desiderio di riscatto, solo la voglia di tornare a vincere come ho sempre fatto. Ormai sono parecchi anni che mi manca il successo».

Voglia rosa Debutto al Mediterraneo o al Laigueglia. Poi Tirreno-Adriatico e Sanremo, se la squadra sarà invitata. E naturalmente il Giro d'Italia, sempre se ci sarà la «wild card» di Rcs Sport. «Ovvio che il Giro sia il grande obiettivo della stagione, per me che l'ho già vinto. Il percorso mi piace. Rispetto a quest'anno ci sono più tappe per velocisti e attaccanti, però si deciderà sempre nella terza settimana. Io non mi sento vecchio. Ho lo stesso entusiasmo di sempre. Se riuscirò a tornare sui miei livelli, non temo nessuno. Posso lottare anche con i migliori della nuova generazione, come Nibali. A parte Contador, che vince dovunque, il Giro resta una questione tra italiani. E vedo favorito Scarponi più di Basso, dal momento che Nibali forse andrà al Tour».

Grazie Tchmil Una bocciatura per Andy Schleck, che invece tutti vorrebbero sulle nostre strade? «Lui è finito per tre volte secondo al Tour. Ma tra il secondo e il primo posto passa una grande differenza» risponde Di Luca, che battè il lussemburghese al Giro 2007. In mezzo ci sono quattro anni e la lunga squalifica doping (ridotta a 15 mesi grazie alla collaborazione) per la positività al Cera nel Giro 2009. Poi il ritorno in questa stagione con la Katusha. «Ringrazierò sempre Tchmil, con cui conservo un bel rapporto. Ma la dirigenza è cambiata e non mi hanno confermato. Io invece credo di poter dare ancora molto».

Costruttore Intanto Di Luca guarda lontano. «Ormai comincio a vendere le mie bici Kyklos in tutto il mondo: Danimarca, Inghilterra, Spagna, Germania, Giappone, Australia. Sto costruendo qualcosa per il futuro. Le bici le disegno di persona, mettendo a frutto l'esperienza delle corse e la passione per l'architettura che avevo da ragazzo, poi gli ingegneri realizzano il progetto. Sogno di correre almeno uno degli ultimi anni della carriera in sella alla mia bici, come hanno fatto certi piloti di F.1 del passato con le loro macchine, e tornare a far divertire i tifosi abruzzesi».
Come Zeman? «Me lo chiedono in tanti per strada: "Torna a farci divertire". E io voglio accontentarli».

da «La Gazzetta dello Sport» del 7 dicembre 2011 a firma Luigi Perna
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