RICORDI. Marzaioli, Rino Negri e la Roubaix di 50 anni fa
| 03/12/2011 | 09:20 La primavera è certamente lontana, ma la Parigi-Roubaix del 1961, cinquanta anni dopo, è ancora attuale qui. Sul viso e nella memoria lucida di Alberto Marzaioli, 73 anni da poco compiuti ed ancora grintosamente indossati, stipite ciclistico di Maddaloni - dici 'i Marzaioli', ed hai declamato, per la bici, un breviario -, quell'atleta che resta l'unico casertano nella storia ad aver corso, e portato a termine, la classica del 'pavè'. «Sai ci sono tornato con la mente l' altro giorno, quando ho saputo della scomparsa di Rino Negri, il grande giornalista della “Gazzetta”, quello che con Bruno Raschi e Vincenzo Torriani, quando il Giro passava dalle parti nostre, veniva sempre a Maddaloni a trovarci, al “Villaggio dei Ragazzi” di don Salvatore D'Angelo...». «Con me, poi, aveva instaurato un rapporto particolare, una simpatia cordiale, che risaliva giusto a quella Parigi-Roubaix del '61, l'unica che ho corso, con la squadra San Pellegrino diretta da Gino Bartali, ed a quell'intervista all'arrivo, al velodromo di Roubaix...». 'Marzaioli, che pensa di questa esperienza nell' inferno del Nord, lei che viene dall'Italia del Sud?...' «Ed io che gli risposi: “dottor Negri, ma che vi devo dire, che chest' song' 'na schifezza 'e strade!”. 'Na schifezza 'e strade. E quella esternazione autentica di un Marzaioli distrutto dalla fatica e dalla polvere negli occhi, eppure orgoglioso dell'aver finito la gara, Rino Negri l'avrebbe ripresa nei suoi articoli più volte, come paradigma ed epigrafe della corsa più massacrante del mondo. «Mi tolsi lo sfizio di vincere la volata platonica di un gruppetto di ritardatari, battendo un francese dal nome curioso, Pierre Scribante, mi è rimasto impresso...». «Arrivai 92., ad undici minuti da Rik Van Looy, per me il più forte ciclista di sempre...». 50 anni, dopo quella 'Roubaix' che resta un cimelio sacro, domenica Alberto Marzaioli, professionista dal '61 al '65, un terzo posto a Fano nel Giro '62 ed uno a Ceprano, nel Trofeo Cougnet '63, sarà ancora al centro di quella intrigante scampagnata di protagonisti del ciclismo di Terra di Lavoro. Si incontreranno, come fanno da una quindicina di anni, davanti ad un tavolo imbandito di volate e bici sempre amate, con Peppe Coppola, Luigi Mele, Antonio Curci, gli Auriemma, Giuseppe Mauso, Michele Tufano, chissà se stavolta ci sarà pure Mario Acconcia, tanto amico di Bartali. E forse da Napoli verranno Antonio Minieri ed Angelo Damiano, la medaglia d' oro del tandem a Tokyo...'. A Ruviano, 'Alla Forchetta d' oro', domenica 4 dicembre. Strade perfettamente asfaltate, ormai, dovunque, ed ancor meglio dalle parti nostre. Dove le bici continuano a filare, incuranti del tempo che fa sempre più velocità, fra i Suv che sfrecciano minacciosi, sulle cadenze del batticuore. Con un briciolo di nostalgia, forse, occhi pieni di vento e di emozione, di quelle 'schifezze di strade'. 'E chissà, a proposito, che fine ha fatto Scribante...'
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