Di Rocco scarica Ballerini, ma la partita è tutta da giocare
| 27/09/2005 | 00:00 Ballerini e Di Rocco due uomini soli al comando. Dopo la sconfitta di Madrid, Franco Ballerini vacilla, Renato Di Rocco gongola. Sono in molti - da almeno un anno - a tentare di far scendere dall'ammiraglia l'ex signore di Roubaix. Questioni politiche e di mera invidia. L'ex corridore della Mapei ha il torto di portarsi dietro due etichette: quella della squadra a cubetti, multinazionale leader nel mondo per la produzione di adesivi per l'edilizia, e quella di essere stato scelto dal consiglio federale uscente presieduto da Ceruti. Di Rocco gongola. «Non è una questione personale, ma è il mondo del professionismo che non lo vuole più. Non potete immaginare le e-mail e le telefonate di complimenti che ho ricevuto in queste ore. Non uno mi ha detto: "Renato, pensaci bene..."». Bugia, noi l'abbiamo detto.
Ad ogni modo Di Rocco dimentica semplicemente una cosa: che assieme a lui decide il Consiglio federale, e da quanto ci è dato sapere, la partita è ancora tutta da giocare, non tutti condividono questo sacrificio, perché di sacrificio si tratta. Come si fa a rinunciare ad un tecnico come Franco Ballerini, che in cinque anni ha vinto un oro mondiale, un oro olimpico, oltre ad un argento e un bronzo iridato? Come si fa a rinunciare ad una persona perbene, che svolge al pari del mitico Alfredo Martini, il ruolo di ambasciatore del ciclismo italiano nel mondo?
Certo, è una questione di punti di vista. Probabilmente, come dice Berzin, è anche una mera questione politica, ma credete proprio che i problemi del ciclismo italiano siano dati dal ct della nazionale dei professionisti? Di Rocco crediamo che abbia ben altri problemi da dover affrontare e ai quali far fronte.
«Franco non mi è piaciuto in questi Mondiali - ci ha detto il presidente Di Rocco -. Si è isolato e ha fatto tutto per suo conto, come se io non esistessi. Il nome delle riserve l'ho conosciuto solo in conferenza stampa e anche nella riunione tecnica, dove si è parlato di premi, ha voluto il vice presidente Lino Secchi. Probabilmente fa fatica ad accettarmi come suo presidente».
Di Rocco non ha dubbi: Ballerini fa parte ormai del passato. Avanti con Moreno Argentin, il tecnico più probabile. Ma non tutti nel Consiglio la pensano allo stesso modo. «Ballerini è il tecnico della nazionale, e come tale va considerato - dice Davide Dalto, vicepresidente vicario della Federciclismo -. Nella federazione ci sono delle priorità e non è data dal ruolo di ct della nazionale maggiore e il presidente, prima di parlare, dovrebbe discuterne collegialmente, non con Silvio Martinello che, fino a prova contraria, ha ricevuto dal Consiglio solo un mandato per studiare un progetto per il rilancio della pista. Questo non vuol dire né l'avere un ruolo da dirigente, né tantomeno di coordinatore di tutte le squadre azzurre».
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