CASO BANI. Papà Fabrizio e il voltafaccia di Di Rocco

| 14/10/2011 | 09:35
Egregio Direttore, leggo sempre la Sua rivista e il sito web e ho sempre apprezzato il Suo interessamento alla vicenda di mio figlio Eugenio, per cui Le invio questa lettera chiedendole gentilmente la pubblicazione. Distinti saluti
Fabrizio Bani

Lettera aperta al Presidente FCI Renato Di Rocco
Egr. Presidente Di Rocco, sono Fabrizio Bani, il padre di Eugenio. ho preso nuovamente carta e penna dopo aver letto l’articolo di Capodacqua su Repubblica, dove sono state riportate alcune Sue dichiarazioni nei confronti di Eugenio e mi sento in dovere di risponderLe. Mi scusi, Sig. Presidente, ma dichiarare che mio figlio “non ha collaborato più di tanto” non solo è offensivo ma equivale a disconoscere completamente la realtà dei fatti e tutto quello che ha sempre riferito sia alla Procura CONI sia alla Magistratura ordinaria e che ha portato a emanare una sentenza che proprio Lei ha definito “storica”. Dire che mio figlio “ha fatto il furbetto” non solo offende, indigna e amareggia la mia famiglia, ma dovrebbe offendere anche l’intelligenza di chi ha pronunciato queste parole in modo del tutto gratuito e superficiale. Dichiarare che “se ha preso prodotti illeciti, li ha presi lui,” equivale a voler chiudere lesta  mente un capitolo evidentemente scomodo e , per certi versi, imbarazzante senza voler tener conto delle motivazioni del TNA inerenti la sospensione della squalifica. La invito a leggere attentamente i verbali di interrogatorio e le testimonianze in originale, perché queste Sue affermazioni, anche se estrapolate da un contesto certamente più ampio, fatico a credere che possano essere nelle corde vocali della Sua persona e del ruolo che ricopre.
Mi chiedo, allora, quante volte abbia maledetto quella lettera inviata a suo tempo a mio figlio perché, se potesse tornare indietro, sono certo non la scriverebbe più, piena com’era di tutte quelle belle frasi colme di affetto e solidarietà e dove incitava mio figlio ad andare avanti perché aveva il pieno supporto della federazione e gli auspicava di tornare presto a correre a testa alta. Mio figlio è tornato a correre a testa alta con la piena consapevolezza di aver fatto il proprio dovere ma Lei, caro presidente, quella testa, l’ha sbrigativamente tagliata!, sacrificandola sull’altare di una delibera improvvisata ed iniqua.
Le frasi riportate nell’articolo appaiono ai miei occhi crudeli , indisponenti e piene di un risentimento che non riesco a capire; frasi pronunciate nei confronti di un ragazzo che aveva creduto alle Sue parole, che aveva veramente creduto ad un Suo forte supporto nella drammatica vicenda che lo ha ingiustamente colpito e che ha pagato altremodo per una colpa non propria. Non solo Lei ha impedito a Eugenio di partecipare agli stage programmati ma, addirittura, gli vieta l’eventuale passaggio al professionismo con la possibilità reale di creare danni psicologici enormi in un ragazzo che ,come gli altri, si sacrifica da moltissimi anni per raggiungere questo obiettivo.
Tra l’altro questa norma colpisce solo lui e non colpisce assolutamente i faccendieri che si trovavano alle sue spalle e che sono i veri responsabili (“gli atleti sono l’anello debole della catena” dice nella Sua lettera, purtroppo, però, sono anche gli unici che pagano veramente).
Mi viene detto, inoltre,che ci sono altri due ciclisti nelle condizioni di mio figlio. Io ho chiesto ad un Suo funzionario i nominativi ma mi ha risposto farfugliando che non si ricordava i nomi... strano, non crede? Se ci sono mi chiedo perché non escano allo scoperto. Forse perché, come ha scritto un blogger, si tratta di atleti in odore di professionismo o addirittura già passati prof? Sempre lo stesso blogger ha fatto il nome di Trentin pubblicando anche la sentenza di squalifica: premetto che non ho assolutamente niente contro Trentin, che stimo e ammiro come atleta, però ho il diritto di sapere il motivo per cui per lui questa delibera non ha avuto effetto ed ha effetto solo per mio figlio.
Infine, Sig. Di Rocco, ciò che Le chiedo ufficialmente con questa mia lettera è di avere un appuntamento personale, appuntamento che, mi auguro vivamente, non vorrà rifiutarmi; avrà certamente numerosi impegni ma Le ruberei pochissimo del suo tempo per tentare di affrontare e chiarire alcuni aspetti di questa vicenda. In attesa di un Suo contatto, porgo Distinti Saluti
Fabrizio Bani
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COMMENTI
E si pagano solo l'anello debole della catena
14 ottobre 2011 09:52 FrancoRoma
E vero e cosi pagano solo l 'anello bedole della catena e un vergogna che nessuno tutela i ciclisti .
In Italia ce una volonta di eliminare questo sport noi tifosi siamo veramente stuffi dobbiamo e non sono l unico che la pensa cosi fare una bella protesta a la diffesa del ciclismo .
Franco NERO
ROMA

14 ottobre 2011 10:48 roger
E' un piacere leggere le posizioni del padre ed allo stesso tempo mi fa piacere apprendere dalla stampa che Bettini e Di Rocco sono pronti a dimettersi.
Incrociamo le dita che forse il ciclismo sta per prendere una svolta positiva.
Ricordiamoci che il merito principale è del sig. Ivano Fanini.

Caso Bani
14 ottobre 2011 11:23 extremo1
Ho letto con molta attenzione la lettera del papà di BANI e ne sono rimasto amareggiato, penso che il Presidente deve dargli dei chiarimenti e nel contempo anche delle scuse, ne va dell'immagine di suo figlio ed è giusto che sia preoccupato.Purtroppo, in questa Italia così confusionaria non si mettono mai a fuoco e quello che sembra giusto passa per ingiusto e sono sempre i migliori a pagare le conseguenze.

14 ottobre 2011 12:10 bloom
Piano piano i nodi vengono al pettine per chi sbaglia!
Se esiste un giustizia divina, alla fine gli onesti vincono ed i colpevoli verranno puniti.
Bravo Fanini, se non ci fossi tu, il ciclismo sarebbe già morto.

14 ottobre 2011 13:34 AndreaS
Sig. Bani, si attenda la massima disponibilità e tutte le belle parole che il sig. Di Rocco le ha scritto sulla prima lettera.. Però ovviamente come sempre lui non potrà fare nulla come dice sempre il nostro presidente..
Le auguro di trovare risposte diverse.. Però dubito..
Cmq Nella situazione di suo figlio ci sono più atleti sia uomini che donne.. E qualcuno si sta muovendo, ovviamente SENZA l'appoggio della FCI o dell'amico dei corridori com'è il nostro presidente..

Un saluto

a lavorare!
14 ottobre 2011 13:57 claudino
ma mi chiedo i ricco i bani devono andare a lavorare come fanno tutti!

Di Rocco e le promesse da marinaio
14 ottobre 2011 14:58 antonellodellacorte
Che il signor Di Rocco non avesse parola, lo si sapeva, dopo aver letto la lettera del papà di Eugenio ( BANI ) beh questa ne è la conferma. La prego signor Di Rocco, non ci minacci solo ma passi ai fatti, si dimetta e vada fiori dai cog......i

DI ROCCO VATTENE!!!!!
14 ottobre 2011 16:40 harlock
Fabrizio Bani, stai tranquillo che tuo figlio avrà giustizia perchè La presidenza Di Rocco ha le ore contate!
Vedrai che quando ha mollato la poltrona le cose miglioreranno per tutti!
W il ciclismo pulito e W Ivano Fanini

DI ROCCO fuori da i Gol.... Comme dicono in Italia e meglio per tutti
14 ottobre 2011 16:53 Vincent
Passa una volta a i fatti si facciamo un referendum popolare nel mondo del ciclismo 98% dicono si per le sue dimissioni e fuori la gente come lei dal cicilismo piu danni che bene .

Presidente, per una volta, faccia una cosa buona per il ciclismo!!!!!
14 ottobre 2011 17:07 valentissimo
SI VERGOGNI E SI DIMETTA!!!!!!!!
LEI E' IL CANCRO DI QUESTO SPORT IN ITALIA AL PARI DEL DOPING!!!!

PURTROPPO...
14 ottobre 2011 18:13 Fra74
..a me risultava che TRENTIN durante una gara di ciclocross..se non sbaglio..ed il BANI pensiero (padre) me lo conferma...

Crediamo e vediamo se il Sig. DIROCCO saprà argomentare qyueste situazioni....

TOTALE APPOGGIO ALLA FAMIGLIA BANI . UNA LETTERA DI GRANDE SPESSORE UMANO ed ETICO
14 ottobre 2011 19:53 renzobarde
Caro Fabrizio, da tempo avevo deciso di non intervenire più su questo sito che leggo con minore entusiasmo perchè dove imperversano gli ANONIMI non ci può essere spazio per chi, come me, COLTIVA LA TRASPARENZA. Mi è parso giusto esprimerti questi sentimenti di consenso. Una sola osservazione : per leggere questa lettera occorre avere un cuore ed un'anima. E il Di Rocco, ha forse a che vedere con questi nobili sentimenti ? Sarebbe l'ora vi rendesse giustizia. Ma ha addirittura approvato una norma ad personam contro Eugenio. Speriamo si redima. Con la forza della ragione. Renzo Bardelli

Buona fortuna
14 ottobre 2011 22:26 piuomeno
Anch'io credo che Eugenio abbia fatto il "furbetto" e, come si dice, che nessun altro, se non lui, possa aver accettato l'assunzione di sostanze illecite.
Per carità, il padre fa il suo dovere difendendo il figlio, che, tutto sommato ha portato a termine una stagione dignitosa ma non proprio da "fenomeno" quale si vuol far credere. Vivano serenamente i signori Bani, il ciclismo in fondo non è la vita, anzi! Comunque auguro buona fortuna.
Maurizio

14 ottobre 2011 23:29 fabrizio
Ho sempre rispettato le altrui opinioni anche quando sono opposte alle mie ma solamente chi mi conosce, chi conosce la mia famiglia e, soprattutto chi conosce Eugenio, riesce pienamente a comprendere come mio figlio sia solo una vittima di tutto quello che è gli è accaduto; una vittima inconsapevole e sicuramente ingenua al cospetto di
un manipolo di furbastri e maneggioni che con lo sport vero non hanno nulla a che fare. Eugenio è ripartito a testa alta dopo un anno e mezzo di stop e lo ha fatto con una dignità che gli fa onore. Credo che , nonostante sia stato a tutti gli effetti un primo anno , si sia ben comportato nonostante la pressione che aveva addosso. Condivido che il ciclismo non è la vita ma vorrei che fosse Eugenio a scegliere il proprio futuro e non qualcun altro che si sostituisce impropriamente a questa decisione. A me non interessa che diventi un "fenomeno" ; non sono mai stato un genitore esaltato ed ho sempre abbracciato mio figlio anche quando è arrivato ultimo o si è ritirato. Per me si tratta di affermare un diritto e continuerò a fare tutto quello che è nelle mie possibilità per affermare tale diritto e per quanto riguarda Eugenio sono sicuro che si impegnerà al massimo per riuscire in questo sport se glielo lascieranno fare.
Fabrizio Bani

SONO DACCORDO CON MAURIZIO
14 ottobre 2011 23:38 paciacca
Sono daccordo con Maurizio, come dice qualcuno Bani ha fatto il ' furbetto'. Si, sentenza storica perchè la società è stata 'punita' per abuso di farmaci ( non so se questo è il termine giusto) non per aver somministrato il doping.
Se uno vuol collaborare lo fa in toto senza se e senza ma dicendo anche chi e quando ha assunto sostanze dopanti...cosa che fino ad oggi non ha fatto ! Perchè?????????????

DA UN GRANDE PADRE , UN GRANDE FIGLIO. UNA PROPOSTA
15 ottobre 2011 11:48 renzobarde
La nota di stamani di Fabrizio Bani è una MERRAVIGLIOSA LEZIONE di ETICA PATERNA e di CIVILTA' per i concetti che esorime. Grazie, Fabrizio. Hai daro ancora un GRANDE ESEMPIO dei principi che animano te e la tua famiglia. Ed allora è ancora più incredibile ( ma paradossalmente logico !) che un piccolo uomo ( non parlo di statura...) come Di Rocco non voglia interloquire con te ed eviti ogni dialogo, ogni rapporto, ogni riflessione, abbarbicato ad un "principio persecutorio" di cui dovrà pure rendere ragione. Caro Fabrizio, ti invito ad inviare tutta la documentazione al Presidente del CONI : Petrucci DEVE sapere, deve conoscere ed in questa direzione mi pare opportuno tu debba muoverti per porre fine alle ingiustizie verso Eugenio. Renzo Bardelli

15 ottobre 2011 12:50 tex
Ho seguito la vicenda Bani fin dall’inizio e sono sicuro che è totalmente innocente . Mi sembra anche che abbia fatto nomi e cognomi e pratiche usate ma alla fine è stato praticamente condannato solo lui. Dopo che il tribunale gli ha sospeso la squalifica con la motivazione che quello che aveva detto corrispondeva al vero , il nostro Di Rocco gli infligge altre due pene accessorie : la non convocabilità ai tricolori e la impossibilità di passare professionista. Due norme incostituzionali a cui , per la prima , ha pensato il TAS ( anche se il nostro Di Rocco in un delirio di onnipotenza ha detto che farà comunque quello che vuole) , Per la seconda credo proprio che valgano le stesse motivazioni addotte dal TAS nella prima decisione e spero che il Consiglio federale questa volta corra ai ripari fin da subito.

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