LETTERA APERTA. Pechino, l'incidente e le polemiche gratuite

| 07/10/2011 | 18:37
Caro Direttore,
ti scrivo da Pechino, da dove seguo come sempre con interesse il vostro lavoro. Dopo aver letto i commenti che accompagnano la notizia dell'incidente occorso a corridore belga della BMC Yannick Eijssen - al quale l'UCI desidera evidentemente esprimere tutta la propria simpatia e augurare un pronto ristabilimento - mi sembra si imponga una precisazione.
Praticamente tutto il personale operativo in corsa proviene da due Paesi europei - Francia e Belgio - di indiscussa esperienza in ambito ciclistico. Si tratta di professionisti al piu' alto livello, normalmente impiegati dai maggiori organizzatori di gare ciclistiche (ASO, responsabile della gestione della corsa) e dalle più importanti emittenti televisive (cameramen belgi attivi per VRT). Al di là della pertinenza e dell'assoluta legittimità di tutte le informazioni atte a stabilire l'esatta dinamica delle circostanze che hanno provocato questo spiacevole incidente, è dunque profondamente scorretto - oltre che indicativo di una preoccupante e ricorrente tendenza a esprimere giudizi sommari e infondati su argomenti che meriterebbero invece grande competenza e costante attenzione - attribuire assurde, generiche responsabilità sulla base di semplici pregiudizi o stati d'animo improntati alla più totale negatività.
Forse mai sino a oggi, una singola gara ciclistica ha riunito all'interno del proprio apparato organizzativo tali e tante competenze individuali o aziendali: dal direttore di corsa ai piloti delle auto e delle moto, dai responsabili della sicurezza a quelli del servizio medico, nulla è stato lasciato all'improvvisazione, cosi come la qualità degli alloggi e del cibo per i corridori.  Quello dell'UCI non è percio`assolutamente stato un azzardo, nè tantomeno un salto nel vuoto.
Il Tour of Beijing rappresenta un indiscutibile passo in avanti verso l'affermazione di un ciclismo moderno e universale, che chiunque è ovviamente libero di non condividere. Aggrapparsi a un singolo, sfortunato episodio per tentare di dimostrarne l'inadeguatezza rispetto a presunti modelli di efficienza e di affidabilità conferma pero`unicamente la mancanza assoluta di visione per il futuro - ma soprattutto la profonda disonestà intellettuale - di chi crede che il futuro di questo sport stia sempre e soltanto nel suo immenso passato.
Il Tour of Beijing sta suscitando grande interesse nel più grande paese del mondo. Che non ha nessuna tradizione ciclistica, è vero. Ma che di questo non deve farsi una colpa. Soprattutto se con intelligenza e sensibilità è stato disposto sin dall'inizio di questa straordinaria avventura a farsi aiutare da chi di esperienza ne ha da vendere. Ma che non per questo è immune dal commettere qualche errore.
Grazie, caro Direttore, per l'attenzione che come sempre avrai voluto dedicare a questo mio intervento.

Enrico Carpani
responsabile comunicazione UCI
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COMMENTI
7 ottobre 2011 18:58 ciceinge
Invece di tante belle parole ci dica se è vero o no che il corridore è stato investito da un cartello direzionale fatto volare da un elicottero della tv che volava trobbo basso. Questi sono fatti?!. Se ciò corrisponde al vero forse la vostra organizzazione non era cosi professionale come vuole farci credere

argomentazione puntuale, ma...
7 ottobre 2011 19:05 excalibur
è importante che il ciclismo conquisti un paese in esplosione come la cina, questo è ovvio. ma citare i francesi - dopo l'ultimo tour - e i belgi - maestri nel creare scie in moto e nel falsare rislutati, chiedere a flecha per informazioni - come i migliori del mondo forse è un po' esagerato. l'incidente occorso oggi è gravissimo, ancor più per il fatto di essere stato causato da professionisti del settore. è caduto eijssen, pace per lui. ma se fosse caduto martin? o cunego? o sagan? episodio gravissimo. e inaccettabile.

GRANDISSIMO CARPANI!!
7 ottobre 2011 19:52 bubu
era ora!! Bravo Carpani, qui c'è gente che commenta senza sapere, che parla solo per invidia e che non ha idea di quanto costi in termini di fatica, oltre che in termini economici, allestire una corsa come il Giro di Pechino.

Poveri frustrati a cui non basta facebook per scrivere panzane, hanno bisogno di infestare l'aria anche qui.

Bella risposta, anche se questa gente non la meritava...

Sicurezza a Pechino
8 ottobre 2011 01:12 drinn
Pur con le evidenti novità di una gara che si svolge attorno ad una città di oltre venti milioni di abitanti,dall'interno della corsa, mi permetto affermare che raramente ho visto una gara con una sicurezza sulla strada così alta ed i primi a rilevarlo sono stati proprio i corridori.
Prima della gara sono stati anche organizzati allenamenti su percorsi messi in sicurezza o all'interno di parchi senza auto.
Tutto si può migliorare ma mi piacerebbe avere anche solo il 50% delle gare in Europa con questa sicurezza sulla strada.
Roberto Damiani

DACCORDO CON bubu
8 ottobre 2011 14:40 ewiwa
Hai ragione qui c'è gente( i soliti forcaioli) che solo per partito preso spara c....e senza sapere i fatti......certe volte ho letto affermazioni di particolari che solo l'interessato può sapere e magari sta dall'altra parte del mondo per cui la prima cosa che mi sono chiesto è: "ma sto tizio stava lì sotto la tazza del cesso?"

rileggere e meditare sul passaggio
8 ottobre 2011 14:58 tralepieghe
a qualcuno sarà sfuggito, ma nell'intervento di Carpani si legge quacosa di straordinario quando dice:
"DI CHI CREDE CHE IL FUTURO DI QUESTO SPORT STIA SEMPRE E SOLTANTO NE SUO IMMENSO PASSATO"

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