DI ROCCO. «Sentenza Tas? Noi diciamo no ai superdopati»

| 06/10/2011 | 14:20
«Noi i superdopati continueremo a non convocarli. La maglia azzurra e' una nostra discrezionalita'. Andremo avanti con il nostro progetto, che ha cambiato la credibilita' del ciclismo e ha fatto bene al ricambio generazionale». Per il presidente della Federciclismo, Renato Di Rocco, la sentenza del Tas «non cambia nulla. Non ci saranno modifiche da parte nostra - dice all'ANSA -. Noi continueremo con le nostre logiche. Abbiamo aderito alle norme del Cio in base a quanto fatto dal comitato inglese».
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COMMENTI
Appelllo al Presidente Di Rocco
6 ottobre 2011 15:26 valentissimo
Carissimo Presidente, io sono uno di quelli che aveva detto che la sua norma per non far correre i campionati italiani a chi aveva avuto squalifiche per doping, era illegale e contro ogni norma di buon senso, soprattutto in contrasto con l'orientamento dell'UCI di cui lei è vice presidente. Questa sentenza è la risposta a quello che anche un banbino delle elementari avrebbe dovuto capire ma, ................... lei non è riuscito a capirlo, ne tragga pure le dovute conseguenze!!!!! Lei non può far finta di combattere il doping in Italia (salvo tentare di fare regole vergognose salva Basso) e poi andare in UCI a fare lo "Yes Men". Se ha minimamente a cuore questo sport, faccia la cosa più saggia, ha già scalato tutte le poltrone ma, ora vada via e cerchi di appoggiare qualche persona giovane e competente!!! così facendo lascerà un buon ricordo di se ed un ente più compatto.

6 ottobre 2011 15:43 frect
Di Rocco ma va a quel paese che e' meglio.
Dimettiti ridicolo.

Dopati super
6 ottobre 2011 15:55 extremo1
Come al solito caro presidente non ha capito nulla, intanto gli altri a discapito nostro ottengono quello che devono ottenere, noi invece per pura presa di posizione diciamo di no ai superdopati e poi ne paghiamo le conseguenze o ci uniformiamo o è meglio che Lei se stiamo a casa se non ha argomenti più seri o più consoni alle normative attuali.

volti nuovi
6 ottobre 2011 16:59 wlafuga
Teniamo duro. Il prossimo anno si vota e il nuovo presidente della federazione sen. Michelino Davico farà sicuramente meglio!

nomignoli
6 ottobre 2011 17:51 vadoagile
All'epoca di Omini, per la sua abilità a maneggiare, si merito' l'appellativo di "DI SCROCCO", oggi per le sue interminabili cappellate, propongo di chiamarlo "DI SCIOCCO"....

e bastaaaa...
6 ottobre 2011 18:07 dinross
quando riusciremo a liberarsi di questi personaggi e mettere al comando, qualcuno che ami veramente il ciclismo, e non la poltrona su cui poggiano il loro venerando sedere...

Fanini Bani e Di Rocco
6 ottobre 2011 18:19 pietrogiuliani
Questa decisione presa dal presidente Di Rocco è l'unica onorevole con tutto quello che è successo in questi anni, grazie soprattutto ai Nas, Finanza e l'isolato sig. Fanini, visto che per ora non c'è ancora la radiazione
Ma questi regolamenti sono stati una forzatura per Di Rocco, e motivati unicamente dal suo desiderio di apparire bravo agli occhi del Coni. Ma in fondo gli ha dato fastidio in quanto ha praticamente dato ragione a Fanini che chiedeva questo da anni a gran voce. Ed allora Di Rocco ha incluso in quel regolamento una condanna per il solo Eugenio Bani che secondo lui dovrebbe rimanere dilettante o correre le gran fondo per sempre. Solo perchè questo grosso caso Bani-Fanini ha disturbato la squadra ed i dirigenti del cuore del povero Renato, la Ambra cavallini vangi. Ma tanto ci penserà il Tas del Lazio e così i danni saranno molti....povero di rocco! Questa volta ci batterai la testa

CHE PENA
6 ottobre 2011 18:23 ewiwa
Un vero poveraccio ...altro che forcaiolo...di più......anche difronte all'evidenza e stendiamo un velo pietoso

Di Rocco Di Rocco eh eh !!!!
6 ottobre 2011 19:19 bloom
Complimenti al commento di Pietro Giuliani. Condivido tutto ma se Di Rocco facesse sul serio non doveva prendere Bettini che tutti immaginano perché ha improvvisamente smesso di correre. E poi risiedeva fittiziamente a Montecarlo per evadere le tasse. Senza considerare che Paolini pur non essendo mai stato beccato, ma è indagato fino ai capelli, quindi non dovrebbe vestire la maglia azzurra.

Di Rocco
6 ottobre 2011 19:38 Andy77
DIMETTITI!

PERSEVERARE...
6 ottobre 2011 21:29 stargate
...è diabolico. La sentenza del TAS mi pare sensata, fondata sulla legittimità dell'irrogazione delle sanzioni, perchè l'ostracismo è una sanzione, non prevista dalle norme internazionali ma decisa da un organismo nazionale che, così, si pone sopra la legge sportiva. L'affermazione secondo cui la maglia azzurra sarebbe una discrezionalità della federazione è, in quest'ottica, dimostrazione di pervicace ignoranza. Lascio correre, per amor di patria, quanto detto circa gli effetti della decisione sulla credibilità del ciclismo. In sintesi, sposando il detto "a mali estremi, estremi rimedi", si potrebbe pure essere d'accordo con la radiazione alla prima irregolarità (ma la mia è un'ipotesi astratta, per il momento preferisco, magari sbagliando, un sistema sanzionatorio meno drastico), oppure con la sanzione della mancata convocazione in nazionale e il divieto di partecipare ai campionati nazionali, ma tale sanzione "accessoria" non può essere assunta da una sola federazione. C'è necessità assoluta di conformità in ogni aspetto. Perchè il sig. Di Rocco non interessa del problema l'UCI per una modifica delle regole che interessino tutti i Paesi? (Alberto Pionca - Cagliari)

BRAVO DI ROCCO
6 ottobre 2011 21:50 sergio1958
Bravo DI ROCCO continua sulla tua strada chi sbaglia paga anno barato giusto che paghino gia troppo che corrono ancora altro che maglia azzurra non li farei correre neanche la corsa del paese

7 ottobre 2011 22:57 fabrizio
" Ritenuto di orientarsi all'applicazione della regola 45 della Carta olimpica " si ratifica la delibera presidenziale per l'esclusione dalla partecipazione ai Campionati Italiani ecc.;
oggi il TAS conferma quello che io e molti altri vanno ripetendo da mesi ( e cioè che l'art. 45 non può essere valido e ,quindi , tutto ciò che ne discende compreso le famose delibere presidenziali ) ed i Sigg.ri Di Rocco e Petrucci non trovano di meglio che dichiarare che loro faranno comunque quello che vogliono. In qualunque paese civile avrebbero dovuto dimettersi , qui invece dobbiamo continuare ad assistere alle loro patetiche autodifese senza che essi prendano minimamente in considerazione l'ipotesi di aver sbagliato e la possibilità di aprire un serio dibattito e confronto. Qualcuno ha notato che il Consiglio Federale ha deliberato: " l'inibizione a partecipare ad eventi organizzati sul territorio italiano ai corridori che SARANNO squalificati per doping " ,ma vieta i tricolori e la maglia azzurra a chi è stato sanzionato per doping ed ha già scontato la propria pena, così come , improvvisamente , abolisce il periodo temporale per il passaggio al professionismo negando il passaggio per sanzioni doping in qualsiasi tempo ricevute ( e quindi già scontate).Come mai una disposizione non è retroattiva e le altre si ? Sarebbe stato sufficente usare per tutte il termine "saranno trovati dopati" e,quindi, non rendendo retroattive le norme, perchè le stesse fossero tranquillamente accettate. Che i suddetti signori fossero troppo presuntuosi per tornare sui propri passi era prevedibile ma che non si adeguino alla sentenza del TAS è incredibile. Non voglio entrare nuovamente nella vicenda di mio figlio che ritengo sia unica per come è nata e per come si è sviluppata ma ,con questa sentenza, avrebbe potuto partecipare ai tricolori ; quanti danni morali dovrei chiedere ora ? A questo punto è palese che anche la delibera che vieta il passaggio al professionismo e incostituzionale ; quanti danni dovrei chiedere per il "niet" alla partecipazione agli stages ? Mi auguro che il Consiglio Federale vagli attentamente il tutto e riveda le norme nell'ottica di una non retroattività che è alla base del nostro diritto costituzionale. Per quanto mi riguarda continuerò a fare tutto ciò che è nelle mie possibilità per l'affermazione dei diritti di mio figlio.
Fabrizio Bani

8 ottobre 2011 12:05 tex
condivido pienamente quello che dice papà Bani e spero che la faderazione le riveda. Per quanto riguarda il passaggio al professionismo mi sembra una vera e propria norma ad personam che colpisce solo Bani e chissà perchè !!!! Comunque a qualcosina il TAS ha rimediato, avanti così.

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