| 26/07/2011 | 15:33 Sino a ieri era il direttore di corsa, da oggi diventa il patron del Giro al posto di Angelo Zomegnan: stiamo parlando di Mauro Vegni, responsabile della parte operativa al di sopra del quale agirà Michele Acquarone, il direttore generale di Rcs. Con Vegni lavoreranno personaggi di provate qualità come l’ex velocista Stefano Allocchio. Detto del vertice del team, eccoci il primo progetto del Giro 2012, al quale si sta lavorando da una decina di giorni, visto che s’è dovuta attendere l’ufficializzazione degli incarichi.
Danimarca. Il Giro 2012 che verrà presentato a ottobre partirà il 5 maggio dalla città danese Herning con una crono individuale. Il giorno dopo seconda tappa di 200 km sempre attorno alla stessa città. Il 7 maggio, invece, 180 km con partenza e arrivo a Horsens. In passato, il Giro ha già “esportato” all’estero la sua partenza nel 1965 (San Marino), 1966 (Monte Carlo, Monaco), 1973 (Verviers, Belgio),1974 (Città del Vaticano), 1996 (Atene), 1998 (Nizza), 2002 (Groningen, Olanda), 2006 (Seraing, Belgio) e nel 2010 (Amsterdam, Olanda).
Trasferimenti. Dalla Scandinavia primo e unico grande trasferimento nel giorno di riposo verso il Bel Paese, cvon ripartenza dal Veneto. Ed ecco il primo diktat della nuova gestione: pochi trasferimenti per i corridori. Dunque, non ci saranno altri sconfinamenti all’estero e le pressanti richieste francesi per avere il Giro all’Alpe d’Huez, sul Galibier e a Les Deux Alpes dovranno attendere almeno sino al 2013.
Salite. I pochi trasferimenti a cui abbiamo fatto cenno rispondono a un’esigenza prioritaria: concepire un Giro meno massacrante di quello del 2011. Anche per questo, al Sud si arriverà al massimo sino al Matese, anche se non è detto che si salga sino a Campitello. E’ invece scontato che si troveranno alcune salite “storiche” lungo l’Appennino (Terminillo? Macerone? Abetone?), a patto che in vetta ci sia spazio. In altre parole, il Giro 2012 nasce da una sinergia con la Rai e Auro Bulbarelli che ha vietato esperimenti tipo Gardeccia, perché portare su vette impervie i mezzi tv diventa dispendioso e controproducente. Dunque niente Rifugio Calvanico, detto lo Zoncolan del Sud.
Miti. Dal Matese si risalirà verso il Nord: dopo la scorpacciata del 2011, il Piemonte verrà nuovamente toccato, ma senza vette mitiche e con una tappa di media pianura. Le montagne decisive saranno concentrate nell’ultima settimana (e senza il penultimo week end più duro dell’ultimo). Gli organizzatori stanno studiando alcuni arrivi epici: probabile le Tre Cime di Lavaredo, possibile lo Stelvio (magari a crono), da non escludere il Pordoi, mentre si dovrebbe transitare (ma non arrivare) sul Mortirolo. Di certo le Dolomiti - che nel 2012 festeggeranno i 50 anni di territorio eletto a Patrimonio dell’Unesco - saranno decisive.
Finale. E’ allo studio una crono individuale nella zona di Sondrio, mentre l’ultima tappa di Milano sarà nuovamente in linea. L’altra crono potrebbe essere ancora in salita (lo abbiamo accennato, forse da Bormio allo Stelvio), dopo il successo di quest’anno da Belluno a Nevegal. E anche per non svantaggiare troppo i nostri corridori, che nelle tappe contro le lancette e su terreno per passisti rimediano scoppole difficilmente recuperabili. Insomma, è un Giro che piacerebbe molto a Cadel Evans.
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