I VOTI DEL DIRETTORE. Rho-Pero 2, Zomegnan punto fermo
| 29/05/2011 | 18:20 di PIER AUGUSTO STAGI -
Gianni SAVIO. 8. Guida assieme a Marco Bellini una Androni Giocattoli che gioca sempre d’attacco. Squadra piccola, ma non invisibile. Due vittorie di tappa, un’infinità di piazzamenti: sempre protagonisti nei giorni che contano e alla fine tornano anche i conti. Attento, scrupoloso, Gianni è insuperabile anche nel tenere i rapporti con l’esterno. E’ il team manager della Androni Giocattoli, il suo lavoro lo fa con competenza e passione: è uno che gioca bene.
Andrea NOE’. 8. Alla carriera. Finisce al Giro, nonostante sia finito a casa: anzitempo. Dopo diciannove anni di professionismo, tre vittorie, tre maglie rosa, tanto lavoro oscuro per luminosi capitani. Oggi sfila anche lui in piazza Duomo celebrato e festeggiato dai suoi colleghi: anche da Contador. Saluta tutti con moglie e figlia al seguito, con tanto di maglietta celebrativa con i sette nani impressi, perché per il gruppo lui è e resta «Brontolo». L’associazione corridori italiani lo premia con un chiodo al quale appendere la bicicletta. E’ un chiodo di cristallo. Lui brontola, lo voleva più resistente.
RHO-PERO. 2. Gli organizzatori fanno quello che possono, dopo lo spostamento da Piazza Castello per questioni di ordine pubblico sollevate dal Prefetto. Partenza imbarazzante, in uno scenario da lamette ai polsi. Grazie al cielo poi la situazione migliora quando si costeggia il cimitero Maggiore.
MILANO. 12. Conclusione nel cuore della capitale morale del Belpaese. Fine di un Giro stupendo in una piazza simbolo della nostra incantevole penisola. Passerella nel salotto buono della finanza e della moda: un modo perfetto per mettere la parola fine. Ma che non finisca qui.
Angelo ZOMEGNAN. 9. Ha governato con sapienza e autorità forse il Giro più difficile della sua gestione. Disegna un tracciato geograficamente mozzafiato. Tecnicamente un percorso per uomini veri: non per niente ai primi tre posti tre corridori di assoluta qualità. Deve purtroppo per lui e per tutto il Giro gestire ben più di un’emergenza. Lo fa con lucidità e fermezza: punto fermo.
GEOX. 2. I migliori sono Zanini e Nardello, che cercano in tutti i modi di tenere in piedi una squadra che mostra troppi limiti. In verità anche l’unico italiano, Giampaolo Cheula, fa la sua parte, con assoluto impegno. Mancano clamorosamente i due primi attori: Carlos Sastre e Denis Menchov. So perfettamente che dietro ad ogni “debacle” ci sono spiegazioni e motivazioni rispettabilissime, ma i due big, profumatamente remunerati, erano tra i pochissimi a dover correre il Giro con il sacro fuoco, visto che il Tour lo vedranno in tivù: loro, inguardabili.
Michele SCARPONI. 8. Primo degli umani. Primo del resto del mondo, visto che Contador è davvero di un altro pianeta. Primo dietro all’Imbattibile. Primo ad attaccare lo spagnolo sull’Etna, poi capisce che forse è il caso di stare più accorto e oltre a far vedere come si attacca, fa vedere anche come ci si difende. Lucido e realista.
Vincenzo NIBALI. 8. Se sul Gardeccia avesse corso sulle ruote, probabilmente sarebbe arrivato a Milano in seconda posizione. Invece si toglie il gusto di provarci, per non avere rimpianti. Arriva nuovamente terzo, come un anno fa. Sul podio in tre Grandi Giri consecutivi. Nibali ancora sul podio: Inamovibile.
Stefano GARZELLI. 8. Cerca con tenacia la vittoria di tappa, poi lotta per la maglia verde e la difende con i denti dall’assalto di Alberto Contador. Lo sa anche lui che il miglior scalatore del Giro è proprio lo spagnolo. Per questo la maglia ha un valore speciale. Eterno.
John GADRET. 8. Sorpresa di questo Giro bello e combattuto. E il francese abituato alle strade sconnesse, combatte come pochi. Sfiora il terzo posto, e gli applausi che finiscono a chi sul podio c’è salito, sono anche per lui.
Roberto REVERBERI. 6,5. Guida i suoi ragazzini tutti made in Italy con lucidità e serenità. Purtroppo per lui e per tutta la Colnago CSF deve rinunciare in pratica quasi subito a Domenico Pozzovivo (4), che è la brutta copia di quello che abbiamo imparato a conoscere. Però tira fuori dal cilindro tanti volti nuovi, come Gianluca Brambilla (voto 8) uno dei giovani più interessanti di questo Giro d’Italia.
Domenico CAVALLO. 7. Solo a rivederlo in gruppo – dopo la tragedia familiare - riempie il cuore. Poi riempie anche la sua ammiraglia con due vittorie di tappa (Anton e Nieve) e piazza un suo corridore nei dieci. Ben tornato.
Valerio PIVA. 7,5. Vince con i suoi ragazzi la prima cronosquadre a Torino e veste con Marco Pinotti (9) la prima maglia rosa. Due le tappe vinte con Mark Cavendish (8) e poi un buonissimo Giro con Kanstantsin SIVTSOV (7), che va in crisi sul colle delle Finestre: dal 5° posto scivola in 10°. Peccato.
Joaquin RODRIGUEZ. 5. Alla fine la squadra fa quello che deve fare e lo fa anche bene. Ma manca il capitano, l’uomo che in questo Giro avrebbe dovuto buttare la palla dentro. Non prende né traverse né pali. Quasi sempre in fuorigioco.
MOVISTAR. 6. Kiriyenka vince una tappa bellissima (8), Arroyo è sotto le attese (5), tutta la squadra diretta da Arrieta lavora come pochi altri per Alberto Contador. Peccato che lo spagnolo di Riis dovrebbe essere un rivale. Generosi. Pure troppo.
Paolo TIRALONGO. 8. Tira per se e per gli altri: quest’anno per Roman Kreuziger (6). Il ceco ottiene il risultato minimo, la maglia bianca di miglior giovane. Chiude in settima posizione nella generale.
Alberto CONTADOR. 10. Arriva a Torino un po’ in affanno, per via del traffico e gli alpini. Il via è caotico, poi si rilassa e per tre settimane si riposa in vista del Tour.
Luca SCINTO. 7. La sua Farnese Vini fa tutto quello che deve fare: vince (con Oscar Gatto), dà battaglia (con Visconti, Rabottini e Giordani), ma soffre troppo le “zampate” di Cipollini: non ragionar di lor ma guarda e passa, diceva il poeta. Occhio però agli incroci.
Steven KRUIJSWIIJK. 7. Il 23 enne olandese con un cognome da codice fiscale, disputa un ottimo Giro d’Italia (nono nella generale). Cognome complicato, futuro assicurato.
Ha ribadito i limiti in salita già evidenziati durante la Vuelta vittoriosa,dove 2 volte era andato in nettissima crisi.Buon per lui che ieri non lo abbiano attaccato con + convinzione,altrimenti addio podio.Anche a cronometro non é andato benissimo.Incredibile il 5 a Rodriguez,che ha disputato un signor Giro,attaccando sempre(l'unico a farlo)e finendo ottimo quinto.Un bel 4 a Stagi.
Contro i Geox
30 maggio 2011 09:49forzagibosimoni
ma gli uomini geox che le hanno fatto di male...addirittura 2!! Scommetto che se menchov fosse stato italiano il voto sarebbe stato oltre la sufficienza per essere rimasto nei 10 nonostante il problema alla schiena...
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