I VOTI DEL DIRETTORE. Tiralongo giorno si, Rujano giorno no

| 27/05/2011 | 19:46
di PIER AUGUSTO STAGI    -

Paolo TIRALONGO. 10. Una vita da gregario, una vittoria come un premio alla carriera, come una laurea “honoris causa” consegnata direttamente dalle mani e dalle gambe del Magnifico rettore Alberto Contador. Un premio alla carriera, per tutto quello che ha fatto fino a ieri, fino ad oggi e probabilmente per quello che tornerà a fare da domani. Questa mattina alla partenza della tappa da Bergamo, il grande capo dell’Astana gli aveva chiesto espressamente «La tappa. Oggi tu tappa». Paolo, che ha corso questo Giro da autentico gigante, oggi ha provato per la prima volta la gioia e l’ebbrezza della vittoria. Dopo dodici anni di onorata carriera, finalmente una bella vittoria. Ma visto che oggi è il suo giorno e tutti noi siamo più buoni, gli attribuiamo anche un’altra vittoria: quella del 2002, in maglia Fassa Bortolo, nella cronosquadre al Giro del Mediterraneo. C’era anche lui. Nessuno più se ne ricorda, ma noi conserviamo la memoria. Proprio come Contador.

Alberto CONTADOR. 8. Bravo, bravino: diciamo discreto, un giorno potrebbe anche diventare un buon cacciatore di Grande Giri. Aiuta come nemmeno il miglior Tiralongo avrebbe potuto fare. Attacca, chiude, se ne va, poi riacciuffa a 500 metri dal traguardo Paolo Tiralongo, suo grande amico, suo grande compagno di squadra fino ad un anno fa. I due si stimano come pochi: in molti lo sanno. Lui lo incita, lo trascina sul traguardo, si mette dietro proprio in prossimità del traguardo per la foto ricordo. Che dire? Un corridore discreto.

Vincenzo NIBALI. 8. Avrebbe probabilmente potuto fare anche molto di più nelle due tappe precedenti (Aprica e San Pellegrino), in discesa, cercando di esercitare molta più pressione a Michele Scarponi, ma oggi in una tappa che avrebbe probabilmente sorriso al rivale della Lampre, riesce a rosicchiargli 13” (5 + 8 di abbuono). Giornata positiva, prima della battaglia di domani. Oggi non temporeggia, non sta alla finestra: domani il Colle delle Finestre.

Danilo DI LUCA. 7. Fa in pratica tutto lui, con la foga dei bei tempi andati. Cattivo, rabbioso, efficace nella sua pedalata. Fa gli ultimi 25 chilometri con il sacro fuoco. Poi Contador spegne tutto: con un soffio. Arriva a questo Giro non in condizione, ma si intravedono chiari segni di crescita. Crescere nella terza settimana è un segno importante in prospettiva futura. A differenza di Basso, per intenderci, ha saputo di poter tornare alle corse e di fare il Giro troppo tardi e ha dovuto fare di necessità virtù. Domani, sul colle delle Finestre, per lui un test importante. Da rivedere: come un tempo.

Michele SCARPONI. 6. Giornata insufficiente, da dimenticare, perché paga troppo in una tappa nella quale non avrebbe dovuto pagare nulla, anzi. Ma gli diamo la sufficienza piena per le sue parole prive di scuse e di recriminazioni subito dopo la corsa. «Sono stanchissimo, non è stata una buona giornata. Cosa volete che vi dica di più?.. ». Noi una parola ce l’avremmo: bravo e onesto.

Joaquin RODRIGUEZ. 5. Fa lavorare la squadra come pochi. Fa spolmonare Danilo Di Luca. Poi cerca il colpaccio quando Tiralongo è ormai lanciato verso il traguardo. E’ vero, probabilmente senza Contador, Rodriguez avrebbe vinto. Che dire? Ha sbagliato i tempi. E soprattutto ha sbagliato in questo Giro a tirare in più di un’occasione per Contador, che si ricorda di Tiralongo e non di lui. Che se lo ricordi.

José RUJANO. 4. Giornata dura, durissima, la più dura in assoluto, anche rispetto a quella dello sterrato di Orvieto. Da un paio di giorni lamenta mal di gola. Ieri il medico della Androni Giocattoli, Costantino Auricchio è dovuto ricorre anche agli antibiotici per lenire il fastidio al piccolo scalatore venezuelano. Giornata difficile, dura e sfortunata. Nella caduta che costringe al ritiro Craig Lewis e Marco Pinotti, cadono anche Ochoa e Serpa. Rujano non mette piede a terra, ma resta intruppato nel secondo gruppo e spende non poco per rientrare sui primi. Poi, nel forcing finale imposto dai Katusha e in particolare da Di Luca, il venezuelano salta per aria. Ora decimo nella generale, a 11’50”.

Matteo RABOTTINI. 7. Esce al km 48 con Bak e Pineau. Il giovane abruzzese, classe ’87, al suo primo Giro d’Italia si fa vedere spesso e volentieri all’attacco. Mai domo.

Denis MENCHOV. 4. Tappa da passistone, tappa da rapportoni, tappa da Denis Menchov. Non è così. Perché il russo di quest’anno è semplicemente la brutta copia di quello di due anni fa. Complimenti anche a Mauro Gianetti, per aver portato qui al Giro d’Italia una squadra con un solo italiano: Giampaolo Cheula (voto 6).

Igor ANTON. 4. Arriva a quasi 20 minuti. Penserà al colle delle Finestre?

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