GIRO. Via il Crostis, vincono le squadre «scissioniste»
| 21/05/2011 | 10:36 Il Crostis è cancellato. Non si sale più sulla montagna che guarda da
vicino lo Zoncolan. La notizia arriva alle 19 della vigilia, quando
sulla salita friulana sono ancora al lavoro le squadre dei volontari
per la rifinitura del percorso, dopo gli imponenti lavori per garantire
la massima sicurezza al transito della carovana. Soprattutto nella
discesa, protetta da oltre trecento materassi e dalle reti di discesa
libera usate nello sci. Più decine di chilometri di asfalto nuovo.
Senza ammiraglie Non è bastato. Il presidente della Giuria Uci al Giro,
il belga Thierry Diederen, si appella all’articolo 1.2.130: «La
regolarità sportiva non è garantita» . Perché? Sul Crostis le
ammiraglie delle squadre non possono salire, sostituite da un servizio
di motociclette con meccanico a bordo: il gruppo è «scoperto» , dicono
i team, per 37 chilometri. Ma proprio l’associazione mondiale dei
corridori, guidata da Gianni Bugno, aveva dato il via libera domenica
scorsa, dopo aver visto il video con la nuova veste del Crostis.
L’affronto Il Giro si deve piegare, la Giuria ha l’ultima parola.
Niente Crostis, solo Zoncolan. Il direttore del Giro, Angelo Zomegnan,
attacca: «Per noi, la regolarità sportiva e la sicurezza sono
garantite. Manca la voglia di osare, la decisione è soltanto dell’Uci.
Questo è un affronto alla gente del Crostis. E faccio un appello:
venite tutti sullo Zoncolan a incitare il Giro» . Nuovo percorso Mauro
Vegni, direttore di corsa: «Il Crostis ha dato fastidio sin dall’inizio
e le squadre ci hanno messo in mezzo. Non c’è mai stato un problema
tecnico-sportivo» . Nuovo percorso, 190 chilometri invece di 210 e un
anello a Tualis, dove c’è la piazza Giro d’Italia, prima di salire in
cima. Hanno vinto le squadre, soprattutto quelle scissioniste, un
gruppo di una dozzina di team che da mesi tiene sotto scacco l’Uci per
la creazione di un circuito alternativo, stile F. 1. Già l’altra
mattina, a Tortoreto Lido, c’era stata una riunione incandescente tra i
team manager e la direzione del Giro. Bjarne Riis, numero uno della
Saxo Bank di Alberto Contador, si era alzato con fare minaccioso verso
Vegni, che aveva risposto a muso duro e confermato il Crostis. Poi
Riis, Bruyneel (RadioShack), Amadio (Liquigas) e Eisenga (Rabobank) si
erano rivisti in un bar. Dal Belgio il sostegno di Lefevere (Quick
Step). E il presidente di giuria è belga. Di certo, qualche telefonata
«importante» è arrivata ieri sera al Giro. Lo spettacolo «Meglio
cedere, meglio non rischiare con le squadre» . E, se ciò non fosse
successo, si parlava di un possibile sciopero oggi ai piedi della
salita. Peggio ancora. Il Giro è ferito, ma va avanti con fierezza. Lo
spettacolo sarà tutto sullo Zoncolan: nel 2010 vinse Basso dopo un
entusiasmante duello con l’iridato Evans. La salita (10,1 chilometri)
comincia a Ovaro. E’ «cattiva» soprattutto nei 6 chilometri centrali
dove i corridori non hanno un metro per respirare: lì la pendenza media
è del 15%e i tornanti sono ancora più duri che i rettilinei. Solo
contro se stessi, si pedala sul filo del rasoio. Contador, come
rapporti, userà una moltiplica da 36 denti e un pacco pignoni inedito
con il 32.
da «La Gazzetta dello Sport» del 21 maggio 2011 a firma Luca Gialanella e Claudio Ghisalberti
Con queste iniziative strumentali questi due signori con un cv non proprio immacolato stanno strumentalizzato un tema fondamentale, quello della sicurezza in corsa e in generale per ogni ciclista, amatore o turista che sia, che con la vicenda del povero Weilandt non c' entra nulla dato che lì è stato un funesto colpo di sfiga, una mera fatalità ad uccidere il giovane belga.
Qui costoro hanno mancato completo di rispetto verso tutti i lavoratori volontari che hanno sistemato alla grande quella discesa e reso praticabile il fondo stradale, verso il comitato di tappa, la regione FVG che sognava di regalare a tutti gli sportivi in Italia e nel mondo un saggio delle bellezze della nostra regione ed infine verso tutti i tifosi accorsi per un w-end indimenticabile.
Da ultimo c' è da dire che probabilmente l' onnipotente danese temeva un attacco scriteriato di Nibali, che solo all' arma bianca avrebbe potuto far saltare il banco
POVERA ITALIETTA.....
21 maggio 2011 13:28ale63
MA CHI E' STO RJIS...?? BASTA FARCI COMANDARE DAGLI ALTRI!! SE A LUI E CONTADOR NON PIACEVA LA DISCESA, POTEVANO ANCHE ANDARSENE A CASA!!!! NOI ITALIANI ABBASSIAMO SEMPRE I PANTALONI... ALE
21 maggio 2011 13:29ev
Riis la faccia pulita del ciclismo, con questo personaggio il ciclismo (prof) mai sarà credibile, con i compagni di merenda Giannetti, Bruyneel e Lefevre, ma è chiaro che il presidente di giuria se lo sono comprato.
Riis
21 maggio 2011 14:32AndreaTino
siamo stanchi di questi mafiosi nel ciclismo. Riis dovrebbe essere epurato. è una vergogna.
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