
Scatta oggi da Venaria Reale, Torino, il Giro d’Italia. Un’avventura lunga tre settimane e dove l’unico brianzolo in gara è Davide Viganò. E’ la seconda volta di Viganò al Giro: il corridore di Carate Brianza, 27 anni a giugno, ebbe modo di correre il suo primo Giro d’Italia nel 2009 quando allora indossa i colori della Fuji Servetto. Oggi è tra gli uomini di spicco del Team Leopard Trek, la formazione lussenburghese diretta da Adriano Baffi e Luca Guercilena. Dopo la costretta rinuncia del velocista numero uno della squadra, Daniele Bennati, bloccato da una caduta che gli ha procurato la frattura della clavicola, ecco presentarsi la grande chance al professionista lombardo. Mancando Bennati sarà proprio Viganò l’uomo per le volate della Leopard Trek assieme al belga Wouter Weylandt. “E’ una responsabilità importante e spero di esserne all’altezza – spiega Davide, che recentemente si è classificato al secondo posto nella frazione conclusiva del Giro di Romandia in Svizzera-. Sono contento della fiducia concessami dalla squadra e allo stesso tempo sono dispiaciuto per quello che è capitato a Bennati: contavamo molto su di lui in questo Giro anche perché Daniele si era preparato con puntiglio e determinazione. Purtroppo lo ha tolto di mezzo la sfortuna ed eccomi qui pronto a confrontarmi con i migliori velocisti della corsa rosa”. Il Giro parte oggi pomeriggio con una cronometro a squadre di 19 chilometri da correre tutti in un fiato. Ti senti pronto per questa prova? “Contro il tempo non sono mai stato a mio agio, ma questa volta è differente: si corre tutti assieme e la fatica è divisa in più parti. Noi della Leopard Trek cercheremo di disputare una buona cronometro, con l’intenzione di arrivare fra le prime dieci squadre”. Tornando alla scorsa settimana, ti brucia il secondo posto del Romandia? “Quando sei battuto è sempre difficile da digerire, perché in cuor tuo hai fino all’ultimo sperato di vincere – spiega Viganò-. Oltretutto avevo impostato bene lo sprint sulla ruota di Freire, ma l’inglese Swift è uscito fuori bene e ha vinto con merito”. Ritorniamo al Giro in quali tappe vorresti essere protagonista? “Già in quella di domani a Parma e subito dopo a Rapallo, due arrivi per velocisti e dove quasi certamente il gruppo arriverà compatto sul traguardo. Poi a Livorno un arrivo stimolanti per gli uomini veloci come me. E infine Ravenna, la dodicesima tappa dove tutti inizieranno a essere un po’ stanchi e sarà fondamentale avere i nervi saldi e molta lucidità”. Cosa ci vuole per vincere una tappa al Giro? “Forza, abilità e anche fortuna. E una buona squadra come la mia”.
da Torino, Danilo Viganò