CICLISMO NELLA BUFERA. Il doping è una libera scelta

| 14/04/2011 | 08:57
Riceviamo e pubblichiamo volentieri questa lettera di Rino Baron, responsabile della Bata Ciclismo.

BATA CICLISMO ha il dovere e il piacere di rispondere per mio tramite alle dichiarazioni fatte dal presidente del CONI dott. PETRUCCI e dal presidente della F.C.I dott. DI ROCCO, relativamente al DOPING NEL CICLISMO.
In primo luogo, è doveroso affermare che il problema del DOPING nello SPORT deve essere il problema di tutto lo SPORT e non solamente del ciclismo.
Non ritengo corretto che l’opinione pubblica possa far suo l’assioma doping = ciclismo, coinvolgendo in pratiche illecite, e che devono essere perseguite, tutto il movimento del ciclismo, sia a livello professionistico che dilettantistico.
Le dichiarazioni che escono sui giornali e sulle riviste specializzate devono essere chiare nell’identificare i reali colpevoli, ma anche nel difendere la parte “sana” del movimento ciclistico.
SONO SICURO che, come è di certo per la S.C. F.W.R. BATA CICLISMO, anche tante altre squadre che amano veramente il ciclismo garantiscono una attività pulita e trasparente. Generalizzare significa penalizzare tutto il movimento anziché premiare chi da anni segue e pratica comportamenti virtuosi.
Credo sia giunto il momento di dimostrare con i fatti queste affermazioni attraverso controlli veri, continui e basati su solide prove scientifiche per combattere le pratiche dopanti, ma soprattutto per salvaguardare la salute degli atleti.
IL CONI e la F. C. I dovrebbero innanzitutto (e finalmente) garantire controlli ANTIDOPING nelle gare più importanti che vengono svolte in ITALIA. Solo così si avrebbe la certezza che i vincitori e i protagonisti delle varie squadre siano “puliti”. Solo con questi controlli si può garantire un futuro migliore a giovani atleti che non devono essere indotti a pratiche che possono compromettere la quantità e qualità di vita presente e futura..
Noi della BATA CICLISMO da ben dieci anni abbiamo pionieristicamente e volontariamente attivato un progetto per sottoporre i nostri atleti a controlli bimestrali attraverso un protocollo concordato con importanti Istituti dell' Università di PADOVA e con seri professionisti che sono anche i firmatari della TESSERA A TUTELA DELLA SALUTE.
Questi rigorosi controlli prevedono esami di laboratorio su parametri biochimici, ematologici ed endocrinologici, e visite accurate.
Nonostante la documentazione raccolta in dieci anni di controlli volontari e nonostante questi dati siano sempre stati messi a disposizione con trasparenza assoluta delle autorità in materia, la nostra squadra non ha finora potuto partecipare (formalmente causa punteggio non raggiunto, come da regolamento f.c.i.) AL GIRO BIO.
Gli organizzatori della suddetta manifestazione, propagandata come“GIRO BIO SPORT PULITO” non risultano effettuare, nei fatti, controlli antidoping o perlomeno non con frequenza e qualità appropriate.
Ma se così è, perché non riconoscere i meriti e l’impegno dimostrato da alcune squadre con progetti e protocolli di trasparenza contro il doping?
Il nostro motto è “NESSUNA VITTORIA HA più VALORE DELLA LEALTA' E DELL'ONORE”: siamo orgogliosi e fieri di ripeterlo a voce alta ed ancora una volta.
In conclusione, è dallo sport dilettantistico che deve partire la rivoluzione culturale, perché vi sia maggior garanzia , controlli antidoping seri e che tutelino la salute degli atleti.
Solo così si possono abituare gli atleti ad amare lo sport con il sacrificio di allenamenti e rinunce, unico metodo per formare UOMINI VERI pronti al passaggio ad un professionismo trasparente.
Un sincero riconoscimento al lavoro finora svolto dalla Procura Antidoping del CONI, al Comando dei NAS e al Comando della Guardia di Finanza che hanno saputo smascherare casi importanti.

RINO BARON Direttore Generale Bata Ciclismo
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COMMENTI
ora escono fuori I BUONI
14 aprile 2011 10:18 scatto
diceva TOTO' MI FACCIA IL PIACERE....

Società sane
14 aprile 2011 10:21 luki
Tante società come la BATA sono sane, ma tante pur non usando sostanze illecite usano farmaci a volontà specie nelle categorie juniores.
Il caso "Bani" se ci fossero controlli a tappeto farebbe chiudere parecchie società (anche a Bergamo).
Resta comunque il fatto che questi poi con i risultati che ottengono ed i punteggi relativi, fregano in sostanza quelli virtuosi.
Luki

GIUSTO
14 aprile 2011 15:45 Capitano
PER FORTUNA C'E' ANCORA IN GIRO GENTE COME BARON,( ANCHE QUALCHE ALTRO SPERO...) CHE CONOSCO DA ANNI PER SERIETA' E PROFESSIONALITA', SPERIAMO MOLTI LO SEGUANO IN QUESTA BATTAGLIA, SE PARTIAMO DAI GIOVANI, DALLA LORO CULTURA, CON DIFFICOLTA' MA ANCHE IL MONDO DEL CICLISMO CAMBIERA' E NON SOLO. I GIOVANI SONO IL NS. FUTURO. W IL CICLISMO E ABASSO IL DOPING. BERLESE ROBERTO

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