| 08/01/2011 | 15:28 È stato il suo anno, e noi ne andiamo fieri. Abbiamo fatto bella figura, ma a differenza di altri che sono soliti puntarsi onorificenze, noi la prendiamo con leggerezza: è un gioco e gran parte del merito va al diretto interessato, che ha confermato sulla strada quanto di buono aveva già fatto intravedere. Bravo lui, bravi noi. Soprattutto bravo Vincenzo Nibali, lo "squalo dello stretto", il CanNibale più mansueto del ciclismo mondiale, affamato in ogni caso di vittorie. Ingordo e mai sazio quanto noi e tutti i suoi aficionados. L¹anno dello Squalo va in archivio con l'ennesima copertina di tuttoBICI, con l'ennesima celebrazione, per un anno che si chiude con la festa del ciclismo italiano. Per la seconda volta in carriera sale sul palco degli Oscar tuttoBICI. Qualche anno fa, otto per la precisione, era il 2002: miglior professionista Paolo Bettini, Vincenzo si laurea il miglior juniores. Otto anni fa sfilò giovanissimo sul palco del Centro Congressi Papa Giovanni XXIII di Bergamo, quest'anno ha ricevuto l'applauso più grande in un teatro strapieno - quello della Gran Guardia -, a Verona. Dopo averlo seguito per dodici mesi, ci siamo limitati a raccogliere i suoi pensieri, i suoi sogni, le sue considerazioni, i suoi commenti sulla stagione, sugli amici più cari, sulle sue due famiglie: insomma, su tutto. Noi non abbiamo fatto altro che metterli in ordine: alfabetico.
A. come Alberto. «In verità il suo nome è Carloalberto, ma se oggi si parla dei CanNibali, il merito è di questo ragazzo di 34 anni che al Giro della Lunigiana coniò questo nomignolo. Lui è il nipote di Mery Malucchi, una delle grandi anime di tutto il club e Carloalberto è uno degli ultrà più ultrà che ho. È un mago di multimedialità. Io sono curiosissimo di informatica e con lui mi sbizzarrisco come pochi. Caratterialmente ci assomigliamo anche un po': introverso io introverso lui. Siamo un po' timidi, anche se io negli ultimi tempi un po' mi sono aperto e lui sulle ali dei miei successi ha perso letteralmente la Trebisonda. "A" anche come Ancillotti. Rudy è deputato a procurare le derrate alimentari, soprattutto carne, visto che ha una ditta di trasporti di carne».
B. come Basso. «Ivan è un grande corridore e soprattutto è una grande persona. Da lui ho solo da imparare, difatti imparo. Farà Giro e Tour? Non lo so, sarà la Liquigas Doimo a dirlo. Io posso solo dire che con Ivan mi trovo a meraviglia, mi piace ascoltarlo. Mi ha detto: il Tour ti ha costruito, il Giro ti ha lanciato. Correre in coppia? Faremmo paura a molti e saranno tutti costretti a rincorrerci. A proposito, nel club c'è Raniero Bindi: nessuno sa rincorrermi come lui. Quando vedete un CanNibale con tanto mi bandiera azzurra con squalo, correre al mio fianco scalmanato, state pur certi che è lui. È uno dei punti di forza del Club. Autotrasportatore alla dolciumi Rinati, lui per il club fa di tutto. Soprattutto corre. Se c'è lui scalmanato, statene pur certi che quello in bicicletta sono io».
C. come Corsini. «È uno dei luoghi culto di Mastromarco: il parrucchiere di Massimo Corsini. Li vado sempre a tagliarmi i capelli, lì vanno tutti gli appassionati delle due ruote a parlare di ciclismo e ciclisti. In altri posti c'è il bar sport, qui c'è Corsini, dove i CanNibali si ritrovano per parlare di tutto. Ma "C" anche come Catoni, in questo caso Andrea, uno degli ultimi "acquisti" del club: studente universitario (iscritto a giurisprudenza), per il club fa il fotografo, come del resto anche Enrico Tesi, magazziniere per la Rinaldi dolciumi e il club».
D. come Due. «Ho due famiglie, che vanno d'accordissimo. Carlo e Bruna Franceschi mi hanno accolto a 16 anni, quando, per la bicicletta, decisi di amigrare al Nord. La famiglia Franceschi ha una casa a due piani. Sotto sta Barbara, la loro figlia, sopra i genitori. Io mi ero piazzato in una mansarda e nonostante abbia comprato una casa qui, continuo a bazzicare a casa loro. Non è retorica, ma li considero davvero come la mia seconda famiglia e Barbara è una "Grande Sorella", visto che lei mi chiama "Grande Fratello".
E. come Elettronica. «Sono appassionatissimo. Passo ore davanti al computer, a navigare su internet, a valutare i miei dati, a rispondere alle mail dei miei tifosi: mi rilassa. Ho l'iPod, iPhone e l'iPad. Mi piace lavorare le fotografie con fotoshop, e ora spero di imparare anche a montare le immagini. Sul mio iPod ho soprattutto brani dei Queen e degli U2. Sul computer film con Tom Hanks, Bob De Niro e Catherine Zeta-Jones, i miei preferiti».
F. come Francesco. «Il parroco di Mastromarco, don Francesco Pieraccini, un autentico canNibale, che per il trionfo alla Vuelta ha acceso il motorino e le campane hanno suonato a festa per un'ora. "F" anche come Fiorucci. Anche Lenardo è una figura di riferimento del club. Da tutti viene chiamato "Doraemon", proprio come il famoso personaggio manga. Quando c'è da risolvere un problema, lui lo risolve. Arriva con la sua valigetta magica e sistema tutto. A lui anche il compito di realizzare tutte le decalcomanie del club sui mezzi o preparare gli striscioni: questo è il suo lavoro. Ma se si dice "F", non si può dimenticare Adolfo Ferreri, il genero di Carlo Franceschi, la famiglia che in pratica mi ha adottato. Ha sposato Barbara, la "Grande Sorella". Con Adolfo vado d'accordo come con pochi. Forse perché ha origini siciliane, fatto sta che tra noi c'è un bellissimo rapporto. Quando c'è da fare casino lui è il primo della lista. È il grande "giullare" del gruppo. Con lui lo spettacolo è assicurato».
G. come Giro. Quest'anno ho capito: ce la posso fare. Grandi Giri e classiche. Più però nei Grandi Giri. Il prossimo anno la "corsa rosa" farà tappa in Sicilia, sull'Etna. Da piccolino ho fatto l'Etna dalla parte di Linguaglossa, con mio padre Salvatore e un gruppo di cicloamatori. Quell'episodio me lo ricordo ancora: arrivai su in cima attaccato ad una fune agganciata alla macchina guidata da mia madre Giovanna. Avevo 10 anni. Tornando al Giro posso solo dire che è uno dei più duri degli ultimi anni, se non il più duro. Troppo duro per me? Io lo trovo perfetto per le mie caratteristiche, non cambierei una sola virgola. Dovrò solo organizzarmi per andare a visionare l'arrivo di Glossglockner, la cronoscalata del Nevegal, il Colle delle Finestre e Sestriere. Il Giro si deciderà nella seconda settimana. La tappa dello Zoncolan e della Marmolada saranno i giudici».
H. come Ospedale. «Mi sono operato il 26 ottobre scorso dal dottor Castellacci per la rimozione delle osteosintesi. A Messina, 10 novembre, sono tornato in un ospedale per farmi togliere gli ultimi punti».
I. come Innocenti. «È sposato dal ¹93 con Mery Malucchi ed è presidente del club Nibali di Mastromarco. Giudice di Pace a Pescia di professione, allenatore della prima squadra di pallavolo del Montelupo per piacere. Ma il piacere più grande è seguire Enzo in giro per il mondo. Passioni Innocenti...».
L. come Lapsus. «Alla vigilia del Giro ho detto che mi venissero a prendere a Pisa, invece sono atterrato a Firenze. Non ti dico quante me ne ha dette Rainero che mi è venuto a prendere. Sono un po' distratto, soprattutto quando sono sotto stress».
M. come Mery. «Mery Malucchi è la responsabile della comunicazione del Fans Club Nibali Cannibali di Mastromarco. Ex buona giocatrice di pallavolo, oggi è allenatrice delle giovanili dell'Agliana ma soprattutto tutto fare del Club. Fanno di tutto questa allegra brigata di pazzi. In mio onore hanno anche fatto il "vino dei Cannibali", l'"olio dei cannibali", persino "i pomodori dei cannibali". "M" come Mazzei. Massimiliano è l'autore di tutte le canzoni del CanNibali, oltre ad essere il vice presidente del club».
N. come Nibali. «Pass professionista con la maglia della Fassa Bortolo. Ho un bel curriculum. Nel 2002 tricolore junior della crono, vinco il Giro della Lunigiana e il bronzo nella crono mondiale di Zolder. Nel 2004 sono 12 e vittorie e a Bardolino, sono ancora bronzo nella crono. La prima vittoria con la maglia della Liquigas, alla Coppi&Bartali. La seconda è di quelle importanti, in Francia, al Gp di Plouay. Secondo anno da professionista 77 punti, 24° nella classifica mondiale, nessuno a 22 anni è così in alto. Poi cresco e il resto lo conoscete. Papà Salvatore dopo aver fatto una malattia per Francesco Moser, è uno dei miei tifosi più accaniti. Mamma Giovanna si raccomanda. Mia sorella Carmen, da poco mamma, si raccomanda anche lei. Io mi raccomando con Antonio, mio fratello. Sono diplomato ragioniere e un giorno vorrei studiare bene l'inglese. Se non viaggiassi in continuazione, mi piacerebbe avere un cucciolo di rottweiler».
O. come Oscar. «Lo vinsi da juniores, torno da professionista. Mi fa piacere vincere il riconoscimento del vostro giornale, perché tuttoBICI ha creduto come pochi nel sottoscritto. Bellissima la copertina di gennaio, "L'anno dello Squalo". Bella quella di ottobre, per celebrare la vittoria alla Vuelta. Bellissima quella di dicembre, che è il condensato di una stagione davvero molto importante per la ma carriera».
P. come Pasta. «Sono ghiotto di pasta al forno, ma adoro anche la granita al caffé con panna e i cannoli. Ma anche il cinghiale, i fiori di zucca fritti, i carciofi e anche la nutella. "P" come Pompei, l'ultimo club Nibali nato».
Q. come Quattro. «Il ritorno a casa dopo il trionfo al Giro di Spagna dopo la sfida a Bola del Mundo. Un centinaio di amici che mi aspettano fuori dall'aeroporto di Firenze. Un centinaio di amici, conoscenti, tifosi e compaesani. Bandiere e striscioni azzurri del Fan Club CanNibali, sciarpe e coccarde rosse come la Vuelta. Due pullman messi a disposizione da Rudy Ancillotti, detto Ciocci. Mastromarco è tutta tinta di rosso. E non potrebbe essere altrimenti, visto che da sempre questo è il colore preferito dai miei nuovi concittadini. Qui Luigi Berlinguer venne per rendere omaggio all'elettorato più rosso d'Italia (98%). Per la mia Vuelta hanno stesso anche una passatoia rossa di quatto chilometri di tessuto rosso, largo un metro e mezzo».
R. come Regalo. «Per me e per i miei compagni di squadra che mi hanno aiutato a vincere il Giro di Spagna ho fatto preparare un Rolex Explorer 1 con dedica».
S. come Squalo. «Sono lo Squalo dello stretto, e questa definizione mi piace molto, perché io ci tengo maledettamente alle mie origini, alle mie radici. Mi piace anche che mio fratello Antonio abbia deciso di seguire le mie orme: dalla Sicilia alla Toscana, anche lui da Carlo Franceschi e Bruna Bettarini. Io Squalo, lui "pesciolino rosso"».
T. come Torino. «Dalla prima capitale d¹Italia scatterà il prossimo anno il Giro d'Italia 2011. Un Giro che sembra fatto su misura per me. Sono già eccitato. E poi sulle strade del Piemonte (Cuneo) lo scorso anno mi sono vestito per la prima volta di rosa, proprio con una cronosquadre. Si ripeterà il prossimo anno? Lo spero, anche se io sogno di arrivare in rosa a Milano».
U. come Uniti. «Siamo stati sempre una famiglia unitissima. Io ero l'incubo della famiglia, perché da ragazzino ero davvero un monello. Ricordo che un giorno tornai da scuola con un brutto voto in pagella perché litigavo sempre con i miei compagni di classe. Mio papà per punizione mi segò la bici in tre. Ero disperato. Piansi fino a non avere più lacrime. Mi chiusi in me stesso. Feci lo sciopero della fame, della sete, anche della parola. Alla fine mio papà si commosse e mi risaldò la bicicletta. Unita la famiglia, riunita la bicicletta».
V. come Vacanze. «In Sicilia una settimana. Poi un¹altra dal 20 al 27 in Campania. Il 20 ho inaugurato in nuovo club di Pompei e poi sono rimasto in zona».
Z. come Zero. «Si ricomincia da zero. Quello che ho fatto è fatto. Ora c'è da scrivere un anno nuovo, un 2011 bello e ambizioso. Tanti traguardi, soprattutto sulle strade del Giro, senza trascurare il resto. Obiettivo? Tornare a vincere l'Oscar tuttoBICI: se ciò dovesse accadere, significherà che un'altra stagione ad alto livello è andata in archivio».
da tuttoBICI di dicembre a firma di Pier Augusto Stagi
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