Non è la prima volta che la Spagna dei miracoli resta a bocca aperta, fra stupore e paura, davanti alle possibili "leaks", alle soffiate del più leggendario (con Victor Balco) somministratore di doping dell´era moderna, ora agli arresti (è la seconda volta) per il suo coinvolgimento nella "Operación Galgo", per traffico e uso di sostanze dopanti, quasi inevitabile sequel di quell´"Operación Puerto" che scardinò il ciclismo internazionale.
Da quando Fuentes è ricercato, indagato, controllato dalla Guardia Civil, non c´è giorno in cui la sua voglia di "muoia Sansone con tutti i filistei" non rischi di tramutarsi in un elenco di strabilianti e/o insospettabili colpevoli.
I recenti e molteplici traguardi della Spagna sportiva sono condannati a convivere col sospetto che qualcuno dei maggiori artefici di quelle vittorie possa aver preso almeno un appuntamento dal compiacente e milionario medico della chimica fuorilegge: «Ma noi siamo puliti», urla Del Bosque, ct mondiale. «In 43 anni di calcio non ho mai visto un tentativo di conquistare nel mio sport un vantaggio con mezzi illeciti».
Eufemiano FuentesXavi, leader dei due centrocampi più forti del mondo (Barcellona e Spagna) allarga il discorso, ma il suo tono è più triste che offeso: «E´ un peccato che succedano queste cose nello sport spagnolo. Non ci sono ancora colpevoli, ma è una pena che ne vengano fermate 14 (fra cui il nome eccellente di Marta Dominguez, campionessa del mondo nelle 3000 siepi a Berlino, ndr). Per quanto mi riguarda confermo quanto tutti sanno: abbiamo vinto europei e mondiali da persone oneste e pulite».
da «La Repubblica» a firma Enrico Sisti