La Castellina, conclusa la "tre giorni" del ciclismo
| 28/11/2010 | 18:28 Gran finale al Convento di Santa Lucia alla Castellina di Sesto Fiorentino (Fi) dopo una tre giorni dedicatissima al ciclismo con il convegno-assemblea dell’Adispro che ha visto partecipare un centinaio di direttori sportivi unitamente al ct Paolo Bettini, il grande Alfredo Martini e il patron del Giro d’Italia Angelo Zomegnan. Oggi dunque, con Daniel Oss, Vincenzo Nibali, Edita Pucinskaite, direttori sportivi e le glorie ciclistiche di ieri ma anche di domani, era giunta l’ora di consegnare numerosi ambiti premi e riconoscimenti all’interno della “Festa della Famiglia del ciclismo” che prevedeva la particolarissima messa e poi nel giardino, il momento delle premiazioni. Il maltempo invece ha voluto dire la propria con pioggia e vento che, invece, di rovinare la festa, gli ha dato un tocco speciale. Non potendo uscire dunque nel giardino, i frati carmelitani del convento hanno dunque tenuto aperte le porte della chiesa dicendo che “a nostro Signore non daremo fastidio, anzi, sarà contento di vederci ancora qui a premiare persone volenterose e poi scambiare due parole in attesa che le sale da pranzo siano pronte>. Ancora una volta la Comunità religiosa guidata da Padre Agostino Bartolini e i suoi Confratelli, Agostino Gelli, e Raffaele Duranti, il Padre ciclista praticante, hanno saputo come stupire con un palcoscenico decisamente emozionante: l‘altare. Tutti pronti dunque per la messa celebrata da ben 4 religiosi (Padre Raffaele, il superiore provinciale dell’ordine dei Carmelitani Padre Mimmo, Padre Daniele e Padre William), la storica bicicletta della Filotex che qui alla Castellina aveva fatto il suo punto di ritrovo di inizio stagione, e poi le maglie dei campioni che di anno in anno diventano sempre più numerose appoggiate davanti l’altare e sulla bici alle sue spalle, maglie che poi vanno a riposare nel museo allestito da Padre Gelli. E stamattina se ne sono aggiunte delle veramente preziose: la maglia a pois della Liquigas, la maglia azzurra della nazionale donata da Franco Vita, la maglia rosa autografata da Ivan Basso e la maglia rossa vinta da Nibali alla Vuelta e firmata, unitamente al gagliardetto della Fci siglato da Martini. In arrivo poi, anche la maglia di Edita, la campionessa adottata dalla toscana che ieri ha dato ufficialmente l’addio alla sua carriera agonistica. In un clima religioso ma molto molto famigliare, si è dunque svolta la messa ricordando e ribadendo dall’altare alcuni concetti importanti per il ciclismo: cambiare mentalità, vedere le cose in modo diverso, onestà, serietà, spirito sportivo, bisogno di cambiamento, purezza morale quotidiana perché… lo sport bello è davvero un momento divino. Al termine della messa dunque, i frati carmelitani e gli Amici della Famiglia del Ciclismo di Santa Lucia alla Castellina, (Piero Pieroni, Alessandro Troni, Giacinto Gelli, Luca Limberti, Giancarlo Vannucchi, i loro Collaboratori, sull’altare hanno consegnato numerosi premi: il tradizionale e prestigioso “Coraggio e Avanti” al neoprofessionista trentino Daniel Oss e l’”Ammiraglio d’oro” a Stefano Zanatta alla guida della “flotta” Liquigas. Poi un riconoscimento speciale ad una emozionatissima Edita Pucinskaite: 98 vittorie, 2 Giri d’Italia, 1 straordinario Tour (segnando il record del giallo dalla prima all‘ultima giornata), unica donna ad aver vinto campionato del mondo, Giro e Tour. Alla Castellina si guarda al futuro ed ecco dunque il premio “Sani” ad Andrea Manfrini, toscano diciottenne molto promettente. Premi anche a Poggiali, a Bitossi per i suoi 70 anni, a Maltinti per i suoi 34 anni nel ciclismo collezionando 238 vittorie, a Claudio Rossi, presidente di Firenze 2013 ed a Benedetto Piccinini, a Davide Faggion presidente della centenaria Padovani e del fantastico Giro del Veneto di quest’anno con la nazionale, ad Ercole Baldini, ed agli organizzatori del Giro del Trentino nonché a Piero Pieroni che da tempo lavora per la realizzazione annuale della festa. E’ stata anche occasione per ricordare chi non c’è più: Antony Orsani e Franco Ballerini. Al pronunciare di questo nome è scoppiato l’applauso della platea tutta in piedi mostrando ancora una volta che quando si dice che il ct era un uomo stimato ed amato, non si tratta soltanto di parole. Proprio per ricordarlo, ecco dunque che la Castellina ha deciso di assegnare un nuovo riconoscimento, il “1° Premio Franco Ballerini” al miglior sportivo dell’anno, scelta che non poteva che ricadere su Alfredo Martini, sia per l’uomo che per il legame che aveva con quello che ancora oggi vogliamo chiamare “Ballero“. Emozionato e segnato, ecco le parole di Martini: «Nel salutarvi mi sento onorato. Non so se lo merito tutto questo onore: un premio all’altare in questa chiesa aperta al mondo. Sapete, ricordo un episodio…quando molto tempo fa Argentin vinse il mondiale mi scrissse un telegramma Don “Cuba” …c’era scritto “Bravo Argentin e a te Alfredo che saresti stato un bel pretaccio”…ed ora sono qui a parlare dall’altare… Mi sovvengono tanti ricordi su Franco ancora tanto amato da tutti. Ognuno di noi lo ricorda secondo un immagine, il più delle volte a seconda di come lo si è conosciuto…chi lo rivede nel fango della Roubaix, chi a bordo dell’ammiraglia o chi per una stretta di mano… Io me lo immagino ancora come quella volta che mi chiamò al telefono dicendo “Alfredone passo da te, ci sei dopo a casa?”. Venne e parlammo di ciclismo e di quella Roubaix appena vinta da Boonen. Gli dissi che con i commentatori c’era Cribiori (che avete premiato ieri con il Timone d’oro per la carriera) che aveva detto di aver visto tante Roubaix ma che mai aveva visto un uomo andare così forte come Ballerini. Vidi in lui una faccia veramente felice, come quella che gli rividi soltanto quando vinse con la sua nazionale. In lui tutti vedevano quel punto di sostegno per tutti, quella parola e quel sorriso che era luce. Ora è lontano da noi, non ci vede perché i suoi begli occhi brillanti li ha donati affinchè qualcun altro vedesse la luce. Non ci vede ma ci sente. E sarebbe contentissimo> Non è solo un convento, non è solo il Centro Spirituale del Ciclismo, è un covo di ciclisti e di persone innamorate di ciò che di bello riesce ancora a dare lo sport della bicicletta ed è un luogo dove emozionarsi con la bici, dove toccar con mano cosa significa essere stati “compagni e amici dentro e fuori la corsa come Renzo Soldani e Corrieri, ancora insieme, l’uno quasi a prendersi cura dell’altro, due “giovanotti” di 85 e 90 anni che quando si tratta di ciclismo nonostante i loro 175 anni in due, continuano ad andare insieme… e a volte ancora in bicicletta... La Castellina, un luogo dove poter anche far rivivere nel ricordo persone care ormai lontane ma che, come ha detto il grande saggio Martini, ci sentono e sorridono.
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