tuttoBICI. Dubbi, indovinelli e un «invito pressante»

| 26/11/2010 | 16:38
NON CAPIAMO.  Luca Calamai scrive sulla prima pagina de La Gazzetta dello Sport del 17 ottobre scorso: «Otto chili in più di muscoli e sette centimetri in più di altezza. Nell’agosto scorso l’allenatore del Milan Allegri e il ct del brasiliano Menezes sono stati conquistati dal nuovo Pato e hanno deciso che era pronto per diventare l’erede di Ronaldo. La trasformazione tattica è perfettamente riuscita». Noi ci capiamo poco, c’è qualche laureato in medicina in grado di spiegarci qualcosa?

INDOVINELLO. Un importante ente mondiale del ciclismo decide con assoluta serenità di informare, in via del tutto eccezionale, un grandissimo corridore spagnolo pescato positivo (campione analizzato il 24 agosto a Colonia: 50 picogrammi, cioè 0,00000000005 grammi per millilitro) il 21 luglio scorso, al Tour de France. L’importante ente informa il grande corridore e chiede l’autorizzazione a procedere - mantenendo una insolita segretezza - per le controanalisi. Un grandissimo corridore iberico viene trovato positivo ma assicura che è tutta colpa di un filetto. Un noto laboratorio di Colonia rinviene nelle urine del suddetto grandissimo corridore tracce di plastica ma il suo entourage assicura che è tutta colpa delle boracce. Un noto costruttore di biciclette comunica di avere per le mani una bicicletta a motore che va a 90 all’ora, ma a chi gli fa notare che la cosa fa molto male al movimento tutto, scarica le colpe ad un noto quotidiano di color rosa «che sbaglia sempre a fare i titoli». Il più grande organizzatore di corse a tappe francese dice sicuro che nella sua manifestazione il doping non esiste, quando da almeno cinque anni la sua corsa non ha nemmeno un ordine d’arrivo sicuro. Il più forte corridore italiano trionfa in Spagna ma fatica a strappare una convocazione mondiale. Un altro campione italiano parla poco poco con i giudici della Procura, specificando di non aver fatto nomi e cognomi, ma in compenso si vede infliggere nove mesi di squalifica in meno solo perché è tanto simpatico. Un giornalista viene arrestato in un’inchiesta doping, poi si viene a sapere che è un agente pubblicitario: nella redazione del mensile nel quale lavora da tre anni tutti tengono a precisare di non conoscerlo. Un noto e bravo magistrato accusa che “tutti i ciclisti sono dopati”, ma alla fine per tutti è solo e soltanto una innocua boutade. C’è chi assicura che si può vincere senza doping, e chi sarebbe pronto a liberalizzarlo: «se non facesse male alla salute». Uno sconosciuto neo professionista si becca 20 anni poi ridotti a 4 ma finisce per doping su tutte le prime pagine dei quotidiani nazionali, mentre la positività di un campione olimpico e mondiale di atletica (400 metri) vale una breve di cinque righe ben nascosta da tutti. Il magazzino di una Federazione a Cavenago viene ripulito di biciclette e telai, ma la mamma di tutto il ciclismo del Belpaese non sente il bisogno di comunicare che sul mercato ci sono prodotti (tanti) trafugati. Due grandissime corse a tappe di levatura mondiale sono state presentate, ma ad oggi non si conoscono i requisiti indispensabili per poter avere la certezza matematica di partecipare. Dimenticavo: ci sono squadre che per fare numero presentano contratti farlocchi, con nomi e cognomi non di ciclisti, ma di calciatori. Un noto corridore veneto, vicentino di nascita e monegasco di residenza, dichiara alla stampa di essere ancora vergine. Una sola di queste notizie e falsa. Sapete dire quale?

BASTA FARE I BABBEI. Sempre nell’occhio del ciclone, perché abbiamo accettato di starci. Ma siamo davvero noi il “male assoluto”? Lo ha scritto anche Giuseppe Toti, sul Corriere della Sera del 7 ottobre scorso: «Calcio, nuoto, atletica leggera, sci, rugby, basket, volley sono quasi come il ciclismo. La distanza che due decenni fa sembrava forse sostanziale, oggi si è ridotta ai minimi termini ed è diventata impalpabile. Perché allora non se ne parla? Perché solo il ciclismo?». Ci hanno ripetuto fino allo sfinimento di guardare prima in casa nostra, nel nostro orticello, ma è anche il caso di dare ogni tanto un’occhiata fuori dai nostri confini, visto e considerato che di sport professionistico si tratta, e tutti gli sportivi dovrebbero rispondere per lo meno alle stesse regole. Nel mondo del ciclismo si continua giustamente a pestare con decisione contro chi bara, mentre negli altri sport si fa finta di nulla o quasi. Noi (anche noi di tuttoBICI facciamo parte della grande famiglia delle due ruote) a dare urine, sangue, capelli e reperibilità a 360°, gli altri a dare forse qualche cc di urina che spesso viene messa ad invecchiare neanche fosse un buon Barolo. Allora invito il presidente del sindacato mondiale dei corridori Gianni Bugno e quello italiano Amedeo Colombo, a rompere gli indugi e prendere una posizione forte e chiara: sospendere la disponibilità dei corridori a fare esami del sangue e a sottostare al passaporto biologico, fino a quando non sarà esteso a tutti gli altri atleti professionisti. Dimenticavo: sono per la radiazione alla prima infrazione grave, ma grave è anche continuare a fare sempre la figura dei babbei.

Pier Augusto Stagi
Editoriale da tuttoBICI di novembre


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COMMENTI
Risponda Fanini
25 novembre 2010 18:16 pietrogiuliani
L'unico che potrebbe spiegarci qualcosa sarebbe Zeman ma l'hanno fermato e se voleva continuare ad allenare anche in serie C doveva stare zitto.
Allora credo che l'unico che potrebbe dare qualche spiegazione sul calcio e su Pato ma soprattutto sul doping in genere, sarebbe proprio Ivano Fanini

25 novembre 2010 18:58 lele
Credo che anche un buon endocrinologo sappia dare una spiegazione ai miracoli muscolo-scheletrici!!!!!!

grande
25 novembre 2010 19:59 ELIOT
MAI SCRITTE PAROLE PIU' VERE

Mito
25 novembre 2010 22:20 fulvio
Pier Augusto, posso avere un tua foto, ne voglio fare un poster da attaccare in camera? Grazie mille.

complimenti STAGI sei uno con gli attributi
26 novembre 2010 08:14 maxspeed2
ti faccio i miei complimenti per quanto hai scritto e se non vado errato questi innalzamenti avvenivano quando si facevano le cure per il nanismo sui minori

Anche un altro giocatore del Milan
26 novembre 2010 08:18 Pantera88
Nel Milan anche un altro calciatore(sempre dell'89 e ora al Parma) è cresciuto tanti cm negli ultimi anni.
Infatti ha sempre problemi di infortuni ora.

Complimenti direttore per l'ottimo editoriale

26 novembre 2010 10:57 bloom
E’ proprio così. Negli altri sport non scoppiano scandali non certo perché gli atleti siano più puliti del ciclismo ma perché tutti puntano solo a fare affari ed alle poltrone e non c’è uno come Fanini che non ha paura di dire la verità.
Nel ciclismo se si arriverà a breve alla radiazione, il merito sarà principalmente di Fanini che si è intestardito per far introdurre questa importantissima regola che salverà il ciclismo
C’è da dire che Fanini è sempre stato solo in questa lotta iniziata dalla denuncia riguardante il mancato blitz dei Nas al Giro ’96 e dal cui episodio è scaturito l’isolamento per lui e per la sua squadra, in particolare dal giornale rosa.
Non si parla mai del bene che ha fatto come l’idea per bloccare Valverde, anzi, se possono colpiscono ancora di più. Stessa cosa è successa ultimamente al procuratore Ettore Torri, accusato con titoloni sui giornali, di sparare a zero con l’obbiettivo di farlo fuori, quando invece ha detto solo la sacrosanta verità.


...tra le vere...
26 novembre 2010 13:48 dega
Nella ricerca della notizia falsa, noi possiamo garantire per la veridicità di quella relativa alle squadre e relativi contratti/tesseramenti "farlocchi".
Ma Direttore dica Lei se ci stiamo sbagliando, sicuramente sarà informato sulla questione...

Enrico ed Eddy

27 novembre 2010 10:25 libero2
Se in ogni disciplina sportiva ci fosse un dirigente come Ivano Fanini che non ha peli sulla lingua e se ne frega delle poltrone e del business, la radiazione sarebbe messa in atto in 3 giorni.
Sono daccordo con chi dice che nel ciclismo se ne parla solo perchè c'è Fanini.
Viva la radiazione, e bravi fanini, stagi e tuttobici

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