I mestieri del ciclismo: servono ds specializzati con i bimbi

| 16/11/2010 | 13:12
Ieri sera presso l’Auditorium comunale di Pompiano (Brescia), si è tenuta la seconda conferenza del ciclo di incontri dedicati ai “Mestieri del Ciclismo” organizzati dall’A.S.D. Pompiano in collaborazione con il Velodromo di Montichiari: numeroso il pubblico presente ad assistere anche grazie alla presenza del Direttore del Giro d’Italia Angelo Zomegnan.
L’argomento della serata verteva su come organizzare il ciclismo, come dare vita alle gare attraverso le varie discipline del ciclismo come Mountain Bike, Pista e Strada.
La serata si è aperta con il saluto delle autorità a partire dall’Assessore allo Sport di Pompiano, Silvio Boldrini, che ha voluto ricordare le iniziative comunali per portare i ragazzi a scuola usando come mezzo la bicicletta al fine di educare a una vita più sana per tutti riducendo le emissioni di CO2; i saluti sono poi passati ad Amelia Morgano, presidentessa provinciale del CSI (Centro Sportivo Italiano), grande realtà presente in molti oratori italiani e che vanta circa 900mila iscritti: “lo Sport è uno strumento educativo fondamentale con i giovani nostro grande punto di riferimento”.

Il primo relatore della serata è stato Gisueppe Garbelli, commissario tecnico regionale per la Mountain Bike, realtà nuova nel ciclismo, nata a metà degli anni ’80 negli Stati Uniti che si è espansa rapidamente anche in Europa e che è diventata disciplina olimpica nel 1996 ad Atlanta anche con la medaglia d’oro di Paola Pezzo. La caratteristica principale della Mountain Bike, dalle parole di Garbelli è quella che “anche se si devono creare dei passaggi artificiali, questi vengano fatti tutti con materiale presente in natura perché è fondamentale non modificare il paesaggio”: uno sport perfettamente ecocompatibile.
La parola è quindi passata a Guido Sanna responsabile per le categorie giovanissimi che ha illustrato alla platea tutte le norme per una corsa di miniciclisti, dai chilometri, ai rapporti alle misure del telaio della bicicletta, ma ha dato anche una notizia confortante per il ciclismo del futuro: il calendario per le corse dei giovanissimi in provincia di Brescia è saturo, tutte le domeniche sono impegnate per 419 piccoli atleti (in 8 anni sono cresciuti del 40%): “la bellezza delle prime categorie è che i bambini corrono tutti, non c’è un numero chiuso come in altri sport”. Chiaramente è molto importante la richiesta di sicurezza quando si parla dei bambini e, per questo, sono richiesti degli sforzi alle amministrazioni comunali per la costruzione dei “ciclodromi” in cui ci si possa allenare in tranquillità, lontani dal traffico, come è stato fatto a Rodengo Saiano (Brescia).
È stata quindi sollevata una questione molto importante per la Federazione, ossia la richiesta di corsi per Direttori Sportivi specifici per la gestione dei bambini, in cui è fondamentale l’educazione e il gioco: i tre livelli non sono sufficienti per essere adatti a stare con i più piccoli.
Terminato l’intervento di Sanna, ha preso la parola Claudio Santi, Vicrepresidente dell’Union Internationale des Velodromes e organizzatore della 6 Giorni Internazionale di Fiorenzuola che ha fatto un intervento sulla situazione del Ciclismo su Pista in Italia: “In ogni discorso elettorale della FCI si sente parlare di rilancio della Pista, ma poi alla fine i risultati non si vedono”. La Pista è chiaramente in difficoltà in Italia a causa di una crescente specializzazione nata in alcuni paesi come l’Australia: con i risultati con cui 25 anni fa si vinceva un Campionato del Mondo, ora non ci si qualifica tra gli juniores. È importante che ad alcuni atleti sia data la possibilità di allenarsi specificatamente sulla Pista, di potetercisi dedicare completamente e per ora questo è possibile solo attraverso alcuni corpi militari.
L’ultimo intervento della serata è stato quello più atteso dalla platea, quello del Direttore del Giro d’Italia Angelo Zomegnan che prima di iniziare la sua relazione ha “tirato un sospiro di sollievo” sapendo che ci sono ancora moltissimi bambini in bicicletta così: “almeno per i prossimi 25 anni il Giro d’Italia avrà qualcuno che lo corre”. Ha poi esposto il progetto “BiciScuola” che entra in 4250 classi italiane a contatto con più di 100.000 tra bambini e ragazzi per introdurli alla conoscenza della bicicletta e della sana attività sportiva.
Successivamente il discorso è passato al vero e proprio Giro d’Italia, evento di riferimento di RCS Sport, che rimane principalmente un momento di comunicazione per rilanciare il “Sistema Paese” che mostri al mondo le grandi bellezze paesaggistiche e architettoniche dell’Italia. Il Giro d’Italia è un evento nazionalpopolare che trasmette tanti valori, oltre a quelli della fatica, quelli della festa, globalità, italianità, “Bel Paese”, storia, tradizione e fratellanza.

La prossima conferenza, la terza, si terrà ancora presso l’Auditorium di Pompiano e si concentrerà sulla Comunicazione nel Ciclismo attraverso gli interventi di numerosi giornalisti tra i quali anche Auro Bulbarelli: l’appuntamento è per Lunedì 22 Novembre sempre alle ore 20:30.
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COMMENTI
servono anche.....
16 novembre 2010 13:34 vittoriogalimberti
completamnente d'accordo sulla necessità di avere educatori sportivi adeguati per i bambini..... ma servono anche genitori che pretendano di vedere se il DS dei loro figli ha il tesserino di abilitazione, se ha fatto i corsi previsti (sicuramente migliorabili e perfettibili) dalla FCI, servono presidenti di società che pretendano che i loro DS vadano a fare i corsi e che non affidino i bambini a semplici (e lodevolissimi) volontari. Servono presidenti provinciali e regionali che si oppongano all'affiliazione delle società giovanili se queste non hanno DS tesserati in maniera adeguata e coerente con le categorie che andranno a gestire. servono giudici di gara che esigano di vedere i tesserini dei DS prima che la gara o la manifestazione inizi e che agiscano di conseguenza in caso di inadempienza

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