Il Co.di.co. si è messo al lavoro

| 01/11/2010 | 13:56
Sala gremita e idee nuove per la “prima” del CO.DI.CO (Coordinamento direttori di corsa e di organizzazione), avvenuta ieri a Modena.
Alla presenza delle diverse anime del mondo sportivo, direttori di corsa, organizzatori, giudici, direttori sportivi, moto staffette e presidenti di società, provenienti dalla Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna, Marche e Toscana è stato inaugurato uno stile nuovo: quello del confronto aperto, basato sulla competenza e sul rigore culturale, senza pregiudizio e senza polemica gratuita anche verso chi viene ritenuto non adeguato per condurre la politica federale.

Le idee più innovative hanno riguardato:

1- il settore professionistico, per il quale sono state espresse forti perplessità che la costituenda Lega possa avere un ruolo effettivo visto che la stragrande maggioranza dei gruppi sportivi sono affiliati all’estero, e dove si è proposto di razionalizzare il calendario italiano visto che molte gare professionistiche, hanno mantenuto solo i costi, ma non certo il tasso tecnico;

2- la struttura federale, vecchia di 38 anni, andrebbe ridisegnata per dare poteri e risorse principalmente alle strutture territoriali in grado di svolgere una vera politica sportiva, eliminando i C.C.P. più piccoli e ristrutturando quelli regionali che per consistenza sono molto meno di un modesto comitato provinciale del Nord. Senza con questo restringere gli spazi di democrazia, che andrebbero invece  riallineati all’esigenza di strutture federali che abbiano come obiettivo lo sviluppo del ciclismo e non la semplice testimonianza territoriale;

3- il doping, per combattere il quale si è invocata  la strada del rigore scientifico, del finanziamento dei controlli, della introduzione della radiazione per i casi di recidiva, del non utilizzo da parte delle federazioni  nazionali dei soggetti (atleti e tecnici) coinvolti in casi di doping, ed infine, ma non da ultimo, delle misure e dei regolamenti necessari al rispetto della dignità morale e professionale dei corridori, con esclusione di proposte assurde come quelle dei controlli anche di notte;

4- la Commissione Nazionale Direttori di corsa che, anziché valorizzare la categoria l’ha praticamente affossata per l’assenza di progettualità e incapacità dei propri componenti, con un responsabile che resta al suo posto nonostante il presidente federale, da 10 mesi, e con tanto di lettera, gli abbia chiesto di dimettersi;

5- il ruolo degli organizzatori, a cui va restituito un potere effettivo di governo delle proprie manifestazioni, sia attraverso il ruolo del direttore di corsa, sia attraverso la loro possibilità di concorrere alla definizione delle regole del controllo tecnico-disciplinare, che in nessun modo debbano risultare di impedimento per la visibilità del pubblico e per la valorizzazione delle immagini televisive, a cui è affidato il compito ormai unico di attrarre gli sponsor.

6- la sicurezza, per la quale si è chiesto di  far diventare patrimonio comune  le varie iniziative che qua e là vengono organizzate,  dando forza attuativa a quelle di maggior significato e di maggior urgenza.

Infine, la precisazione del carattere del CO.DI.CO, il cui portavoce Silvano Antonelli è riuscito davvero a presentarlo come un soggetto del tutto nuovo ed autonomo, che resterà in piedi fino al 2013, con l’intento di contribuire all’emergere di uomini e donne che per competenza, capacità, rappresentatività e onestà, potranno rappresentare una nuova classe dirigente per il futuro del ciclismo.
Un CO.DI.CO che nei prossimi tempi si organizzerà per gruppi di lavoro e che gradualmente cercherà di offrire il proprio contributo con altre iniziative fino a toccare il maggior numero possibile di realtà e di territori.

La Segreteria del CO.DI.CO

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