
«Eccome».
Ha affrontato ancora l’argomento con il
c.t. Paolo Bettini?
«Sì, con lui e non soltanto. Mi ha chiesto se avessi rivisto la volata e ho risposto di no. Allora mi ha detto qualcosa del tipo "Hai fatto bene, ti saresti reso conto che hai perso davvero una grande occasione"...».
Per colpa di chi?
«La responsabilità è mia,
perché la squadra ha corso benissimo, sincronizzata come un’orchestra.
I crampi all’ultimo giro, mentre scattava Gilbert, mi hanno
condizionato. Così nel finale non ci ho creduto fino in fondo e in più
ho sbagliato a seguire Freire invece di Hushovd. Non dico che avrei
vinto, però... Ribadisco, colpa mia e non ho nessun timore a dirlo».
Ha sentito le critiche ricevute?
«Le accetto tutte».
Anche quelle di Cipollini,
che si era chiesto in fondo quante corse dure lei avesse vinto negli
ultimi quattro anni? Un modo per dire che non era stato poi così giusto
puntare su di lei come leader unico.
«Sì. Se la mettiamo su questo
piano, però, faccio una domanda io. Hushovd quante ne aveva vinte? Se
parliamo di classiche monumento, nessuna. E allora?».
Come arriva a
questa Parigi-Tours?
«Il fuso orario non l’ho ancora smaltito del tutto, ma sarà lo stesso per tutti i reduci del Mondiale. Di certo non ho perso il lavoro fatto alla Vuelta in vista del Mondiale. La base ce l’ho. Proverò a vincere».
Chi teme di più?
«Gilbert su tutti,
si è visto che al Mondiale era il più forte. Anche se poi ha chiuso
18˚... Può vincere la Parigi-Tours per il terzo anno di fila e sarebbe
un record. Sarà estremamente motivato. Poi Van Avermaet, anche se sono
in squadra assieme, e i velocisti come Bennati che dovrò cercare di
anticipare».
In questa stagione le restano Parigi-Tours, Gran Piemonte
e Lombardia. Finora però, a parte la tappa di Porto Recanati al Giro e
la premondiale di Ballarat, haraccolto moltomeno di quelle che erano le
attese.
«Vero, non posso negarlo. Ma allo stesso modo nessuno può
negare la mia costanza ad alto livello delle mie prestazioni. Se c’è
qualcuno che lo fa, è in malafede».
da «La Gazzetta dello Sport» del 10 ottobre 2010
a firma Ciro Scognamiglio