«Nel momento in cui il ciclismo sta pagando un prezzo estremamente elvato al suo
impegno determinato e costante nella lotta contro il doping, le affermazioni del
Procuratore del Coni Ettore Torri non possono non suscitare una reazione di
delusione e di profondo sconcerto in tutti coloro che praticano e che amano questo
sport. L'efficacia della lotta intrapresa dall'UCI per combattere questo autentico
flagello - peraltro comune a tutte le attività sportive - è stata ripetutamente
riconosciutra e sottolineata dalle piu`importanti istitituzioni, a cominciare dal
Comitato Internazionale Olimpico e dall'Agenzia Mondiale Antidoping, che proprio con
la nostra Federazione collabora molto strettamente.
Se il complesso apparato antidoping di cui il mondo dello sport oggi dispone si è
potuto sviluppare sino a raggiungere gli attuali livelli di efficienza e di
affidabilità, inoltre, è stato anche - o forse soprattutto - grazie al lavoro svolto
nell'ambito del ciclismo, che primo fra tutte le discipline sportive ha introdotto
il test anti EPO ed in seguito il passaporto biologico.
Asserire che tutti i ciclisti siano dei dopati non significa quindi soltanto
lanciare un'accusa grave, addirittura infamante e comunque del tutto priva di
qualsiasi riscontro oggettivo su tutta una categoria di atleti, ma soprattutto
negare l'attendibilità dei controlli e delle pratiche antidoping in vigore. E
questo, proprio di fronte alla flagranza - dolorosa, certo, ma assolutamente
trasparente - dei risultati ottenuti.
In questi ultimi anni la mentalità ed i comportamenti della grande maggioranza dei
ciclisti hanno subito profondi mutamenti, e tutti se ne sono potuti rendere conto.
Ciononostante, il problema del doping non è stato del tutto debellato, nè forse
potrà mai esserlo : prese di posizione incomprensibili ed irresponsabili come quelle
di Ettore Torri - di fronte alle cui insinuazioni e proposte riesce in questo
momento molto difficile riconoscere l'obiettività e il rigore indispensabili a
chiunque sia chiamato ad operare in questo delicatissimo settore - per quanto
inopportune e nefaste non potranno tuttavia distoglierci dal nostro proposito di
opporci con ogni mezzo, ma altresi con estrema onestà intellettuale, a qualsiasi
forma di inganno nello sport».
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