GiroBio: i primi dati, le prime valutazioni

| 27/09/2010 | 08:55
La grande giornata di ciclismo di gaiole in Chianti si è conclusa a tarda sera con la presentazione dei primi dati raccolti durante il GiroBio e le prime considerazioni sulla seconda edizione della corsa.
«Tante riviste non di ciclismo ci hanno dato spazio e questo per noi è un gran bel risultato - ha esordito Giancarlo Brocci -; ora abbiamo anche la nostra “Coverciano” del ciclismo a Gaiole con una struttura inaugurata giovedì, a disposizione anche della struttura medico scientifica della Fci e la conferma di Di Rocco di trasformare Gaiole e le sue iniziative in un punto riferimento per la Fci: sono questi i grandi successi che ruotano attorno al GiroBio. La cuis econda edizione è andata meglio della prima e questa per me è una grande soddisfazione».
Patron Brocci continua: «L’Uci è venuta a cercarci per proporci altre iniziative e noi abbiamo risposto che facciamo solo le cose in cui crediamo, non vogliamo fare gli organizzatori di professione ma siamo disposti ad aumentare anche il nostro impegno per iniziative in cui crediamo.Tra le varie cose, stiamo parlando con l’Uci per dare al Girobio una forma esportabile magari a una Coppa delle Nazioni»
La parola è passata poi al dottor Simonetto per ciò che riguarda una prima analisi dei dati raccolti durante il Giro, numeri che però saranno analizzati meglio ed esposti durante il convegno del prossimo 5 febbraio 2011 a Salsomaggiore.
«Dovevamo riproporre e rafforzare la convinzione che si può fare ciclismo pulito: al Giro dunque, è avvenuta l’esclusione della squadra dei russi per non avere fornito tutta la documentazione medica richiesta e poi c’è stato l’arrivo dei nas a proposito del filone di indagine di Padova. Sono stati a nostro avviso un rafforzamento della nostra credibilità di Giro pulito. Dunque, il Girobio di quest’anno cosa ha confermato? Cosa ha detto di nuovo? La conferma è che si può assolutamente correre un grande giro con elevato impegno in modo efficace e in piena salute. L’avevamo già detto l’anno scorso e lo ripetiamo anche stavolta.
Si può fare una corsa con un criterio di centralizzazione nell’assistenza medica aggiungendo regole a quelle presenti? La risposta per noi è sì. Non è una snaturalizzazione di ciò che esiste ma una ricca aggiunta. Inoltre il Girobio ci ha confermato che l’andamento di alcuni parametri, che per noi l’anno scorso erano risultati curiosi, stati riconfermati e rafforzati dai dati del 2010. Dunque, si può fare un grande giro senza supporti farmacologici, anche leciti. Dall’aspetto nutrizionale è scaturito un dato curioso: l’apporto energetico calorico necessario all’atleta in alcune occasioni non è stato sufficiente per far fronte al recupero o allo sforzo nella tappa dell’indomani, segno che probabilmente persiste una “cultura” dell’alimentazione non corretta.  Noi ci siamo convinti che un Giro si possa fare “pulito” ma poi ci siamo chiesti anche se gli atleti e le squadre si fossero convinti che si può fare un giro di alto livello rimanendo in salute. Eccola la sfida del Girobio 2010: serviva capire se chi opera nell’ambiente ne era convinto quanto noi».
Ed ecco l’avanzare di una proposta che, se andasse in porto, avvicinerebbe molto i dilettanti ai professionisti.
«Di certo va allargato il circuito della trasparenza - ha continuato Simonetto - occorre migliorare il livello della collaborazione tra tutte le realtà coinvolte affinchè crescano la conoscenza e la trasparenza dei profili dei corridori. Con la cartella clinica che proponiamo per i non professionisti stiliamo il loro profilo biologico. Concettualmente siamo vicini ma tecnicamente molto distanti dal passaporto biologioco».
E via con i dati raccolti. «Lo staff medico era ancor più corposo dell’anno scorso e ha lavorato come un piccolo ospedale, viste le tante problematiche che si sono presentate in un Giro condizionato anche dal maltempo - ha illustrato Simonetto -. Dall’ aspetto nutrizionale esaminato su 4 squadre in particolare si è notata una variazione dell’introito calorico medio che ci sta portando a ragionare sull’assunzione dell’apporto calorico che sicuramente non ha rispettato le esigenze che si erano determinate. Hanno inciso abitudini consolidate di alimentarsi in un certo modo e non di ogni singolo: si mangia tutti allo stess0o modo al di là di quello che può essere realmente necessario. Sono poi stati analizzati anche la percezione del carico di lavoro in ogni giornata, il recupero percepito dall’atleta e valutato all’indomani, è stato analizzato l’andamento dell’ematocrito, dell’emoglobina e dei reticolociti confermando i dati raccolti l’anno scorso e conseguentemente la serietà del nostro studio, unitamente al controllo di ormoni, cortisolo (ormone dello stress che è rimasto costante) e di una parte del dna che ha dato interessanti risultati sul processo infiammatorio».
Dario Broccardo ha poi esposto a grandi linee i dati relativi alla valutazione dei parametri potenza e frequenza cardiaca durante la corsa a tappe mettendo in relazione 3 strumenti diversi utili alla raccolta: srm, garmin e cardiofrequenzimetro
Tutti d’accordo però nel dire che seppure il dislivello del Girobio 2010 fosse inferiore a quello dell’edizione precedente è stato comunque un Giro molto più duro che ha fornito dati, per ora molto approssimativi, che sono in via di studio e presentati più approfonditamente durante il convegno a febbraio.

Laura Guerra
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