UCI: apparecchiatura in regola, servono norme comuni

| 19/05/2005 | 00:00
La Uci si schiera a difesa del mondo del ciclismo, condanna la mediatizzazione delle indagini sul doping e spiega che la macchina ‘Altitrainer’ e i prodotti per flebo sequestrati ieri durante l’operazione dei Nas all’albergo della Davitamon-Lotto e Saunier Duval non sono doping. E’ il senso di un comunicato in francese con cui la Federazione ciclismo ha preso posizione. «Dopo dieci giorni di corsa estremamente intensi e appassionanti, durante i quali gli effetti benefici del ProTour a livello sportivo sono stati evidenti per tutti i telespettatori - è scritto nel comunicato stampa - il Giro d’Italia ieri è stato scosso dall’azione dei Nas. Avendo sempre espresso il suo sostegno incondizionato a queste iniziative, quando esse siano condotte in modo realmente efficace e non soltanto spettacolare, nel rispetto della legge e del diritto degli individui e senza portare danno all’immagine e allo svolgimento dell’evento la Uci tiene a fare qualche precisazione sui fatti in questione». «La Uci ricorda soprattutto - continua la nota - le conseguenze nefaste dell’arrivo della polizia a Sanremo nel 2001 quando la mediatizzazione premeditata di tutta l’operazione, così come le rivelazioni premature dei risultati dei controlli effettuati provocarono uno scandalo che in seguito si è completamente sgonfiato nel quadro di numerose inchieste giudiziarie la causa per il quale il ciclismo in generale ha sofferto per anni. la Uci non è disposta a tollerare che una situazione simile si ripeta». «Detto questo - continua il comunicato - il ciclismo non si vuole sottrarre alle proprie responsabilità a condizione che i dettagli di questa operazione siano noti ufficialmente e non, come d’abitudine, sia conosciuto nel più breve tempo possibile ufficialmente e non come d’abitudine per via di indiscrezione di stampa».- Secondo le informazioni in possesso della Uci hanno sequestrato un apparato ‘Altitrainer’ che non è proibito dai regolamenti delle principali istituzioni sportive (Cio, Wada e Federazioni internazionali) nè dall legge della maggior parte dei paesi europei dove spesso è utilizzato nei centri di allenamento dei Comitati olimpici nazionali, ma il cui uso non sarebbe accettato in Italia». «Per quanto riguarda i medicinali sequestrati - prosegue il comunicato - abbiamo ragione di credere che si tratti di prodotti autorizzati, che figurano nella lista registrata dai medici delle squadre che partecipano al Giuro prima della partenza della corsa e che è stata depositata alla Uci, alla commissione Antidoping del Coni e alla Fci». «Due riflessioni si impongono - conclude la Uci - rispettando pienamente la specificità della legge italiana, questa situazione dimostra l’urgenza di una vera armonizzazione delle norme in materia di lotta contro il doping che la Uci propone da moltissimo tempo e che è stata all’origine della creazione della Wada. Il fatto che l’Italia sia l’unico paese a proibire apparecchi come l’Altitrainer non prova nulla se non che, forse, sarebbe giudizioso riflettere sui fondamenti delal differenza tra legge italiana e quelle della Comunità sportiva e degli altri paesi. In secondo luogo la presenza di fleboclisi tra i materiali di un medico che segue una prova sportiva è perfettamente comprensibile e giustificata (art. M2 del codice antidoping Wada). Constatiamo, di contro, che i Nas non hanno ancora annunciato la scoperta di prodotti proibiti, cosa che rappresenta motivo di legittima soddisfazione per il ciclismo, a dispetto di tutte le speculazioni partite dalla diffusione di cifre e interpretazioni quanto meno dubbie». Infine il comunicato si conclude con al solidarietà alle due squadre e ai medici indagati «che dovranno poter continuare ad esercitare il loro lavoro, sicuramente nel rispetto della legge ma anche della loro responsabilità deontologica.
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