| 10/06/2010 | 09:04 Giro Bio 2010, in viaggio verso questa nuova, fantastica avventura, dopo la solita notte semiinsonne, bombardato di 10 mila pensieri di vario genere ma tutti e solo legati all’impresa cosmica di portare a compimento l’impresa, la missione. Una cosa rianima sempre ogni scoramento: stiamo facendo qualcosa in cui crediamo, stiamo perseguendo valori che hanno sostenuto la nostra vita, il nostro modo di essere e ciò val bene ogni rischio, compreso quello economico. Lo sport era tanta parte delle nostre passioni, il ciclismo ancor più scaturiva dal profondo. Ci siamo alzati in piedi perchè ci stavano portando via tutti i giocattoli, ci uccidevano prima dell’alba tutti i sogni. Abbiamo provato a metterci in discussione per sentimento e certe bellissime risposte le abbiamo avute da tanta parte del mondo ciclistico, forse anche oltre le attese. Ma questo è un saluto, un augurio di buon viaggio e non una escursione filosofica, che ci siamo concessi sulla premessa al “Garibaldi” e su qualche uscita già durante il Giro Bio scorso. Voglio farlo a tutti i ragazzi, ai ciclisti che animeranno la competizione agonistica dando vita, lo so per certo, ad un grande spettacolo; ma voglio dir loro che l’obiettivo sarà raggiunto anche se solo torneranno a casa con una bella esperienza di vita, con nuove amicizie e con la certezza che il loro sport li ha arricchiti a prescindere dal risultato conseguito. Voglio fare gli auguri di buon lavoro allo staff medico scientifico, qualsiasi sia il livello di impegno a cui ognuno è chiamato perché ho toccato con mano che ognuno di loro ha saputo, e quindi saprà, condividere lo spirito del progetto e di questa specie di villaggio olimpico che stiamo mettendo assieme. Altresì voglio rivolgermi con affetto ai tecnici che, a vario titolo, si occupano di garantire disputa e racconto di una corsa ciclistica degna del massimo livello mondiale, anche dal punto di vista della sicurezza. Voglio abbracciare tutti i miei, solo volontari, straordinari nel condividere la passione e qualche fuga in avanti di un presidente che, di certo, non è in grado di garantire che il mettersi in gioco totale, in prima persona Non faccio nomi, non serve e se ne dimenticherebbero di certo alcuni; tutti “quelli del Giro Bio”, non solo gli attori protagonisti, sanno che parlo di loro. Nel merito della corsa e dell’esperienza che sta per cominciare, però, voglio trattare qualche aspetto specifico. Avremo con noi gli occhi di tanta gente; la RAI darà ampio spazio al Giro Bio, con 45 minuti giornalieri in chiaro e tanti riferimenti anche ai momenti extraciclistici. Dobbiamo essere tutti fieri di ciò, visto che gli sponsor sono linfa vitale per il movimento e la visibilità è materia prima di valore inestimabile. Ma noi abbiamo qualche presunzione, acquisita sul campo e grazie a voi tutti: vogliamo fare visibilità di qualità, vogliamo far vedere che i valori in cui crediamo sono condivisi e praticati. Quindi, a tutto il gruppo, pedalante e non, sono a chiedere irreprensibilità dei comportamenti, rispetto delle regole di ingaggio e dei dettami educativi della vita in comune. Ci saranno momenti di confronto, sentiremo pareri, saremo sempre a disposizione di ognuno ma sempre se ci animerà lo spirito di portare a buon fine l’impresa. Due questioni voglio focalizzare in questo momento: a) l’etica dell’impegno agonistico b) il richiamo a non sporcare. Nel primo caso, lo scorso anno, nel complesso mi è parso si sia stati molto comprensivi verso il malvezzo del traino da auto o moto. Il disegno del Giro ha cercato di accogliere istanze che chiedevano di concentrare le difficoltà altimetriche nell’ultima parte delle tappe; ora siamo a chiedere che ognuno sia responsabilizzato ad onorare la competizione con lealtà, pena sanzioni senza sconti. Per quanto riguarda il rispetto dell’ambiente, il nostro messaggio di non sporcare è uno di quelli che ha incontrato maggior favore presso le Istituzioni Locali. Saremo ancora più incisivi rispetto all’anno scorso, chiedendo ai ciclisti, ai Direttori Sportivi ed al personale al seguito tutto di dare una mano perché l’idea di un ciclismo pulito sia totale, non solo riferita alla trasparenza di parametri fisiologici. Sarà un gran Giro, gli ingredienti ci sono tutti: tappe per ruote veloci, grandi montagne, profili ondulati una cronometro lunga, le strade bianche che siamo fieri di aver reintrodotto ai massimi livelli ciclistici. Di certo non ci mancano gli ingredienti che, oltre la forza, fanno grande il ciclismo: una buona dose di incoscienza e la passione. Sappiamo che lo sapete e che ci darete tutti una mano.
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