| 23/05/2010 | 08:48 Assolo ad Asolo. Assolo
di Vincenzo Nibali. Futuro rosa per noi e per lui. Per il ciclismo
italiano e per questo ragazzo di Sicilia trapiantato a Mastromarco, in
provincia di Pistoia. Vince Nibali, davanti a Basso: l’Italia che si
ribella, che cerca di farsi più bella, che vuole recuperare il tempo
perso nella tappa di L’Aquila, che vuole rimediare ad errori tattici e
liberarsi dal peso di Vinokourov, che a questo Giro probabilmente non
è venuto per vincerlo, ma per farlo perdere.
Il Grappa, come
aperitivo, prima di cominciare a banchettare, a quattro palmenti. Ieri
Nibali, che vince da solo ad Asolo, dove da juniores (2003) su queste
strade aveva vinto un titolo italiano. Con la stessa grinta e lo
stesso coraggio mostrato ieri in discesa: ha pennellando le curve e
aggredito l’asfalto reso viscido dalla pioggia. Ha staccato gli
avversari e conquistato una vittoria bella, piena, spettacolare,
carica di speranza e di speranze. Speriamo caro Vincenzo e caro Ivan.
Speriamo in questa Italia della bici che si ribella a ciò che è già
stato scritto, ma può essere cancellato.
C’è un Italia in
difficoltà che cerca di risalire la china, e lo fa nel modo migliore,
con i suoi corridori migliori. Nibali vince, recupera un po’ di
terreno. Alle sue spalle, staccato di 23' il compagno di squadra Ivan
Basso, che precede Scarponi ed Evans. Vinokourov quinto a 1’34'.
Ottavo Cunego a 2’25'. «Ora la corsa si è riaperta non ha dubbi
Nibali appena tagliato il traguardo - questa vittoria è importante per
me e per la Liquigas. È stato un grosso sforzo, 30 chilometri da solo
sono stati impegnativi, ora c’è lo Zoncolan, una salita durissima e
spero di non risentirne. I gradi tra me e Basso? Non cambiano, c’è
unità di intenti. Oggi c’era la discesa ed ho attaccato io, domani
magari in salita prova Ivan». Sulla stessa frequenza Ivan Basso:
«Complimenti a Vincenzo, ha fatto un gran numero. Circa le gerarchie,
dico che con tanti minuti da recuperare è il momento di unire le
forze. Credo ci sia il margine per recuperare».
La maglia rosa
cambia padrone, viene indossata dallo spagnolo Arroyo. A 39' c’è l’ex
leader Richie Porte. Sastre è sesto a 5’27'. Nibali risale in ottava
posizione, a 6’51'. Vinokourov è 9° a 7’15', davanti ad Evans de Basso.
Il Grappa come aperitivo, dicevamo. Oggi tanta salita, soprattutto
alla fine, e come dessert, il terribile monte Zoncolan. Un Giro che
può nuovamente cambiare volto. Due o tre identikit ce li abbiamo:
Evans, su tutti, poi Sastre, ma si spera in Nibali e Basso. Il Giro può
nuovamente cambiare padrone. La classifica di questa mattina non sarà
quella di questa sera. Più che una speranza, un augurio.
da Avvenire del 23 maggio a firma di Pier Augusto Stagi
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