Dilettanti. La Bata riparte con rabbia e tristezza nel cuore

| 21/05/2010 | 09:04
La Fwr Bata, segnata dal dolore che ha colpito il suo corridore Gianluca Mengardo che ha perso a fine aprile il giovane fratello Filippo in un incidente stradale nel quale lo stesso atleta ha subito la frattura di una gamba, prosegue l’attività a colpi di pedalate. Quello che è successo ha piegato ma non spezzato Baron, i suoi collaboratori e tutti i ragazzi. La splendida risposta con la doppietta di Thomas Tiozzo e Michele Gobbi a Nerviano il giorno dopo la tragedia è sotto gli occhi di tutti. Poi sono arrivati altri buoni risultati, come il quinto posto dello stesso Tiozzo domenica scorsa a Lonigo.
Baron fa il punto della situazione, prima di tutto per quel che riguarda lo sfortunato Mengardo. “Gianluca è stato operato, ora è immobilizzato e ha sei fratture nella gamba. Ma lo aspettiamo il prossimo anno, mio figlio Wais che è il preparatore atletico del team lo aiuterà a riprendersi e a tornare in sella. Quello che non possiamo fare è ridargli il fratello Filippo. Noi come Fwr Bata abbiamo dato una grande dimostrazione di cosa significa correre con il cuore in mano, di correre per dare quel poco di conforto che si può dare a un ragazzo e ad una famiglia così segnati dagli eventi e dal dolore. Partire e andare a Milano e conquistare primo e secondo posto non è da tutti, ma noi volevamo portare in ospedale a Gianluca il trofeo e i fiori del vincitore, ci siamo riusciti. Quella doppietta non la cambierei per neanche trenta e più vittorie. Io adesso voglio pensare che in cielo c’è un angelo che si chiama Filippo che ci protegge”.
Intanto però la vita va avanti e anche le corse. La Fwr Bata ha dovuto subire l’ennesimo rifiuto: al GiroBio il team veneto non ci sarà.
“Lo scorso anno ci avevano promesso una wild card per poter partecipare alla corsa del 2010. Tutto questo non è avvenuto e la cosa ci riempie di amarezza”.
Poi Baron affonda i colpi, come sovente fa quando viene toccato nel vivo.
“Mi dispiace molto quanto è successo. La Fwr Bata è l’unica società che da molti anni controlla mese per mese i propri atleti, che ha sotto controllo il profilo ormonale di tutti i corridori, che da anni non usa più una siringa che sia una, anche quelle ammesse. Ebbene nonostante tutto questo noi siamo fuori. Noi non abbiamo nessuna tutela, anzi diamo fastidio. A me dispiace per il presidente federale Di Rocco, che è persona che merita e che crede nello sport pulito, ma in seno alla federazione ci sono personaggi che non meritano di ricoprire i ruoli che occupano. Non esiste portare al GiroBio le prime 21 squadre che hanno fatto più punti: ma siamo tutti uguali? Si può giocare ad armi pari contro corazzate che hanno oltre venti corridori, doppie affiliazioni e quant’altro? Si può andare al GiroBio che vuole essere a tutela dello ciclismo pulito, senza dei controlli adeguati? O quantomeno perché chi come noi resta nelle regole, e lo può dimostrare, resta escluso? Io dico solo questo per concludere: la Bata pratica il ciclismo pulito e lo fa in piena trasparenza, noi gridiamo a voce alta il no al doping farmaceutico e anche il no al doping amministrativo. Anche come vengono trattati i corridori ha un grande valore: da noi non c’è nessuno che può dire di non aver ricevuto quanto promesso, qualsiasi siano i risultati ottenuti. In tante altre realtà le cose non stanno proprio così”.
Parole che non hanno bisogno di altri commenti. Il boccone da ingoiare è amaro, ma Baron e la sua band hanno già dimostrato di saper superare momenti ed eventi anche più difficili.
Domenica la Fwr Bata sarà in gara nel Bresciano, a Castenedolo il paese del grande Michele Dancelli, per disputare il 16° Gran Premio Comune di Castenedolo. Questi i convocati: Michele Gobbi, Thomas Tiozzo, Fabio Chinello, Pietro Tedesco, Moreno Zanchetta, Marco Stocchero, Luca Vaccari.

Valerio Zeccato

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