Martinelli: ecco come gestirò Simoni e Cunego

| 09/05/2005 | 00:00
Il Giro ha appena preso il via e quella che è considerata la “strana coppia” della Lampre Caffita, costituita da Cunego e Simoni, rappresenta senza dubbio un binomio di atleti che insieme ad Ivan Basso, è da considerare tra i più accreditati per la vittoria finale. A dirigerli dall’ammiraglia sarà Giuseppe Martinelli, lo stesso tecnico che li ha accompagnati, una volta ciascuno, a raccogliere il successo nelle ultime due edizioni. Mentre ci si interroga se sarà facile la loro convivenza, bisogna però premettere che tutti e due si sono presentati alla partenza di Reggio Calabria, freschi di importanti affermazioni che contribuiscono sicuramente a tenere alto il morale. «Gilberto e Damiano hanno svolto programmi diversi, ma entrambi finalizzati allo stesso obiettivo. Direi che le cose sono andate bene e tutti e due si sono presentati nella condizione giusta, forse non ancora al top, come è giusto che sia, perchè se vuoi puntare a vincere il Giro, il top lo devi raggiungere tra la seconda e la terza settimana». Se Simoni è un campione affermato sul quale c’è ormai ben poco da scoprire, Cunego è pur sempre un campioncino in erba, i cui limiti non sono ancora ben definiti. Può rappresentare allora una piacevole sorpresa la sua bella prestazione a cronometro nell’ultima tappa del giro di Romandia. «Si trattava di un percorso impegnativo di poco superiore ai 20 kilometri, un test molto importante ed è ovvio che anche noi siamo molto soddisfatti. Quest’inverno abbiamo lavorato specificatamente sul discorso cronometro ed è stato importante avere avuto una risposta chiara e positiva prima del Giro ed in previsione del Tour de France. Nella crono di Losanna, è stata utilizzata per la prima volta, una bicicletta particolare che sarà la stessa che Damiano utilizzerà nelle prove contro il tempo al Giro d’Italia». Prima del successo di Cunego nella terza tappa del Giro di Romandia, si sentiva dire da più parti che lo inviatavi a restare sereno e a non fare un dramma se la vittoria non era ancora arrivata. «Sono sempre stato sereno perchè vedevo chiaramente che la sua condizione era buona. Cercavo solo di fargli capire che non puoi pensare di essere il numero uno in tutte le gare. Senza un incidente meccanico avrebbe potuto già vincere al suo debutto stagionale alla Vuelta Murcia. Quando poi si è piazzato in diverse occasioni, bisogna dire che molto spesso la vittoria è andata a corridori che in quel particolare momento erano più in forma di lui anche perchè avevano finalizzato dei programmi nettamente diversi dai suoi». Bisogna però dire che il Cunego che si è visto pedalare in salita al Giro di Romandia era molto più esplosivo rispetto a quello della Liegi-Bastone-Liegi. «Credo però che si debbano fare delle premesse molto importanti: al Romandia, molti dei protagonisti della Liegi non c’erano. La tappa che ha vinto presentava un effettivo arrivo in salita, cosa diversa rispetto agli strappi sia pur impegnativi della Liegi. In quelle corse ci devi arrivare con un’ottima condizione, finalizzata a quelle occasioni e senza badare troppo agli impegni successivi. Damiano c’è arrivato con una buona condizione ma certamente non sufficiente da consentirgli di fare la differenza. Mi aspettavo che facesse bene, ma in tutta sincerità, niente di più, niente di meno, di quello che ha fatto. Sono andato a leggere l’ordine d‚arrivo di quella gara ed il più giovane in assoluto tra i primi 25 è stato lui che si è piazzato al 9° posto. In questa classifica di età, il secondo più giovane risulta essere Ivan Basso. Tutto questo per dire che gli effettivi protagonisti sono stati atleti intorno ai 30 anni, gente che ha accumulato notevoli esperienze in questa corsa». Parlando più dettagliatamente del Giro invece, ci si chiede se anche quest’anno Cunego cercherà, visto che il tracciato lo consente, di essere protagonista già dalle prime tappe, come fece l’anno scorso a Pontremoli. «Io credo che si dovrà stare attenti a non buttare via troppe energie perchè il contesto dei partenti è diverso rispetto allo scorso anno. C’è Bettini con la sua squadra che cercheranno solo successi parziali, non disponendo dell’uomo adatto per curare la classifica generale. Su certi traguardi ci sarà sicuramente Di Luca tra i protagonisti ed anche Petacchi, visto com’è migliorato negli arrivi più impegnativi. Saranno allora altri i terreni dove fare la differenza e sui traguardi un po’ più nervosi, dove si presenterà comunque un numero nutrito di atleti, sarà importante fare attenzione per non restare imbottigliati e perdere secondi preziosi». Tutti però continuano ad interrogarsi sulle strategie di gara di Cunego e Simoni. Saranno compatibili? Sapranno coalizzarsi? «È nel loro interesse. Sono due grandi campioni e coalizzandosi potrebbe riuscire a far fuori avversari pericolosi. Io vado ripetendo da tempo che per me il capitano è Gibo e non è che faccio queste affermazioni per accontentarlo o per cercare di farlo stare tranquillo. Io sono convinto di avere in squadra i due uomini più importanti del Giro e trovo opportuno cercare di gestirli al meglio e di farli andare d‚accordo. Per fare questo bisogna avere le idee chiare e penso e spero che le abbiano anche loro. Poi bisogna anche dire che saranno anche le gambe a fare la differenza. Quando arriveranno le salite vere, lì non ci si potrà più nascondere». Quando dici che Simoni sarà il capitano, che cosa significa? «Vuol dire che la squadra dovrà girare intorno a lui, sarà lui che dovrà essere quello più coperto. Il primo a muoversi nell’eventualità di qualche problema sarà Damiano, ma sempre a favore di Gilberto. Non dico questo perchè lui è il più vecchio o perchè è il portabandiera della Lampre Caffita. Faccio questa affermazione perchè credo in Gilberto e penso che possa arrivare a vincere il suo terzo Giro d’Italia». Non c’era Mazzoleni al via. Lo scorso anno contribuì in maniera determinante al successo di Cunego. «Eddy è sicuramente un corridore importante. Avrebbe voluto dire molto per noi ma credo di avere inserito al suo posto corridori validi in grado di sostituirlo senza rimpianti. Lo vedremo però sicuramente al Tour e si deve tenere conto anche di questo. La squadra ruoterà intorno a Simoni e Cunego e sono molto sereno su questo perchè sono sei mesi che stiamo lavorando intorno al progetto Giro e sono certo che la squadra saprà essere all’altezza della situazione». Roberto Sardelli
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