Il Tirreno. Caso Bani, parla Corrado Viciani

| 10/01/2010 | 09:53
Non poteva mancare la replica del team ciclistico Juniores Ambra-Cavallini-Vangi alle interviste apparse nei giorni scorsi su alcuni quotidiani nazionali relative al caso Bani, il diciannovenne ciclista pisano risultato positivo ad un controllo antidoping nel giugno 2009 e successivamente squalificato per 24 mesi. A parlare è proprio Cristiano Viciani, vice presidente e amministratore delegato del club di Calenzano che dal 2001 è entrato a far parte dei quadri dirigenziali di questo sodalizio e che in passato ha rivestito degli incarichi all’interno del comitato regionale toscano della FCI.
«In questi giorni nella nostra società si alternano diversi stati d’animo per quello che sta accadendo; si passa da un logico dispiacere alla demoralizzazione e quindi alla rabbia per le accuse totalmente infondate che ci vengono mosse». Questo è il primo commento di Viciani che poi prosegue con decisione: «Siamo molto delusi dal comportamento di Eugenio Bani e dei suoi familiari poiché quando fu data la notizia della sua positività gli siamo stati vicino, garantendogli la tutela legale e la nostra totale solidarietà; più volte ci ha dimostrato la sua riconoscenza e così non avremmo mai immaginato di arrivare a questo punto».
Viciani passa poi a riproporre i fatti in ordine cronologico: «Dopo avere svolto le opportune indagini ed avere ascoltato numerosi esponenti della nostra società, a dicembre la procura antidoping del CONI che fa capo a Torri ci comunicò in un documento di non avere nulla da addebitare al team Ambra-Cavallini-Vangi e quindi noi eravamo tranquilli sotto ogni punto di vista. Successivamente il padre di Eugenio, Fabrizio Bani, chiese in modo cordiale e me e al team manager Ragoni di fargli visita per chiarire alcune cose e senza nessun tipo di costrizione o minaccia, al contrario di quanto è stato affermato in un’intervista; la chiacchierata si concluse tranquillamente e tutto sembrava finito lì ma dopo il 16 dicembre, quando la procura antidoping del CONI comunicò a Bani i 21 mesi di squalifica, l’atteggiamento dei nostri interlocutori cambiò totalmente e quasi subito venne pubblicizzato l’accordo con Fanini con tutto quello che ne è poi seguito».
E da una intervista fatta a Viciani traspare l’ipotesi che sia stato proprio Ivano Fanini ad istigare Bani padre e figlio affinché tirassero pesantemente in ballo il team Ambra-Cavallini-Vangi: «Non ho mai affermato ciò, evidentemente qualcuno ha voluto dare un’interpretazione personale alle mie dichiarazioni, travisandole».
Molto chiara, a questo punto, è la posizione ufficiale di Viciani e della sua società: «Ci sono delle indagini in corso poiché la procura antidoping ha riaperto il caso dopo gli ultimi sviluppi; noi siamo a disposizione degli inquirenti e la nostra coscienza è pulita, ripeto che non abbiamo assolutamente nulla a che fare con la positività di Bani».
Eppure dalle interviste rilasciate da Eugenio e Fabrizio Bani sembra che con gli atleti tesserati venissero usati con troppa disinvoltura siringhe e medicinali…
«Sono delle assurdità, noi parliamo di vitamina B6 e B12 e non è mai esistito un doping organizzato come si vuol far apparire e di conseguenza nemmeno un trattamento sistematico settimanale a base di iniezioni e di sostanze misteriose. Secondo il nostro rigido protocollo interno le punture vengono tuttora fatte solo quando servono e unicamente su prescrizione del medico sociale, il dottor Stinchetti, che è a disposizione degli inquirenti per certificare quanto da lui prescritto, vale a dire medicinali e integratori del tutto leciti. In più tali medicinali con ricetta medica venivano e vengono acquistati all’occorrenza soltanto dal sottroscritto o da pochi altri dirigenti opportunamente autorizzati, mai dai direttori sportivi o da altri collaboratori del club. Ci comportiamo così da sempre proprio per evitare di correre dei pericoli in materia di doping, per poter avere sempre tutto sotto controllo e inoltre non rimborsiamo mai ai nostri atleti l’acquisto di medicinali non prescritti dal medico sociale. A testimonianza del nostro metodo di lavoro improntato alla massima trasparenza e serietà ci sono gli importanti risultati ottenuti nel corso degli anni dai nostri ragazzi, atleti famosi come Ulissi, Sbaragli, Fiumana che hanno vestito più volte la maglia azzurra e che non hanno mai avuto nessun problema con l’antidoping perché la nostra è una società pulita».
Viciani smentisce anche il paventato (da Ivano Fanini) rapporto di favore instaurato con il presidente della FCI Renato Di Rocco: «Quella che io sarei l’autista privilegiato di Di Rocco è una storia ridicola che non sta in piedi: per l’esattezza e a mia memoria mi è capitato soltanto una volta di accompagnare Di Rocco a una festa ciclistica nel pisano e ciò accadde per caso; inoltre non ho mai affermato che a dopare Bani ai campionati italiani fosse stato un membro del comitato toscano della FCI, come ha detto inspiegabilmente Fabrizio Bani in un’intervista. Evidentemente si vuole gettare discredito sulla mia figura e sull’immagine della società ma a tale proposito ci difenderemo nelle sedi opportune».
Viciani conclude con una riflessione riguardante Eugenio Bani: «Non siamo stati noi a doparlo, come ho già detto; gli eventuali colpevoli vanno ricercati altrove, al di fuori dell’ambiente del nostro club. Tengo a precisare che Bani ha sempre trascorso pochissimo tempo nel nostro ritiro di Empoli; in pratica arrivava il sabato solo per aggregarsi alla squadra e andare alle gare e quindi non potevamo controllare le sue frequentazioni durante il resto della settimana. In più non voglio che si accosti il nome di Baronti a quello della nostra società e dico a coloro che hanno fatto risaltare la positività alla medesima sostanza vietata di Baronti stesso da cicloamatore e di Eugenio Bani, che da metà maggio abbiamo licenziato Baronti e che Bani è risultato positivo ad un controllo del 24 giugno, di conseguenza le date non collimano, se si vuole far ritenere responsabile il team Ambra-Cavallini-Vangi. Inoltre mi sembra sospetto l’atteggiamento di Bani, che si è sempre dimostrato amichevole nei nostri confronti e che solamente dopo la comunicazione della squalifica a 21 mesi ha iniziato a dipingerci come il diavolo. Nessuno mi toglie dalla testa che se ad Eugenio fosse stata inflitta una sospensione più breve tutto questo pandemonio non sarebbe nato».

da Il Tirreno a firma di Stefano Fiori

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COMMENTI
pazzo?
10 gennaio 2010 11:30 ciba
Viciani, o sei un pazzo ( ma conoscendoti non lo sei! ) oppure è il momento di togliere dal ciclismo IL VERO PAZZO. Se , come credo, siete estranei al fatto, NON POTETE NON ADIRE ALLE VIE LEGALI e chiarire inconfutabilmente la vostra estraneità. Non esistono vie di mezzo. Aspettiamo curiosi e addolorati per il ciclismo l'esito della BRUTTISSIMA STORIA sperando nella più totale chiarezza.

Egr. signor Viciani
10 gennaio 2010 13:21 discesaesalita
Io non la conosco ma da quello che scrive non è che ne esce bene mi scusi e le dico il perchè?
E' chiaro , lei dici che siete stati vicini all'atleta quando è successo il caso, bè mi permetta questo significa che o ne eravate comolici oppure colpevoli, perchè se proprio eravate estranei assolutamente dovevate licenziare e allontarvi non riconoscerlo più come un vostro atleta, cosi bisogna fare con chi fa questi tipi di sbagli.
E chiaro che il ragazzo subito non abbia denunciato , perchè credeva nella protezione del team, poi visto la squalifica si è visto tradito è morte sua morte di tutti.
Quindi vede le sue dichiarazioni possono avere diverse valutazioni, credo che la cosa migliore sia quella di querelare chi dice falsità, ma come di solito succede anche nelle denuncie del signor. Fanini anche con nomi illustri, nussuno denuncia, perchè? e a chi dobbiamo credere noi spettatori? dica lei....

bani!!
10 gennaio 2010 13:40 LORY
ma chi sono i pazzi in questa vicenda!!!
veramente assurda, e alla fine chi ci rimette e' sempre solo il ciclismo!!!!!!!!
questa e' da denuncia immediata senza repliche sui giornali come hanni fatto qlk atleta... chissa perche' c'e' sempre di mezzo il sig FANINI!!!
se lei ha ragione e il bani dice della falsita' lavorera' tt la vita per risarcire lei e il suo tea.. questo e' sicuro..
ma scusi se ha ragione cosa aspetta ad andare da un avvocato e allegare la denuncia!!! cosi ci rendiamo conto che oltre le parole di conseguenza arrivano i fatti!!

tutti santi ma all'inferno!!!!!
10 gennaio 2010 15:52 lunarossa
Tutti santi ,,,, ma x andare a farsi riprendere in tv
Comunque .., mi fa dolore ,,, vedere un giornalista , che scrive ,,, scrive ,,, scrive,,, su questo caso,,, Facendo del male a tante persone e soprattutto al ciclismo ,,,, dove anche lui,,,, mangia ,,, e pappa .., alle cene ,,gratis
Comunque le persone , che quando , parlano,, non ti guardano mai in faccia ,,, non mi piacciono

gratis alle cene!
10 gennaio 2010 17:59 gass53
e vedessi come sgranaaaaaaaaaaaa di mandibola.

campioni
11 gennaio 2010 09:48 scatto
viciani giustamente parla di altri campioncini nati nel loro club a me sorgono molti dubbi.....

Vergogna Punture
11 gennaio 2010 12:53 serbis69
Ho seguito passo passo questa storia mi sono fatto un’idea precisa di tutto. Prima di fare domande voglio dire W Fanini e forza Bani.
Sig. Viciani, Vice Presidente Ambra Cavallini Vangi, sig. Ragoni Team Manager e sig. Baronti ex professionista con problemi di doping ed ex cicloamatore radiato per lo stesso prodotto trovato al Bani. A tutti voi vorrei dire perché facevate punture ogni settimana ai vostri atleti? Se erano vitamine B6 e B12, perché non le consegnavate ai loro famigliari, così non perdevate nemmeno tempo a conservarle in frigo, a tenere le punture già pronte per l’uso e senza confezione?
Dopo le storie doping di Forconi ai tempi di Pantani avete vinto due mondiali con Ulissi. Poi l’avete mandato via e sostituito da Baronti con il suo brutto passato e che poi avete allontanato a maggio insieme a Reali e Ricciardi. E’ rimasto però Ragoni, che lavorava a stretto contatto con Baronti, vicino di casa di Bani e che sorprendentemente ho sentito dire non sia mai stato ascoltato dalla procura del Coni. Anche Ragoni, pare abbia avuto problemi di doping quando correva
Questi elementi provano che la squalifica di 21 mesi al ragazzo è assolutamente spropositata e poi è inutile che il sig. Viciani dica che Torri gli avesse indirizzato una lettera in cui confermava che i dirigenti della sua squadra non erano coinvolti nel caso Bani perché questa lettera è datata msi fa quindi molto prima che venissero fuori gli elementi principali di questa vicenda e che, di fatto, hanno provocato la riapertura del caso per accertare le reali responsabilità dei colpevoli. Infine il Viciani a mio avviso si è tirato un'altra zappata sui piedi quando ha dichiarato che avevano preso un legale per difendere il Bani in quanto erano certi della sua innocenza. Ed allora se dici che il ragazzo è innocente, chi è il colpevole di averlo dopato se non chi gli ha fatto tutte quelle iniezioni e che avevano già tanti precedenti in fatti di doping?

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