Il Tirreno. Fanini: sul caso Bani vi spiego che...

| 09/01/2010 | 09:00
Ivano Fanini non appartiene certamente alla categoria di persone che lancia il sasso nello stagno e poi nasconde il braccio e il clamoroso caso riguardante Eugenio Bani, il diciottenne ciclista pisano squalificato per doping che il patron di Amore & Vita-Conad vorrebbe tesserare come professionista senza curarsi troppo dei regolamenti della FCI, ne è l’ennesimo esempio. I media hanno creato in questi giorni un notevole clamore attorno alla vicenda e anche Ivano Fanini, da persona coinvolta in questo tenebroso affare assai poco edificante, non ha tardato a fornire la propria versione dei fatti con la seguente intervista.
FIORI: Un dirigente del team Ambra-Cavallini-Vangi ipotizza che sia stato lei a far nascere il caso Bani e ad istigare il ragazzo affinché rilasciasse delle dichiarazioni clamorose; come replica a questa accusa?
FANINI: Il signor Viciani fa delle illazioni totalmente infondate poiché io ho conosciuto Bani e suo padre soltanto una decina di giorni addietro quando entrambi, ben sapendo quanto io mi fossi adoperato in una personale guerra contro il doping nel ciclismo, hanno deciso di farmi visita raccogliendo l’invito di una persona che aveva commentato sul frequentatissimo sito web della rivista Tuttobici la vicenda relativa alla squalifica di 21 mesi comminata al 19enne ciclista pisano. Voglio inoltre ricordare che a luglio, quando Bani risultò positivo ad un controllo antidoping ai campionati italiani Juniores, lo avevo attaccato duramente sui media perché non concepivo che un talento emergente come lui avesse commesso una simile leggerezza.
FIORI: E cosa è nato da quell’incontro pre-natalizio?
FANINI: Per un paio d’ore ho letto con crescente sgomento la documentazione che padre e figlio mi avevano portato, relativa alle deposizioni rilasciate alla procura antidoping del CONI tra settembre e novembre; con l’occhio clinico che ormai mi deriva dall’esperienza maturata in tanti anni vissuti all’interno del mondo del ciclismo mi sono reso conto di essere di fronte a una vicenda molto grave, nella quale i Bani, padre e figlio, si erano comportati da veri ingenui: in quei fogli si parlava soprattutto di punture, flebo e pasticche, quegli “aiutini” che odio profondamente così come i certificati medici di comodo per l’UCI che sono abituali compagni di viaggio di troppi campioni del ciclismo di oggi. Ho poi trovato inammissibile che un amministratore delegato di una società ciclistica molto noto e stimato come Viciani si sia prestato addirittura a fare le punture agli atleti: ma dove siamo arrivati?
FIORI: Quella di Eugenio Bani e di suo padre è stata davvero e soltanto ingenuità?
FANINI: In tutta franchezza mi sono sembrate due persone fondamentalmente oneste, che forse si sono fatte influenzare negativamente da un ambiente in cui il marciume è all’ordine del giorno. Mi spiego meglio: Eugenio ha militato fino a 16 anni nell’AS Monte Pisano, una società pulita, gestita da un caro amico come Roberto Frassi, nella quale non è mai esistito il doping e in questo club ha totalizzato una sessantina di vittorie. Una volta passato tra gli Juniores ecco le punture, flebo e pasticche, fornite ad un minorenne con il pretesto che si trattava di medicine che favorivano il recupero dopo gli sforzi sostenuti; Eugenio e suo padre si sono fidati e negli ultimi due anni, quando sono arrivate le prime importanti vittorie, non si sono posti troppe domande.
FIORI: Dunque lei si è fatto un’idea precisa del team Ambra-Cavallini-Vangi?
FANINI: E’ una società tra le più forti a livello nazionale e l’ex-ciclista Franco Cavallini, uno degli sponsor, è una persona che stimo tuttora parecchio perché quando gareggiava nella mia squadra fu il primo ad ammettere pubblicamente di avere sbagliato a frequentare certi medici di Ferrara e su mio consiglio – per il quale mi ha sempre ringraziato - abbandonò l’attività ciclistica per non rimetterci la salute. Tuttavia non mi spiego come si sia potuto dare credito a un ex-professionista come Baronti, squalificato a vita dall’UDACE e che alla Gran Fondo Nove Colli fu trovato positivo tra i Cicloamatori per la stessa sostanza di Bani, la gonadotropina corionica. Una coincidenza inquietante e oltre a ciò tra i vari tesserati del team Ambra-Cavallini-Vangi ascoltati dalla Procura antidoping del CONI mi meraviglia l’assenza del team manager Ragoni, che guarda caso è un vicino di casa di Bani a San Lorenzo alle Corti e che da sempre intrattiene amichevoli rapporti con Eugenio la sua famiglia.
FIORI: E ora lei vuole addirittura far debuttare tra i professionisti Eugenio Bani….
FANINI: Per me Bani è un vero talento, ha un fisico statuario che mi ricorda Basso e Cipollini e credo che potrebbe davvero essere il corridore del futuro per il mio team, l’Amore & Vita-Conad-Fanini; considerando la preziosa collaborazione fornita alla Procura antidoping ritengo che invece di 21 mesi – una squalifica ingiusta e troppo lunga che probabilmente ha fatto decidere Bani e suo padre a venire a cercare il mio sostegno – il periodo di sospensione appropriato dovrebbe essere di 3 o 4 mesi. In tal modo Bani potrebbe gareggiare già in estate nella nostra squadra che nel 2010 è stata affiliata in Ucraina per motivi sportivi, poiché la maggioranza degli atleti tesserati è di questa nazionalità e non per ragioni fiscali.
FIORI: Ma il presidente della FCI Di Rocco ha posto il veto circa il passaggio al professionismo di ciclisti che non abbiano corso almeno per tre anni tra i dilettanti…
FANINI: A parte il fatto che noi non siamo affiliati in Italia in pratica da sempre, come ormai accade per il 90% dei club professionistici italiani e che di conseguenza certe norme non ci riguardano, voglio ricordare a Di Rocco che in passato sono stati svariati i ciclisti che non sono stati inclusi in questa normativa e i nomi più noti sono quelli di Giuseppe Saronni e di Filippo Pozzato, entrambi passati professionisti a 19 anni. Perciò consiglio a Di Rocco di continuare il suo lodevole impegno nell’emarginare coloro che in una recente intervista ha definito faccendieri ed a stare attento a certe amicizie…
FIORI: A chi si riferisce?
FANINI: Mi risulta che quando viene in Toscana spesso il presidente della Federazione Ciclistica Italiana utilizza nella veste di premuroso autista proprio Viciani, il dirigente del team Ambra-Cavallini-Vangi da me citato più volte.
FIORI: Questa sua interminabile crociata contro il doping nel ciclismo non contribuirà al definitivo tracollo di questo sport?
FANINI: Secondo me più pentoloni si scoperchiano e meglio è; stiamo vivendo un momento cruciale per contribuire alla rinascita del ciclismo etico e finalmente pulito dopo anni ed anni di scandali indecenti. Il regno degli imbroglioni sta per finire e i giovani che, a prezzo di duri sacrifici e di tanta passione, non si disamoreranno e continueranno ad amare il ciclismo potranno essere fieri della  disciplina sportiva da loro scelta già tra pochi anni.
FIORI: Ed Eugenio Bani potrà figurare in questa schiera?
FANINI: Secondo me sì e se ci riuscirà potrà ringraziare il sottoscritto che ha contribuito a far riaprire il suo caso. Eugenio e suo padre mi hanno fatto un’ottima impressione, di due persone che amano il ciclismo e che hanno ammesso i loro sbagli; in più ho voluto evitare che questo ragazzo di appena 19 anni si trovasse ad affrontare un probabile e pericoloso periodo di depressione in seguito alla vicenda della squalifica. Nella mia squadra abbiamo già vissuto il dramma di Valentino Fois e recentemente anche quello dello statunitense Chad Gerlach e perciò la nostra mano resterà sempre tesa verso coloro che hanno chiesto disinteressatamente il nostro aiuto.

da Il Tirreno a firma di Stefano Fiori
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COMMENTI
Basta!!
9 gennaio 2010 10:21 mery
Sarebbe ora di finirla con questo caso Bani-Fanini è da tempo che non si fa altro che parlare di loro.Credo che i responsabili di questa vicenda si devono fare un bel esame di coscenza a partire in primis da Bani stesso,e chiuderla definitivamente,credo che la gente sia ormai scocciata di vedere tutti i giorni sui giornali sempre la solita musica

la prego...
9 gennaio 2010 10:34 luca65
basta....avrei dato una chance a Bani nel caso la denuncia contro la squadra l'avesse fatta appena visto un ago....non dopo quasi 2 stagioni di successi.....esistono casi di under scappati da grossi team alla vista di medicinali usati su compagni di squadra...e ne ha parlato pure La Repubblica anche se dopo quasi 2 anni.....l'unica cosa su cui mi trova daccordo è il fatto che un ex pro squalificato a seguito antidoping (in Granfondo Fci) sia ammesso a continuare a staccar licenze Federali dopo tali fatti.....Ecco via i Bani via i Baronti per sempre dal CICLISMO e via tutti coloro che lucrano spacciano e gravitano attorno al doping...ad oggi il ciclismo non può permettersi di dare la seconda opportunità a nessuno......dobbiamo riscrivere il libro...non basta voltar pagina.....

Altro esempio
9 gennaio 2010 11:24 lgtoscano
Questo è un'altro esempio di un personaggio che gira a testa alta e non ha paura di parlare, ce ne fossero di persone così il ciclismo e non solo andrebbe meglio, invece tutti abbiamo paura di esporsi e viviamo nell'ipocrisia e solo per il nostro interesse.
Non voglio giudicarlo per i suoi molteplici interventi, ma una persona che si schiera contro tutto il movimento marcio e corrotto in salvaguardia di un ragazzo minorenne additato da tutti, gli fa onore , poi che anche il ragazzo debba pagare le sue colpe come la famiglia che devove essere più attenta a queste cose e non solo a gioire per tutte le vittorie.
Posso solo dire Fanini continua pure nella tua battaglia, chi la dura la vince.

9 gennaio 2010 11:51 serbis69
Devo dire che il caso Bani ultimamente ha quasi monopolizzato le cronache di ciclismo. E ciò giustamente perchè è una storia ricca di spunti di riflessione nell'ottica di un miglioramento del ciclismo. Complimenti quindi anche a Stefano Fiori che si aggiunge agli altri attenti giornalisti che stanno dando l'evidenza che merita questo caso.
Da anni vivo in Toscana e seguo con grande interesse tutto ciò che ruota intorno al ciclismo perchè sono un addetto ai lavori. Vorrei rispondere a tutti coloro che hanno commentato contro Bani sostenendo che aiutare questo ragazzo significherebbe istigare il doping tra i giovani.
NIENTE DI PIU’ SBAGLIATO.
Intanto il Bani ha corso da 11 a 16 anni, nella formazione Monte pisano gestita da Roberto Frassi, persona integerrima e la cui correttezza sono certo nessuno dell’ambiente può mettere in dubbio. Quindi in questo periodo non avrà mai visto nemmeno una pasticca, come è giusto che sia.
Quando a 16 anni è passato all'Ambra Cavallini Vangi, ha trovato un ambiente
completamente diverso dalla squadra di Frassi. Chiunque mi darà atto che quando hanno iniziato a fargli delle iniezioni, il ragazzo era assolutamente puro, educato alla correttezza da Frassi, e non
poteva sapere - nella sua completa inesperienza - che era finito in un covo di maneggioni pronti ad ingannarlo. Pertanto è doveroso credere nella sua buona fede. Questo non significa che
Bani è innocente, perchè il dubbio e la troppa fiducia negli altri è stato comunque un suo errore. Bani è colpevole e deve pagare per le sue colpe. Ma da qui a dire che per colpa sua ma soprattutto di altri, è giusto squalificarlo 21 mesi, è un'eresia! Innanzitutto ha collaborato con la giustizia
facendo nomi e cognomi di coloro che gli facevano le punture. Ma cio che più conta e che non si può con un colpo di spugna cancellare tutto il sistema di pena che la giustizia ordinaria prevede per i minorenni, perchè di minorenne si tratta visto che lo dopavano già a 17 anni! I minorenni si mandano in riformatorio e non in galera e quindi analogamente i corridori minorenni devono essere puniti in modo diverso dai loro colleghi più maturi. Questo non si può ignorare e continuare a dire che nessun corridore (anche minorenne) merita indulgenza. I casi relativi ad atleti molto giovani sono già di per sè situazioni più gravi e delicate, perchè toccano individui non ancora completamente formati a livello psicofisico e quindi vanno esaminati con particolare attenzione altrimenti si rischia di finire di male in peggio.
Colpire con una scure tutti ad occhi bendati senza curarsi se sono ragazzini o "vecchi volponi" ha il sapore di una legge della giungla che poco si addice alla giusta direzione da dare al futuro del nostro ciclismo.

Senza Paura
9 gennaio 2010 11:56 discesaesalita
Questa persona mi sembra che non abbia paura di esporsi? Questa persona interviene sempre sul doping e fa nomi? Questa persona cominci a piacermi anche nei suoi modi esagerati ma mirati e sempre con logica.
Anche in altri suoi interventi dove aveva fatto nomi importanti non si è più saputo nulla, quindi se fossero state solo invenzioni sarebbero uscite delle querele delle denuncie, invece tutto tace, il silenzio è brutto in certe situazioni, qualcuno qua fa di tutto per scoperchiare il pentolone, e io quindi ora stò con il Sig. Fanini e lo incito a proseguire e spero tante altre persone si aggiungano per incitarlo a farlo.

Bravo Fanini
9 gennaio 2010 11:59 zammammeru
Appoggio completamente il suo modo di fare. Mi sembra uno dei pochi modi per dare credibilità a questo sport in gravissima crisi. Purtroppo quando il male è profondo bisogna fare tagli profondi e sacrifici se non si fanno c'è poco da sperare. Come è possibile che ex-professionisti squalificati a vita dall'UDACE e trovati positivi in una Gran Fondo ora siano vicini a dei giovani ciclisti! MA SIAMO MATTI?
A. Bellati

9 gennaio 2010 12:38 madison
Fanini Santo subito ........... ma per piacere, se l'ambiente è marcio e le fa schifo perchè non si leva di torno? Squadra in Ucraina non per motivi fiscali?? In Italia a parte le fidejussioni da versare una Continental deve garantire il minimo salariale pari a quello di una Professional, ovvero 23.000,00 € per un neo professionista e 27.500,00 € per un corridore già professionista, in Ucraina invece quali sono i minimi da garantire?? Forse come in Polonia dove si è affiliato fino allo scorso anno, cioè ZERO o poco più!! Qui si fa la lotta al doping, ma sarebbe carino parlare di ciclismo a 360°, anche di quei poveri corridori che pur di non andare a lavorare si accontentano delle briciole, nella vana speranza (parlo del ciclismo attuale, non quello di 20 anni fa ...) poi di poter essere ingaggiati da qualche "top team", qui l'unico che ci guadagna e che tutti i giorni ci angoscia con qualche asfissiante centinaio di righe su siti internet e quotidiani (solo quelli dell'edicola di fianco a casa sua per fortuna ....)è proprio lui, il sig. Fanini.
Per piacere, BASTA!

Grazie Bani e grazie Fanini
9 gennaio 2010 12:46 bloom
Spero tanto che le vicissitudini di questo ragazzo aiutino tutto il movimento a migliorare l'ambiente giovanile.
Non era mai successo che un giovane si fosse trovato in un caso così grave già tra gli juniores. E questo è venuto alla luce ma chissà quanti casi del genere esistono ma sono nell'ombra.
E' bella l'intervista rilasciata alla Gazzetta del 07 gennaio Cipollini. Lui dice "Dal punto di vista etico non è giusto vedere persone che hanno avuto problemi di doping e che insegnano ciclismo ai giovani"
Meno male che ora Fanini non si occuperà più soltanto del doping nel professionismo ma il suo sguardo è rivolto verso le categorie minori, dove per ripartire con nuove regole per il futuro, c'è bisogno di maggiore attenzione verso i giovani.

per madison
9 gennaio 2010 12:56 roger
L'affiliazione della squadra di Fanini, gli stipendi, i minimi e tutto il resto non hanno niente a che fare con il caso di Bani.
Comunque se Amore & Vita è il più anziano al mondo e se da lui sono passati campioni del calibro di Cipollini, Baroonchelli, Gavazzi, Chioccioli, Bartoli, Sorensen, Tafi, ecc. ecc. ecc. ecc. ecc. ecc. ecc. ecc. ecc. ecc.
Avrà tesserato migliaia di corridori ed i record stabiliti da Fanini credo siano imbattibili.
E tu ti permetti di entrare nel merito di loro decisioni di squadra? Se sei geloso e ti rovini il fegato dall'invidia, vai a lavorare e non seguire più il ciclismo, che così puoi fare solo bene a questo sport

X Roger
9 gennaio 2010 13:14 madison
Parla di quello che sai, non di quello che leggi sui giornali (quindi probabilmente è meglio se stai zitto ....).
Riguardo ai corridori che hai citato tu, ci sono passati circa 15/20 anni fa, proprio come ho scritto io nel mio post,serve altro? Magari i nomi di chi corre gratis o prende 500,00 € al mese, o peggio 50,00 € a piazzamento come fanno gli esordienti o gli allievi? Fai il bravo, continua leggere Famiglia Cristiana al sabato e non parlare a vanvera.

Fanini "sei solo chiacchiere e distintivo"
9 gennaio 2010 13:56 imdopingfree
Fanini ????Ma cosa mai fatto questo uomo per combattere il doping?????Direi che oltre migliaia di chiacchiere non ha mai fatto nulla,qualcuno ha il coraggio di osannarlo ma per cosa????Mai un gesto concreto …..solo entrate spettacolari per far parlare di sé…..e ripeto non di ciclismo di sé e della sua squadra…Marketing gratuito dove non si arriva con i risultati…………….Convocato dal Procuratore dell’antidoping ha declinato l’invito dicendo che voleva Petrucci…Perché non Napolitano????Cari miei il doping si combatte in silenzio lavorando tutti i santi giorni come qualcuno in Federazione stà facendo….Dimenticate questi “faccendieri” che hanno sempre cercato di trarre reddito dal ciclismo costi quel che costi………Pronti a piagnucolare se non vengono invitati alle corse pronti a tesserare di tutto basta che faccia notizia.NOI (e siamo tanti ma tanti tanti) amiamo il ciclismo “pedalato” e non quello chiacchierato…In molti ma molti stanno cercando in silenzio di salvare il ciclismo,senza la ribalta senza la gloria ma stanno lavorando e siccome il lavoro paga ne vedremo delle belle…………Il vento stà girando…..
Marino Guadagnini

Grande Madison!!
9 gennaio 2010 14:01 ciclismoreale
Hai riasunto in poche parole quello che è questo personaggio..
Per quanto riguarda Bani,perchè non ha denunciato subito i suoi dirigenti appena ha visto delle medicine???fatto strano ha aspettato che lo beccassero
,poi ora si para il c**o dando colpe a tutti!!
Se poi pensiamo che il doping fa fare dei salti d qualità del 30% a un atleta,capiamo subito che se questo corridore andasse a pane e acqua farebbe fatica a finire le gare da juniores...figuriamoci nei prof!!!!
Poi invece quei corridori onesti che hanno le qualità sono costretti ad appendere la bici al chiodo perchè il loro posto viee occupato da queste persone!!
E il "sig".Fanini pur di farsi pubblicità va a prendere questo ragazzo...
Ma l'UCI e la Federciclismo,possibile che non dicano niente???

Madison ma.....
9 gennaio 2010 14:10 discesaesalita
Ma che centrano queste cose con il doping, caro amico mi sembri una persona frustata psicologicamente non soddisfatta, forse eri uno di quei corridori che ha corsa per 500 euro, forse invece dovresti ringraziare chi ti ha fatto correre perchè altri non ti hanno neppure dato questa possibilità, inoltre nessuno ti obbligava farlo e sicuramente come tutti ti sei offerto, perchè era il mestiere che avresti voluto fare, sicuramente non ci sei riuscito e non è colpa di Fanini , quindi lascia stare queste cose che non capitano solo da Fanini ma in tutti i team dai continental alle professional e persino nelle Pro-Tour , quindi immagina tè.

x serbis69
9 gennaio 2010 14:13 luca65
ma scusa a maggior ragione uno che ha corso e vinto da " puro " in Toscana da Allievo....quando iniziano a bucarlo con insistenza non si pone qualche domanda , non và dai genitori o dal vecchio ds e si confronta?.......dai se conosci l'ambiente come dici sai benissimo che questa è una storiellina....ripeto....spiace per l'ennesimo ragazzo bruciato , che purtroppo non sarà nemmeno l'ultimo ma se continuate a difendere queste persone qui.....fuori lui padre dirigenti cui sian provate le responsabilità vadan fuori dal ns mondo

tuttobiciweb
9 gennaio 2010 14:27 claudino
non state esagerando con questa storia... e tutte le cose che dice fanini...basta finitela.

9 gennaio 2010 14:28 Giors
Fanini è un personaggio particolare però almeno è coerente nella sua battaglia contro il doping, il fatto di far passare Bani è forse esagerato però questa volta lo stimo per il fatto di cercare di combattere il doping nelle categorie inferiori, se non si inizia da li non si potrà mai fare una vera pulizia

Bani vai a lavorare forse impari a crescre
9 gennaio 2010 15:59 santo
tutta questa storia rasenta il ridicolo , accuse alla Procura Antidoping del Coni, contratto tra i prof già firmato prima di una sentenza. Ormai si ha l’impressione che nel ciclismo non ci sia più una regola ne’morale che disciplinare. Basti vedere che gli ex squalificati sono tutti con contratti alla mano ( e addirittura esaltati nei giornali o nei siti specialistici del ciclismo ). Ma come si può vivere come degli struzzi con la testa sotto terra senza sapere cosa si fa’, cosa si prende, si dice << mi fidavo di ciò che mi somministravano >>, ma mi chiedo la famiglia dove era ? Io credo che ogni genitore abbia il dovere di sapere, di interessarsi, di chiedere cosa fa, cosa viene dato al proprio figlio. Personalmente ho avuto un figlio che per quindici anni ha svolto attività agonistica iniziata dalla categoria G6 e sono stato sempre, dico sempre, al corrente di ciò che faceva o che veniva fatto in squadra. Mi sembra di ripercorrere il caso di un altro juniores qualche anno fa , che l’atleta incolpò la sua squadra, il direttore sportivo (poi giustamente radiato) quando nella stessa squadra militava il fratello maggiore (ora prof.); all’epoca uguali discorsi: la famiglia era all’oscuro di tutto; l’importante era portare a casa risultati, sentirsi campioni alla faccia degli altri che poi delusi smettono anche di andare in bici.
[ uno, solo perché è in ritiro - figuriamoci per chi lo faceva “ a casa “ - è autorizzato a fare tutto senza che i familiari si preoccupino minimante su quel che fa – presupposto che io a mio figlio 18enne lo mandavo a scuola e il ritiro permanente se lo poteva sognare, e la squadra dove militava la pensava così, ma queste sono scelte personali e su questo non voglio interferire ]
La confessione poi, aldilà di alcuni casi limitati, per ottenere uno sconto della pena e tornare in gruppo magari continuando a fare come prima, pur di ottenere risultati, tanto come si dice fin che mi va bene e’tutto grasso che cola.

E poi anche questa storia della seconda chanche. Basta: almeno per le positività nelle categorie giovanili e dilettantistiche ci vuole solo la radiazione. Chi bara con il doping vince e toglie risultati agli avversari. Tanto più in queste categorie giovanile dove magari il ragazzo pulito può pure competere con questi “ falsi “ avversari ma a quale prezzo di dispendio energetico e di fibre muscolari: tutti fuori giri continuati che si pagano poi nelle categorie maggiori ( basta chiedere ad un medico dello sport la conferma di ciò che dico ) . Ma questi sono i pochi veri fenomeni, il “ grosso del gruppo “ viene spazzato via da questi fenomeni e smettono E PER CHI VA’ PULITO NON C’E’ UNA SECONDA CHANCHE. Una volta smesso…. Stop…. Fine dei Giochi….Ti hanno “ radiato “ dal settore agonistico per colpa di questi finti fenomeni che, dopo il danno per te, ti regalano anche la beffa di vederli contrattualizzati da squadre prof solo per aver fatto dei nomi.
Uso una forte iperbole: e’ meglio un cittadino incensurato o và privilegiato un pentito di Mafia, magari pluriomicida, solo perché pentito ????????

Troppo resie
9 gennaio 2010 21:09 grillo222
Fanini ma i 2 morti dell'estate del 2009 di quella squadra Toscana erano o no doping come dicevi subito dal giorno successivo alla tragedia?
Con i "tuoi" amici non sei riuscito a far venire fuori niente di male in quei casi? Eppure i giorni successivi eri ancora te a fare il santo.
Peccato solo che tutte le volte "offendi" persone la cui dignità va oltre la tua, altrimenti chissa quanti schiaffi avevi preso a quest'ora.

Inoltre carissimo direttore di Tuttobiciweb.it, come fa ancora a dare esito a queste parole di costui? Pure lei non si chiede come sia andato a finire la vicenda anche da lei molto "navigata" dei 2 ragazzi morti? Come è finita? Allora aveva ragione Fanini o no?

A voi l'ardua sentenza, ma caro direttore, anche professionalmente chi sbaglia, spesso spesso PAGA!!!!

Baronti
9 gennaio 2010 21:38 giulia92
Vorrei solo ricordare a chi parla e scrive che quando è scoppiata la positività di Bani e soprattutto prima ancora del campionato Italiano che il Sig Alessandro Baronti aveva già rassegnato le dimissioni dall 'Ambra Cavallini Vangi, con questo non voglio giustificare la positività di Baronti negli amatori alle Gran Fondo, ma conoscendolo credo che come DS non abbia colpe in questo Doping di Squadra.

ore 22,00
10 gennaio 2010 00:10 gass53
Doping: ciclismo,riaperto caso Bani

(ANSA) - PISA, 9 GEN - Il corridore Eugenio Bani, 19 anni, sara' ascoltato venerdi' prossimo dalla procura antidoping Coni che ha riaperto il suo caso. L'atleta, trovato positivo e squalificato, aveva accusato la sua ex squadra, l'Ambra Cavallini Vangi, di averlo dopato a sua insaputa. Bani, che compira' 19 anni fra 4 giorni, ed e' stato ingaggiato dalla Amore & Vita, e' stato querelato dai dirigenti della sua ex scuola.

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