Caso Bani, ecco la lettera della Procura Antidoping

| 06/01/2010 | 11:42
Nessuna distrazione, nessuna trascuratezza, nessun disinteresse, ma un'inchiesta completa ed avviata anche sul piano delle indagini penali. Il capo della Procura antidoping del Coni, Ettore Torri risponde così alle dichiarazioni del giovane atleta Eugenio Bani, nell'intervista a Repubblica. Una precisazione doverosa che accogliamo con soddisfazione perché allontana sospetti ed ombre purtroppo sempre presenti nel confuso mondo del ciclismo.

Bani ha forse calcato un po' i toni, forse era troppo teso ed emozionato per valutare serenamente la situazione che lo coinvolgeva al momento dell'interrogatorio; ma resta il fatto incontestabile che l'atleta, la cui positività - dunque la legittima condanna - non è minimamente in discussione, fino a questo punto, pur avendo fornito il massimo della collaborazione, facendo, nomi e raccontando circostanze precise, è stato l'unico per cui sono state richieste e comminate sanzioni, come si evince anche dalle conclusioni dello stesso Torri nel deferimento al Tna.

Ora si dice che si è in attesa dell'esito delle indagini della magistratura e dei Nas (particolare non riferito nel deferimento), e di tempo ne può passare parecchio prima di vedere qualche altro risultato concreto. Aspetteremo. Ma la giustizia sportiva che per essere rapida ricorre perfino a quell'obrobrio giuridico che è la "presunzione di colpevolezza" o al "fondato convincimento della colpevolezza", che fine fa?

da «Repubblica» del 6 gennaio 2010 a firma Eugenio Capodacqua
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COMMENTI
RIORGANIZZARE TUTTO
6 gennaio 2010 12:28 scatto
CON QUESTE DICHIARAZIONI IL CICLISMO DEVE ESSERE FERMATO E VA RISCRITTO TUTTO DALLA A ALLA Z E POI SI RICOMINCIA CON RADIAZIONE SUBITO E BLOCCO DELLA SQUADRA E GRANDI PENALITA' SIA ECONOMICHE CHE PENALI.
MA EVIDENTEMENTE STA BENE COSI' A TUTTI PER TANTI MOTIVI...

Vero!!!
6 gennaio 2010 18:34 zammammeru
Fermare tutto rischia di diventare una buffonata pazzesca.

Daccordissimo con Capodacqua: sospendere da subito la squadra
6 gennaio 2010 19:45 ciclistas
Per la presunzione di colpevolezza la giustizia sportiva dovrebbe sospendere (non squalificare) da subito l'intera squadra, i suoi dirigente, staf medico ecc. O la presunzione di colpevolezza vale solo per gli atleti?
E poi spero che le indagini della magistratura ordinaria siano cominciate prima che le dichiarazioni di Bani fossero rese pubbilche, altrimenti la loro efficacia si riduce di molto.
saluti
Claudio Pagani

URGONO PROVVEDIMENTI URGENTI E SINCRONICI TRA FCI E PROCURA ANTIDOPING
7 gennaio 2010 18:41 renzobarde
Il caso Bani sta assumendo sempre di più i contorni di uno dei casi più gravi della pur tristei e vergognosa storia del doping italiano, anche perchè forse mai come nel caso specifico sono emerse responsabilità ENORMI di tutto l'entorurage di una società sportiva del settore giovanile che andava per la maggiore .
Il corridore, che ha certamente sbagliato e che a mio parere non è del tutto convincente, ha però fornito una serie incredibile di indizi e di riferimenti additando tutto lo staff societario, il sig. Crisiano Viciani in testa, come massimi responsabili.
Credo che il dr. Torri farà come sempre fino in fondo il suo dovere, ed occorre che scenda subito in campo con decisione la Federazione Ciclistica Italiana : invito Renato Di Rocco a circondarsi di persone ONESTE E DESIDEROSE di combattere DAVVERO il doping ( mi viene voglia di autocandidarmi....) ma soprattutto di fronte a questi indizi da subito è opportuno : 1)il ricorso alla sospensione cautelare di tecnici e dirigenti implicati ; 2)l'attivazione di un immediato “concerto” tra FCI e Procura Antidoping del Coni per provvedimenti disciplinari severi ed inequivocabili.
Nel 2010 NON è possibile trovarsi ancora di fronte a casi del genere. Renzo Bardelli www.renzobardelli.it

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