| 08/06/2009 | 16:20 Il Giro d'Italia donne nasceva nel lontano 1988, a Roma, dalla profonda passione per il ciclismo femminile e dilettantistico di sportivi di altissimo profilo umano e notevole spessore sportivo; Pasquale Piacente ed Eugenio Bomboni. Uomini ai quali il gusto della sfida si accese dopo che per due anni era stata organizzata una quattro giorni di gare a punteggio in Emilia Romagna: "Il Giro d'Italia nacque così - ha raccontato Eugenio Bomboni - con quella felice esperienza passata e con la conoscenza di Pasquale Piacente, a cui stava a cuore il ciclismo femminile. Organizzammo le prime tre edizioni del Giro d'Italia donne che poi fummo costretti ad abbandonare a causa di gravi problemi economici". Infatti il Giro non fu organizzato nei due anni successivi, il 1991 e il 1992. Ma intanto le emozioni che il Girodonne riuscì a suscitare suito furono molto intense. Per descriverle vi proponiamo la testimonianza di due atlete eccezionali che hanno scritto la storia del ciclismo femminile di quegli anni; Roberta Bonanomi che vinse la seconda edizione senza mai salire sul gradino più alto del podio e la francese Catherine Marsal, un vero e proprio fenomeno a pedali che in pochi anni conquistò motlissimi traguardi. "Il successo al Girodonne del 1989 lo ricordo benissimo - ha raccontato Roberta Bonanomi - fu il mio primo successo importante. Ricordo che non vinsi nemmeno una tappa. L'ultimo giorno andai in fuga con un'avversaria finlandese; io dovevo lottare in classifica con Petra Rossner mentre Maria Canins era caduta nel corso di una tappa ed era in ritardo. Nell'ultima tappa mi misi d'accordo con la mia avversaria; tiravamo in due, lei per il successo parziale e io per la maglia rosa. Ando' bene. Fu una soddisfazione enorme; per la prima volta salivo alla ribalta internazionale. Come festeggiai? Beh, allora percepivamo poco più che un rimborso spese, c'era poco da festeggiare. Se vivo in qualche modo il ciclismo? Non vado più in bicicletta ma da qualche tempo collaboro con una squadra locale di giovani atlete e la domenica me ne sto a casa con la famiglia" "La mia vittoria nell'edizione 1990 del Girodonne è stata una delle mie più belle vittorie - ha raccontato Catherine Marsal -. Fu una bella "guerra" con Maria Canins! Mi ricordo che lei provò a staccarmi tante volte. Ma avevo una bella squadra e avevo la grinta per vincere. Andavo anche forte in salita, come lei. Il Giro si decise nella cronometro individuale però. Eravamo molto vicine in classificazione generale; io riuscii a conservare il mio vantaggio dopo la gara contro il tempo. Mi ricordo dopo l'arrivo della cronometro mi sedetti sul marciapiedi; potevo vedere le stelle tanto ero stanca. Volevo vomitare dallo sforzo. Ero morta, finita! J'avais tout donné! Ma ero felice....quel giorno; avevo vinto il Giro d'Italia. E' stata una bella soddisfazione vincere il Girodonne. Ancora oggi, quando chiudo i miei occhi, posso vedere i colori, sentire i profumi e revivere le emozione della gara. La chair de poule!"
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