| 09/05/2004 | 00:00 «Iooooo...»: l’urlo di Alessandro Petacchi si libra nel cielo di Alba per comunicare al mondo chi è il velocista più forte del Giro d’Italia. Dopo le sei vittorie conquistate neella corsa rosa un anno fa e i sette successi raccolti nei primi mesi del 2004, tutti aspeettavano al varco Alessandro Petacchi e lui non ha tradito.
La volata odierna del capitano della Fassa Bortolo è stata assolutamente straordinaria: «I miei compagni di squadra hanno fatto un grandissimo lavoro, poi nel finale ho anche rischiato parecchio perché solo per una frazione di secondo ho evitato la collisione con McEwen, che stavolta ha esagerato nel cambiare traiettoria. Stavolta è andata bene, sono riuscito a rilanciare e credo di aver fatto una bella cosa».
Per un Petacchi comunque felice, c’è un Cipollini che nelle ultime centinaia di metri si è rialzato: «Mi sono trovato un po’ chiuso, c’è stata qualche sbandaata ed è andata così. D’altronde dicono che a Livorno quando giocano a briscola c’è chi si ammazza per perdere laa prima...». Re Leone però ha fatto partire una stilettata nei confronti dei suoi compagni di squadra: «Forse il prologo di ieri, forse era la prima tappa ma qualcuno non è riuscito a rendere al massimo». In realtà, la Fassa Bortolo è apparsa decisamente più forte e soprattutto Alessandro Petacchi è stato nettamente superiore agli avversari.
Per la cronaca, Ivan Quaranta non pervenuto.
A margine della lotta fra i titani della volata, la favola di Olaf Pollack che infilandosi in un pertugio ha conquistato un secondo posto che lo ha inaspettatamente proiettato in maglia rosa grazie agli abbuoni.
Le altre maglie sono sulle spalle di Petacchi (ciclamino), Perez Arango (azzurra, è stato l’autore dell’unica fuga di giornata, conclusa a pochi chilometri dal traguardo) e Wegmann (verde).
Domani seconda tappa, da Novi Ligure a Pontremoli, 184 chilometri, con due gran premi della montagna, il secondo dei quali, il Passo del Brattello, a soli venti chilometri dal traguardo. Sulla carta, velocissti tagliati fuori e largo agli attaccanti.
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