Venenum in cauda. Oppure dulcis in fundo, per chi è maggiormente vicino alle sue posizioni. L'atto finale, o meglio post-finale, della domenica Open House in Beltrami TSA a Reggio Emilia, un Nota Bene o un Post Scriptum a suon di microfono, marchiato con la consueta voce libera e schietta, l'ha siglato Bruno Reverberi. Al termine della presentazione del libro di Fabiano Fontanelli, infatti, l'inossidabile team manager reggiano si è rivolto direttamente a Pierluigi De Vitis, più alto rappresentante della FCI sul posto in quanto presidente del comitato Emilia-Romagna: «La UCI ormai ha un calendario con 7-8 gare al giorno, come se in Formula 1 mettessero il Gran Premio delle Americhe lo stesso giorno del GP di Monza. Così si stressano i corridori, già stressati di loro perché si fanno passare a 18 anni senza tenere conto delle loro teste. Tanti di loro perdono anni nelle Devo e poi si fermano per strada, un Ballan diventava professionista a 23 anni e invece oggi uno di 23 anni è da buttar via. La Federazione, non solo la nostra ma tutte le Federazioni, guardano all'élite e non al futuro, guadagnano milioni mentre le piccole società muoiono, pensano a se stesse invece che ai ciclisti!»
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