Sono due gli azzurri che sabato, alla Space 42 Arena di Abu Dhabi, hanno difeso i colori dell’Italia agli UCI Cycling Esports World Championships 2025 organizzati da MyWhoosh. Tra i 44 partecipanti totali (22 donne e 22 uomini) Francesca Tommasi, 27 anni di Soave, si è portata a casa la medaglia di bronzo al termine di tre prove tiratissime, mentre Riccardo Panizza, 38 anni di Lierna, sul Lago di Como, si è dovuto confrontare con ex professionisti su strada come Jason Osborne, due volte campione del mondo di specialità, Daniel Turek, Lennert Teugels e il giovane Kasper Borremans della squadra devo della Bahrain Victorious.
I due azzurri hanno vestito la maglia della Nazionale, ma di fatto non hanno ricevuto alcun supporto dalla Federazione Ciclistica: «Abbiamo chiesto un piccolo supporto per la maglia e la borsa di trasporto per la bici, ma non c’è stato nulla da fare - raccontano Francesca e Riccardo -. Ci hanno mandato un link dove potevamo comprare la maglia azzurra e basta. Viene considerata come attività amatoriale, ma per il livello che c’è e i soldi che girano è riduttivo catalogarla così. Ormai anche questa è a tutti gli effetti una disciplina in grado di creare e formare atleti veri, basti pensare da dove arrivano Vergallito e Gaffuri. Poi stare in gruppo è ovviamente un’altra cosa, ma chi esce da queste competizioni ha numeri e motore, su questo non c’è dubbio. Quindi è un peccato venga snobbata così».
Tommasi è una ex mezzofondista, vincitrice anche di 8 titoli italiani tra i 5 mila metri e corsa campestre, con un passato recente anche da ciclista elite col Team Mendelespeck. Al primo tentativo è subito arrivato un podio mondiale: «La corsa ho dovuta lasciarla per continui infortuni ai piedi, ho fatto un anno in bici, ho corso anche il Giro Women, ma la poca esperienza in gruppo e il timore in discesa non mi permetteva di esprimermi al meglio. L’anno scorso ho scoperto l’Esports guardando gli highlights del Mondiale su YouTube e mi sono detta ‘voglio andarci!’. È uno sforzo più breve ed intenso rispetto al ciclismo su strada, e devi conoscere come lavora la piattaforma, in questo caso MyWhoosh, anche se alla fine la differenza la fanno sempre le gambe. Col mio compagno e preparatore Stefano Ronchetti, ex dilettante, ci siamo messi al lavoro e abbiamo centrato l’obiettivo, prima di qualificarci e poi di portare a casa il podio».
In tutto ciò, Francesca è laureata in medicina e sta facendo la specializzazione per diventare medico di base, il che vuol dire anche apprendimento sul campo con sostituzioni e guardia medica, quindi l’E-Cycling risulta perfetto per rimanere più flessibili possibili coi tempi di allenamento. «E non cado! Il fatto di non rischiare la vita ogni volta che esco in bici è un grande vantaggio. Di cadute ne ho fatte tante purtroppo e sono anche stata investita due anni fa. Sui rulli mi sento molto più a mio agio».
Panizza di mondiali ne ha corsi tanti, come guida nel tandem paralimpico con ragazzi non vedenti. Il tutto portando avanti un lavoro - è responsabile di produzione in un’azienda che fa macchinari per l’equilibratura - e una famiglia con tre bambini. Purtroppo il suo Mondiale è terminato anzitempo a causa di un’ingenuità pagata a caro prezzo: «Sono stato un pollo, non mi sono accorto dell’avviso che mi indicava che ci sarebbe stato il tempo massimo e nella seconda tappa mi sono rialzato dopo aver fatto punti importanti per la Top 10. Peccato, avrei voluto giocarmela fino in fondo».
«Ad un certo punto, tra lavoro e famiglia, mi sono accorto di non riuscire più a fare la vita da agonista, ma cambiare prospettive all’improvviso non è facile - ha detto ancora Panizza -. Con l’E-Cycling ho trovato nuovi stimoli e nuovo divertimento. Ho cominciato nel 2021, ho fatto il Mondiale anche nel 2023, mentre l’anno scorso non sono riuscito a qualificarmi. È una disciplina che ha un buon margine di crescita, bisogna secondo me trovare un modo per regolarizzarlo meglio, perché in eventi live come Mondiale è più semplice, ma quando sono virtuali non sai mai esattamente cosa sta facendo il tuo avversario. Con gli eventi di MyWhoosh girano anche un po’ di soldi, quindi regolamentarlo meglio e inserire tutti in un protocollo di prevenzione, anche per la salute, sarebbe una buona soluzione secondo me». Il mondo del Cycling Esports è tutto in divenire, ma i due ragazzi azzurri, al di là di cosa riserverà loro il futuro, potranno sempre dire di essere stati gli apripista di questa disciplina in Italia.