
Le Olimpiadi invernali del 2030 potrebbero segnare un punto di svolta importante: per la prima volta, in Francia potrebbero essere assegnate le prime medaglie per la corsa campestre e il ciclocross. Sono anni che si parla di far entrare il ciclocross negli sport olimpici invernali e per farlo,è scesa in campo anche l’Italia, che a Vermiglio,ha ospitato due tappe della Coppa del Mondo di ciclocross su un terreno coperto da neve.
La battaglia sembra essere vinta: a dirlo è Sir Sebastian Coe, attuale presidente della World Athletics la federazione internazionale d’atletica, che in una recente intervista ha detto che ci sono buone possibilità per un ingresso di nuove discipline alle Olimpiadi invernali del 2030.
C’è stato anche un incontro tra Sir Coe e David Lappartient, presidente UCI: i punti in comune tra le due discipline sarebbero molti, primo tra tutti la condivisione dello stesso percorso di gara.
«Ho parlato con David per condividere lo stesso percorso nel 2030 con il ciclocross ed è proprio la direzione in cui stiamo pensando di andare. Abbiamo già avuto delle buone conversazioni – ha detto Sir Coe -: David è d'accordo con me. Ovviamente, con il CIO ci dovrebbe essere una variazione nello statuto, perché le discipline dei Giochi Invernali devono riguardare neve e ghiaccio, e di recente non ce n'è stata molta in Francia. Ma sappiamo che sia il ciclocross che la corsa campestre sono sport prettamente invernali».
L’Africa anche questa volta è un argomento che ritorna: la corsa campestre darebbe l’opportunità ad atleti africani di partecipare alle Olimpiadi invernali, evento al quale sostanzialmente non prendono parte.
Quindi, nel 2030 potrebbero esserci alcuni cambiamenti significativi nell'ambito del nuovo piano "Fit for the Future" del Comitato Olimpico Internazionale (CIO), di cui Coe è membro e un'apertura a due discipline che finora non hanno avuto lo spazio che meritano sotto i cinque cerchi.
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