
Ogni tappa del Tour de Langkawi è una grande festa, un evento unico nel suo genere in cui tutte le persone dei paesi vicini accorrono per ammirare quelli che considerano delle specie di alieni. Alla presentazione di ogni squadra c’è un vero e proprio tripudio, un grande abbraccio con cui i malesi vogliono accogliere ciascuno degli atleti, indipendentemente dalla loro provenienza. Se per caso voleste provare con un esperimento e mettere in campo un misuratore di decibel state pur certi che ogni giorno il primato appartiene al Terengganu Cycling Team, formazione malese che è un’autentica istituzione. Oggi la tappa del Tour de Langkawi partiva proprio ad un passo dalla loro sede operativa e quindi potete ben immaginare quale potesse essere la grande festa riservata a tutti gli atleti. Già l’anno scorso vi avevamo provato a portare all’interno di questo incredibile team, attraverso le parole del segretario di stato ma ogni volta che si mette piede in Malesia si scoprono cose nuove su questo gruppo eccezionale.
Dobbiamo dirlo, gran merito è tutto di Sharon, ufficio stampa, coordinatrice e responsabile, in pratica colei che gestisce tutte le trasferte del team e cerca di farlo conoscere anche fuori dalla Malesia. Qui al Tour de Langkawi è una specie di superstar, è benvoluta da tutti per il suo modo di fare sempre con un grande sorriso; fino a qualche anno fa lavorava con l’organizzazione e poi dal 2018 ha iniziato la sua avventura nel Terengganu cycling team. È proprio lei a portarci alla scoperta di questa realtà speciale, ci racconta la storia a piccole dosi rispondendo prontamente alle nostre domande frutto di tanta curiosità. Il governo del Terengganun nell'ormai lontano 2011 ha capito quanto fosse importante investire sul ciclismo come veicolo per promuovere i valori dello sport ma anche il proprio territorio.
Doveva essere solo qualcosa di sperimentale, un progetto fatto solo per fornire lavoro e qualche possibilità in più per gli atleti malesi, ma presto il Terengganu team è diventata non sollo un’istituzione del ciclismo asiatico, ma un vero e proprio caso studio. Se lo staff del team continua ad essere composto da persone locali, ecco che i corridori sono iniziati ad arrivare da ogni parte del mondo alla ricerca di un possibile rilancio personale e per dare supporto ai giovani malesi. «In Malesia in ciclismo è molto amato, ma non è così popolare, eppure tantissime persone lo praticano e sognano di diventare dei ciclisti professionisti. Lo stato di Terengganu è molto lungimirante e ha iniziato a capire che grazie questo sport si possono fare tante cose e tanti malesi ne sono appassionati. La sezione dello sport ha creato prima una piccola squadra, ha investito sui corridori malesi ed anno dopo anno si è creata una realtà straordinaria che coinvolge molte persone. Tutti noi siamo molto fieri di quello che rappresentiamo e perché quadra statale ci teniamo ad avere tutto in ordine, ma soprattutto a correre in modo leale. Da piccola squadra locale abbiamo iniziato a viaggiare in tutto il mondo, anche in Europa e nostri atleti ne sono veramente fieri, sanno che ogni volta che gareggiano sono insieme al popolo malese» ci dice Sharon e ci basta guardare i suoi atleti prima e dopo la tappa per capire quanto siano fieri della maglia che indossano. Alcuni corridori sono delle superstar, il pubblico è affascinato dal loro modo di fare e si entusiasma quando qualcuno prova ad andare in fuga e restare solo al comando.
Anche se in Malesia il ciclismo non è uno degli sport popolari a livello del calcio o del golf , il Terengganu team è la dimostrazione che non solo esistono tanti atleti, ma che anche il pubblico è pronto ad appassionarsi. Il governo di Terengganu ci crede ed ogni anno investe denaro per far crescere la squadra locale, ma anche per infrastrutture da donare alla popolazione. Circa due anni fa è stata costruita una bellissima pusta ciclabile a due passi dal mare, sono solo 6 km, eppure per i cittadini è più che un tesoro. Alle prime luci dell’alba e ormai a sole tramontato, persone di tutte l’età escono per correre, mentre i bambini in sella alla propria bici cercano di emulare i propri idoli. È un dare ed avere quello della formazione malese che cerca di consegnare alla comunità non solo un modello di sport, ma anche una possibilità per il futuro. Ogni anno poco prima dell’inizio del Tour de Langkawi viene organizzata la TSG Shimano Fellowship Ride un evento gigantesco in cui tutti i tifosi hanno la possibilità di incontrare i loro atleti preferiti, chiedere loro autografi e partecipare a tante attività. La giornata culmina con la grande pedalata a cui tutti possono prendere parte, da atleti a semplici appassionati, una gigantesca corsa non competitiva di 109 km e che nell’ultima edizione ha registrato 2500 partecipanti, un numero veramente gigantesco.
Approfittando della vicinanza con la sede operativa del Terengganu Cycling Team, Sharon ci conduce alla scoperta del suo piccolo scrigno. Incastonato tra i tanti palazzoni della capitale dell’omonimo stato malese, è un vero e proprio mondo in cui le parole d’ordine sono ciclismo e passione. Ai muri sono appesi grandi quadri con le foto di tutti i corridori che sono passati attraverso questa incredibile formazioni, ci sono le maglie vinte e i trofei provenienti da tutte le parti del mondo, anche di corse di cui a malapena sapevamo l’esistenza. A richiamare la nostra attenzione è il gigantesco trofeo del Tour de Salalah conquistato appena una manciata di mesi fa da Adnee Van Engelen Ma soprattutto il grande spazio dedicato al cimelio di cui vanno più fieri: il Tour del 2018 Langkawi «quando siamo nati il nostro obiettivo era fare bene alle corse di casa, poi abbiamo iniziato a viaggiare per l’Asia e siamo arrivati anche in Europa, ma il nostro cuore è sempre qui al Tour del Langkawi- prosegue Sharon- il 2018 è stato per noi un anno magico, grazie a Artem Ovechkin siamo diventati il primo team malese a vincere questa corsa incredibile, in qualche modo abbiamo fatto la storia. I nostri sponsor credono fortemente nel nostro progetto, sono soprattutto asiatici ma ci spronano anche ad andare in Europa, ovunque ci sia possibile.».
Fa un certo effetto visitare un posto come questo, una specie di isola che non c’è che e ci fa sentire come a casa. E’ guardandosi intorno che si ha l’ulteriore conferma di come il cuore di questo team per uno sport qui spesso considerato stravagante e fin troppo europeo. La Malesia sta scoprendo il ciclismo, se ne sta innamorando grazie a realtà come il Terengganu Cycling team che non solo sognano, ma stanno facendo tutto per riuscirci. Il loro lavoro va oltre le gare, è un’attività continua che dura tutto l’anno e che parte direttamente dai giovani. Il governo investe molto per permettere ai ragazzi in età scolare di scoprire la bellezza dello sport, di non dover scegliere tra le due cose, ma di supportarli nella crescita per poi offrire loro il posto nella nazionale. Ma il progetto non è solo dedicato ai ciclisti, ci sono internship, corsi di approfondimenti per permettere ai giovani di imparare un lavoro organizzativo, in ufficio, nei vari eventi e magari un giorno diventare parte attiva del team.
L’emozione di Sharon nel mostrarci i diversi trofei è palpabile, ognuno di loro ha una storia particolare, così come gli sponsor che indica orgogliosa sul muro. Sono praticamente tutti asiatici, alcune sono addirittura delle piccole aziende locali che hanno deciso di scommettere nel progetto e che grazie al team stanno letteralmente viaggiando nel mondo. Il Terengganu team è arrivato fino in Europa prendendo parte ad alcune gare spagnole, un’esperienza bellissima che però sembra essere solo l’inizio di qualcosa più grande. Tante cose bollono in pentola nella sede operativa, si voleva provare a fare un salto nella categoria professional o ingrandirsi ancora. Il sogno grande però esiste eccome e ci riguarda pure. «un giorno vorremmo riuscire a correre in Italia, nel ciclismo vero» ci dice Sharon con un sorriso. Lei in Italia non c’è mai stata, nessuno dello staff ha mai messo un piede nel nostro paese, ma qualche hanno fa hanno incontrato per la prima volta Gianni Savio e da quel momento hanno capito dove avrebbero provato ad arrivare. «Ci piacerebbe avere un ragazzo italiano nel team e venire con lui a correre, è quasi impossibile ma sarebbe bellissimo. Dopo tutto sognare non ci costa nulla.»
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